martedì 11 gennaio 2022

M. L. DANIELE TOFFANIN: "DIARIO DI SAN SILVESTRO"

 

DIARIO DI SAN SILVESTRO 2021

IN PROSA-POESIA NON CONTA

di Maria Luisa Daniele Toffanin


La sera di San Silvestro nella nebbia che ovatta i passi rapidi

del tempo, io lo freno lo afferro lo fermo questo tempo

nei quotidiani riti della festa vissuti con amore, pur nella coatta

solitudine, per rispetto alla Vita sempre Vita, ora altra.

Stendo una tovaglia colorata simbolo d’allegria

– dono della Bruna presenza cara etiope – ma stropicciata stramata

imperfetta quale verità di questo nostro vivere.

Al centro un cestino vecchio per il pane

– bene sacro del Creato – reso nobile da un velo

rosso spesso di memorie di tanti altri San Silvestro tuttinsieme

gli ultimi più esigui ma senza ombre, per segnarmi così

i passi della vita per noi eterni uccelli migratori.

Colmo il vuoto delle assenze, che un po’ strizzano dentro

con simboli di identità ancor più cari ora in questi straniti

giorni per onorare sempre questa vita in noi viva, desta, benedetta:

le gioiose bacche rosse del pungente agrifoglio

altre più minime residui di rami sottratti all’avido merlo

così nel loro ruolo presente azzerato l’antico turgore

e una manciata di pigne nobili di larice là del mitico prato

raccolte ante Vaia impietosa altra furia che tutto sradica e devasta.

Bruca l’insieme una pecora di gesso-ricordo del presepe

quello della casa cuna, ché all’ultimo dell’anno ci sta pure

il rimpianto la nostalgia ancor più ora che per reciproca difesa

siamo nel vuoto degli abbracci al confino dell’umanità.

Brillano fra il tutto, sintesi della vita donata, due tre palline

rosse dell’albero materno per ravvivare l’ora spenta.

E subito ti sento viva madre a me accanto con le tue mani

fiorite di stupore e tu padre reduce dal campo imico

usciti dalla guerra con baldanza misurata dentro

sempre accesa, e lo ripeto, per quell’amore eterno per la vita.

E la sua luce splende in tre candeline dell’Ada la pianista

in un sottofondo di note sciamate via dal pianoforte di via Gabelli.

Il paniere è reso più vivo ora da un presente più recente:

i fiori lignei forgiati da Massimo dalle marine pigne dorate

da Marco adolescente, poi altre da Giulia decorate con fantasia

in quel gioco infinito ove la storia bella si rincorre

pur germoglia in emozioni anche dal guscio di una noce

vuota spaccata come un trionfo da Alex il più acerbo.

A corona un filo d’argento che dà luccicore alla decorazione

abbraccia tutti i palpiti i ricordi di giorni lieti

livella i pieni e i vuoti delle troppe care assenze.

In questo centrotavola rispecchio la vita com’è ora

con rinunce dolori scarti sacrifici e l’ansia di essere costretti soli

anche se noi due insieme facciamo scintille in impegni e invenzioni.

Con gli altri tutti questa sera, in vari modi assenti, colloquio

attraverso i fili armoniosi del telefono e nel silenzio intimo

nutrito di ricordi ricordi-luce viva-vissuto copioso generoso

soffuso di luce che ancora resiste ravvivata nel giorno.

Così la sera di San Silvestro mi apre gli armadi di memorie emozioni

con le tue mani accanto che ancora stendono i grumi

della tovaglia in vari percorsi per renderla come prima.      Invano.

Rimane solo la luce della decorazione che è memoria

che accende il tempo presente il tunnel del futuro

in questa sera di San Silvestro infinita attesa ora del dì di festa.

Per non sbagliare mi nutro di Leopardi, mi vesto leopardata

per sentirmi più forte: qua ora bisogna essere leone tigre leopardo insieme

dai mandami il tuo disegno, Alessandro, per riprendere coraggio al mattino.

E a mezzanotte dopo i gamberi di tradizione e il botto dello spumante

i primi fuochi d’artificio: mi rivedo alla finestra con Graziella, Milvia, Francesca…

fra una miriade di colori riflessa sui vetri.

Ora un uguale cratere cromatico di luce che percorre i cieli

mi dice l’inizio di un anno nuovo in una sofferta diversità

ma è pure un segno consueto della nostra appartenenza

all’universo genere umano.

Noi due insieme ancora, grazie cielo

nella sera, nostra tradizione, a creare i personali fuochi per il dopo.

E siamo pastori e Magi insieme, è vero Brodskij, in attesa della stella

ché porti Bene come allora, col Bambino-nato, un messaggio di rinascita

come allora da un’umile grotta interiore, che mutò il cammino dell’umanità

sanando le ferite dell’umana angoscia.

 

 

 

 

2 commenti:

  1. Commovente questa sinfonia della notte di San Silvestro, che rincorre il tempo andato, le persone che ti hanno viaggiato accanto, le atmosfere festose. Commovente in particolare la cura che riservi agli oggetti che sono stati protagonisti di quella notte magica in passato. Doni un'anima a tutti i simboli del Capodanno, un'anima derivata dalle tante volte che li hai toccati con amore.
    "le gioiose bacche rosse del pungente agrifoglio"; "i fiori lignei forgiati da Massimo dalle marine pigne dorate", che ti hanno accompagnato nella vita, come gli affetti, non sono mere cose, hanno una loro essenza, ti scaldano, ti sono ancore di conforto, li tieni stretti, perché ti danno sicurezza, ti aiutano ad affrontare le paure, i momenti di dolore. Nello scorrere del tempo si animano di vita fino a diventare degli spiriti. Il tuo, Marisa mia adorata, non è un rituale triste, la tua lirica, come sempre, ha la sua apertura d'ali negli ultimi versi. "Noi due insieme ancora, grazie cielo/nella sera, nostra tradizione, a creare i /personali fuochi per il dopo. /E siamo pastori e Magi insieme, è vero / Brodskij, in attesa della stella". Degna del tuo immenso talento la citazione di Brodskij, poeta russo, la cui poesia fu giudicata “troppo indipendente” rispetto ai canoni sovietici, così nel 1964 iniziò il processo che lo condannò a 5 anni di lavori forzati in esilio. Sempre più ammirata ti abbraccio ed... eravamo in quattro, grazie al cielo, ad aspettare la mezzanotte del 2021!

    RispondiElimina
  2. Sei simpatica e commovente perché penetri veramente l'anima delle cose che sono proprio la nostra salvezza. Ti stimo sempre più e ti ritengo donna eccezionale di grande sensibilità e magica nella scrittura. Ti abbraccio con grande affetto, Marisa

    RispondiElimina