lunedì 14 settembre 2020

MARIA RIZZI LEGGE: "VIA CRESCENZO" DI CLAUDIO SCARPINO

Maria Rizzi su “Via Crescenzio” di Claudio Scarpino - 

(I racconti del calzolaio) -  Youcanprint Edizioni

                                                              Maria Rizzi 
                     collaboratrice di Lèucade

 

Ho letto il giallo di Claudio Scarpino, alla sua Opera Prima con “Via Crescenzio” - I racconti del calzolaio - edito da Youcanprint. Innanzitutto desidererei, una volta di più, precisare che definire il ‘giallo’ romanzo ‘di genere, intendendo addirittura sotto - genere, sta diventando una pessima abitudine popolare. Per creare un libro che comprenda reati, indagini e risoluzione dei casi – va ricordato, infatti, che al contrario del noir, il giallo risolve -, richiede capacità letterarie pari a quelle possedute da coloro che si cimentano in romanzi storici, in saghe o in testi esistenzialisti. Claudio Scarpino nella sua Opera, ambientata in Italia, per l’esattezza in una via centrale della Capitale, mostra di possedere grande competenza in materia di forze dell’ordine e di processi investigativi ed evidenzia, allo stesso modo, la tendenza a rendere il suo giallo originale.

L’ispettore Cosentino e il gruppo di agenti, guidati dalla Rinaldi, infatti, si muovono a loro agio nei meandri di una delle zone più affollate di Roma per tentare di risolvere il caso di due misteriosi suicidi.

La figura centrale dell’indagine e del romanzo è senz’altro quella del calzolaio di via Crescenzio, che si potrebbe definire ‘il grillo parlante’, in quanto è il confidente dell’ispettore e riesce sempre ad aggiungere tasselli determinanti alla vicenda. Va detto che tutte le pagine nelle quali il calzolaio o i testimoni danno i loro contributi, sono scritte in corsivo e sembrano lettere. L’Autore mi ha confidato che ha già nel cassetto altri romanzi con gli stessi protagonisti e, visto l’aspetto filmico del libro, non ho dubbi circa l’interesse che potranno destare nei lettori.

Trattandosi di un giallo, peraltro breve, seppur ricco di pathos, non posso rivelare altri aspetti del caso e del modus operandi della squadra operativa.

Mi preme sottolineare che a livello stilistico è dominante la forma dialogica molto ben strutturata, che coinvolge in una lettura intensa e scorrevole. Si avverte la necessità di finire il romanzo e ci si affeziona ai personaggi, veri, privi di aspetti enfatizzati, professionali e umani al tempo stesso. La figura alla quale ci si lega di più, inevitabilmente, è quella del calzolaio, che rivaluta l’artigianato, tanto messo da parte nel nostro paese, e mette in luce un uomo semplice, ma dotato di intuito e sensibilità rare, che sa leggere le storie con l’acume degli investigatori e con la propria, antica conoscenza della gente del luogo. Il calzolaio vede tante persone, ascolta i loro racconti, vive il quartiere quotidianamente e, usando uno stereotipo, si potrebbe asserire, che ‘ne sa una più del diavolo’, anche se la sua anima è lontana anni - luce dal diavolo.

Un testo fluido, che scorre come acqua di fonte, che si immagina con facilità su uno schermo cinematografico, che arricchisce il giallo italiano e che merita di essere acquistato.

Rivolgo le mie più sincere congratulazioni allo Scrittore e gli auguro un futuro degno delle sue aspettative.

Maria Rizzi

 

2 commenti:

  1. Ringrazio di cuore il carissimo Nazario, che non solo ha postato la recensione, ma si è prodigato per darle la migliore forma grafica. Ovviamente ringrazio anche a nome dell'Autore, Claudio Scarpino e abbraccio entrambi.

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  2. Grazie. Non servono molte frasi quando basta una parola, se dettata dal cuore. Grazie a Maria e a Nazario.

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