lunedì 2 dicembre 2013

N. D. S. BUSA': INEDITI



Forse fu solo un tremore d’erba,
o appena un respiro di biada
a soffiare un nuovo dolore.
Il giorno distillò ninfee d’acqua
sul bianco sigillo del mondo
e tenero annotò d’albe ogni ferita.
Non fu che l’abbaglio di un giorno
a fiorire d’assenze..
o un germoglio di luce a sbalzare
le pietre, a placare il grido, la fiamma
degli ultimi fuochi.
Ora si è persa la meraviglia,
le ultime ortiche pulsano nel sangue.

Ninnj Di Stefano Busà


*****


Un refrigerio breve questa terra,
di Ciclope che sputa fuoco e fiamme,
una canzone stonata che frettolosamente
sperpera le note fa afona la voce.
Ogni cosa passa lungo l’arco del giorno
e rimbalza come un  serpe nel fosso,
giungono chiare voci dalla solitudine,
il dono della notte ha volti stanchi,
bocche segrete nell’incastro dei rami
a primavera, lontano punta il becco
una colomba.

Ninnj Di Stefano Busà

2 commenti:

  1. Claudia Belloni

    C'è in queste poesie una lieve malinconia che non guasta. Ma c' anche tanta vita, tanta voce che canta le meraviglie sottili del mondo...Lo fa con estrema delicatezza, quasi timorosa di svegliare quella triste nostalgia, che è per ciascuno il sogno della giovinezza.

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  2. Poetica dall'aria stanca, con un volo di colomba notturna...nell'incavo della natura o albero segreto dalle forti radici.
    Un momento di sconforto ma in volo, quindi passeggero.
    Complimenti /miriam binda

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