sabato 1 gennaio 2022

MARIA RIZZI: "LA MIA PATRIA"

Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade

 








La mia patria

 

La mia patria

gli incontri, le storie,

avvenuti su letti di foglie,

su battigie infinite

su verande fiorite.

 

Carezze per crescere

sguardi per dormire,

isole lontane dalle parole,

scintille carpite alla vita

versi su ogni ferita.

 

La mia patria

gli odori, i profumi,

viaggiano le spezie

e danzano ogni sera

celebrando un addio.

 

Un pane d’orzo,

il sangue dei papaveri,

cardamono, rose secche

lo scirocco del mare

sull’olio dell’oblio.

 

La mia patria

le tue ciglia lunghe di tenerezza,

narri di leggende,

di filastrocche, soavi nenie

e abbracciati invecchiamo insieme.

 

Maria Rizzi

 

 

 

14 commenti:

  1. Ringrazio profondamente Nazario per aver pubblicato come inizio dell'anno 2022 una lirica che rappresenta la mia storia. Il suo filtro affettivo mi commuove. La Poesia non appartiene più alla mia sfera, ma la amo in modo matto e disperatissimo e ogni tanto torna a far capolino. Non è all'altezza delle vostre, amici dell'Isola, e me ne scuso. Ne approfitto per posare sui cuori di tutti, in primis il Condottiero, la Speranza e per abbracciarvi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In questo tempo, Maria, che ci vede soffrenti nel corpo e nello spirito, sai trovare barbagli d'amore per la tua 'patria' e ce li doni. Le tue profonde radici si nutrono dei sentimenti, e quelli, come si sa, vivono di rose secche (forse quelle custodite nei libri), di sguardi rassicuranti prima del sonno, di voci come lontane filastrocche e versi per vecchie e nuove ferite. Ci occorre la parola che porti in sé la necessità della sua esistenza. Mi hai emozionata con questa tua bella poesia e ti abbraccio forte con il cuore.

      Elimina
    2. Patrizia mia, perdona il ritardo, non avevo letto il tuo splendido commento. Una Poetessa come te che mi dedica simili parole fa perdere battiti al cuore. Lo rende anarchico e felice. Oltretutto... e non avevo dubbi, visto che possiedi la famosa 'chiave'... mi sono sentita profondamente compresa. Ti bacio grata con infinito affetto!

      Elimina
  2. Suggestivi e inattesi i tuoi versi Maria, che bella sorpresa...Ed ecco che la tua vena poetica riappare con la tua dolcezza infinita. Con una verità profonda, per niente scontata, nei tuoi fluidi versi: la nostra patria è sempre e solo negli attimi in cui siamo stati felici, nei colori, negli odori, nelle emozioni e negli negli affetti che sappiamo conservare nell'anima come spicchi preziosi di luce, anche quando siamo nell'oscurità. Un modo tenero e insolito per salutare il nuovo anno così inquieto senza farsi aspettative, solo rannicchiati sotto le coperte che ci avvolgono e immersi nelle piccole e belle cose che sempre ci accompagnano, se solo sappiamo vederle, e che danno comunque significato alla vita e al tempo che pure scorre inesorabile. Ed è in questa magica sospensione poetica che l'immagine finale si fa metafora e gioia e tristezza si abbracciano, come ad invecchiare insieme... Grazie ,cara Maria, del tuo delicato messaggio di insperata speranza. E buon anno nuovo a te e Nazario, con questa musica di sottofondo. Giusy Frisina

    RispondiElimina
  3. "La Poesia non appartiene più alla mia sfera, ma la amo in modo matto e disperatissimo": dice Maria.
    Ebbene, in questi versi, personalmente, una sfera io l'ho vista. Quella del Sole: perché la luminosità che promanano al Sole fa pensare.

    Sandro Angelucci

    RispondiElimina
  4. Miei cari Giusy e Sandro, mi fate iniziare quest'anno sofferto con un senso profondo di gratitudine e di affetto. Entrambi vedete tenerezza e luminosità. Siete due Veri grandi Poeti e avete il dono della sincerità assolta, quindi questi commenti, scritti da voi, hanno un valore enorme. La sfera forse non scompare del tutto, miei cari, come la vita. Vi tengo stretti e vi adoro!

