giovedì 5 settembre 2019

GIOVANNA DE LUCA: "INEDITI"


GABBIANI

Basso ai vetri un intreccio di ali - i gabbiani -
al  battello che attracca.
Fu, prima, la lingua di terra  osservata
profilarsi di lenti colori,  ora questo sussulto
mi scuote come assedio improvviso.
Le ali bianche vicine, l'aperto buttarsi
di croce  risalente di botto in traiettorie
oscure, le ali sfiorate, l'occhio fisso  alla preda,
poi l'urto evitato sul vetro.
Resto immobile come io fossi la preda,
l'oggetto ignaro ed ottuso di sconosciute
ragioni - i gabbiani  -  messaggeri  inquietanti.
E all'attracco l'omologato  scenario,
chincaglierie variopinte, mi trova
svuotata, tra masse vacanziere qui
-o altrove - a cercare qualche ora di oblio.
La conca più verde, il fiore più bello, il
mare più azzurro non mi sa cancellare
tondo lo sguardo su di me  del gabbiano.
                                                                                     
ALLUNAGGIO

Quando il piede dell'uomo, luna,
ti toccò,un brivido sottile ti percorse,
come allorquando una mano inattesa
ti sfiora il braccio.
Ci aspettavi?
Forse temesti di non poter più essere
quella di sempre,dei sogni e degli amori,
delle veglie dei poeti infelici,
pensasti forse che alla tua luce
non avessero più un fremito i petali
dei fiori o non giocassero più gli spiriti e le fate-
Forse temesti che quel piede violasse la pace
e il silenzio con cui da millenni lenivi
le sventure umane?
Tanto tempo è passato, luna, da quella notte,
né sappiamo cosa accadrà in futuro.
Una cosa è sicura: mai sparirà la tua forza,
che nella pienezza ci acceca e ci rapisce, luna,
somma d'ogni bellezza

Giovanna De Luca




1 commento:

  1. Ancora un gabbiano nel cielo di Léucade e nel paesaggio frequentato da G.De Luca. Il volo inquieto ed inquietante, un predatore…una preda…un oscuro messaggio. Ma la banalità del quotidiano vacanziero pur ricercato per “qualche ora di oblio” distrugge ogni provvisoria misteriosa suggestione. Eppure questo gabbiano ha rischiato traiettorie incerte ed oscure e nel suo sguardo tondo e forse ottuso non sa cancellare i sussulti del pensiero, che non si sviluppano, le immobilità rigide che non si autogiustificano,

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