giovedì 27 giugno 2019

CLAUDIO FIORENTINI TRADUCE: "CAMBALACHE" DI E. SANTOS DISCEPOLO



Cambalache (1934)

Il mondo è stato e sarà
una porcheria, questo lo so.
Nel cinquecentosei
come nel duemila.
Sempre sono esistiti i furbi
i macchiavelli, i buggerati
contenti, amareggiati
gente di valore, doppiogiochisti,
ma che il secolo venti
sia un orizzonte
di insolente cattiveria
ormai nessuno lo nega.
Viviamo rivoltandoci in una baraonda,
e nello stesso fango
tutti invischiati.
Oggi succede che è uguale
essere onesto o traditore
ignorante, saggio, furbo
generoso o truffatore
è lo stesso.
Niente è meglio.
Un asino è uguale
a un illustre professore
non ci sono ruoli né titoli.
Gli ignoranti ci hanno resi tutti uguali.
Se uno vive nella menzogna
e un altro ruba nella sua ambizione
fa lo stesso che sia sacerdote
materassaio, re di bastoni
bullo o poliziotto.
Che mancanza di rispetto
che oltraggio alla ragione!
Chiunque è un signore
chiunque è un ladro,
insieme a Stavisky *
vanno Don Bosco e la prostituta
il signor nessuno e Napoleone
Carnera e San Martino.
Come nella vetrina
irrispettosa
dei rigattieri
si è mischiata la vita
e ferita da una spada senza elsa
vedi piangere la Bibbia
vicino a uno scalda acqua.
Secolo ventesimo, rigattiere
tormentato e febbrile
chi non piange non poppa
e chi non ruba è uno scemo
Dacci dentro e basta!
Dai, che importa!
Tanto ci incontreremo all'inferno!
Non pensare più, siedi anche tu di là
che a nessuno importa se sei nato onesto.
Chi lavora
notte e giorno come un mulo
è uguale a chi che vive sulle spalle degli altri
a chi uccide, a chi cura
o a chi vive fuori dalla legge!

Enrique Santos Discepolo

* storico truffatore




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