    RispondiElimina
  5. Di quale patria parla Maria Rizzi in questa sognante poesia? Parla di "isole lontane dalle parole", quindi di una terra nascosta, perduta nei silenzi interiori, di quella sorgente arcana della vita da cui ci si allontana proprio venendo alla vita. Così l'uomo (o almeno la poetessa) vive "celebrando un addio" e cercando parole che non fanno rumore, parole che in sordina narrino leggende, filastrocche e soavi nenie che, invecchiando, possano riaccendere la memoria sempre di quei perduti silenzi interiori. Memoria non del passato, pertanto, ma degli inizi perenni e delle vere fonti battesimali della vita.
    Franco Campegiani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Franco caro, vorrei aver scritto una lirica con tante speculazioni filosofiche, ma temo di essere stata colta da una serie di flash di ricordi che tramite immagini volevano raccontare le tappe della mia storia. tu hai letto, come sempre, oltre la poesia e l'hai resa una perla. Ti ringrazio incredula.

      Elimina
  6. Maria grande Poetessa, perché questa poesia è carne, è luce , è vita.
    I versi diventano balsamo che si versano su ogni ferita....una bella sorpresa per tutti gli abitanti di Leucade....Maria che regala versi pieni di vita e ce li porge, come un fascio di rose rosse.

    Un abbraccio che estendo al nostro Condottiero che permette questi incontri sulla sua Isola incantata.

    Loredana D'Alfonso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lolli, amica d'anima, legata a filo doppio al lirismo da due anni, scritte da te queste meravigliose parole mi donano l'illusione che ogni tanto la poesia possa venire a cercare anche me. Ti tengo stretta al cuore colmo di gratitudine.

      Elimina
  7. Non ho mai dubitato che la poesia non ti appartenga cara Maria.
    Come puoi dire una cosa simile, dal momento che questa ed altri tuoi testi poetici mi regalano simili emozioni. Una poesia la tua, che solo uno sguardo che sa andare oltre, può creare. Serenella Menichetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dolcissima Serenella, non mento nell'asserire che ho fatto una scelta dopo tante Sillogi. Nel 2002 decisi di 'marcare il territorio': adoravo il lirismo, ma la prosa era il territorio che mi permetteva di spalancare le porte dell'immaginazione. La vita ogni tanto ci riporta sui passi antichi e, con il vostro meraviglioso supporto... chissà... Sei squisita. Grazie e un abbraccio ammirato: la vera Poetessa sei tu!

      Elimina
  8. Cara Maria, ritento ancora una volta postare il mio sentito pensiero su "La mia Patria" per dirti che hai voluto,per scelta, occultare il fuoco della poesia con la cenere del non sentirti poeta/ssa. Ma quel fuoco ti tradisce ogni qualvolta metti per iscritto il tuo sentire per esternare e far partecipe emozionando chi ti legge come in questa lieve, pacata, tenera poesia la quale, come acutamente scrive F. Campegiani ha parole "che non fanno rumore" ma che s'incuneano eccome nell'animo appunto del lettore.Pertanto ritengo che sei più poetessa tu in confronto ad altri/e. Ha descritto in modo solenne il tuo habitat esistenziale dove il sogno, la luce, lo spazio e "le ciglia lunghe di tenerezza" si fanno stanze e porte sempre aperte per crogiolarti in quel sogno divenuto realtà del tuo vivere. Tutto questo lo si può define: "vero amore alla vita". Complimentoni. Pasqualino Cinnirella.

    RispondiElimina
  9. Pasqualino caro, hai affrescato in modo perfetto il contenuto del mio dire. 'Stanze e porte sempre aperte' sul passato, sul presente, sull'avvenire. Ti ringrazio di cuore della costante presenza e ti stringo insieme ai tuoi cari.

    RispondiElimina