COMPENDIO FINALE
Carrozzelle filanti
tra pappagalli... galline...
zebre...cinghiali..
gabbie gemelle di libertà
attendono...
guardiani infermieri operatori
medici
vegliano un giorno immobile
signore e signori terapie
di vita concesse per oltre
contendono..
fuori snoda diritti e doveri
il filo
dentro luminoso illusorio
Centro
speranze alimenta di parenti e
amici
fuori la campana ore rincorre
veloci
dentro albe-tramonti lenti
senza corse...
sottendono...
allora rigoglio di esistenze
operose
ora fragili minimali vegetanti
di Natura fuscelli
impietose zavorre tra corsie e
letti blindati
compendiano...
inconsce immagini senza nome
né colpa
lamenti... silenzi...
bisogni... tormenti...
nella Struttura totale
Tempio supremo
di elevato finale...
Marco dei
Ferrari
Questa composizione di Marco dei Ferrari colpisce doppiamente il lettore: per la particolarità del dettato poetico e per la coscienza di una realtà estremamente dolorosa. E' un messaggio abbastanza chiaro: un quadro di disumanizzazione in una realtà che nei primi versi appare esagerata e quasi impossibile. Sono carrozzelle " in fila" tra pappagalli...zebre...cinghiali..; siamo dunque in uno zoo? tra animali in gabbia in attesa di libertà? Ma poco sotto i versi portano ad altro ambiente, ad altre figure ad altre situazioni.." Signore e signori terapie/ di vita concesse per oltre/...
RispondiEliminaIl paragone sottinteso ci apre l'animo all'angoscia...; siamo in una specie di serraglio dove esseri umani una volta "rigoglio di esistenze operose" ormai ridotti a " fragili vegetanti" attendono.. Che cosa attendono?
Ce lo dice il titolo di questa composizione drammatica, straziante.
In un ambiente che un'espressione di inequivocabile disinvoltura- quasi amaro sarcasmo- definisce " luminoso illusorio Centro", sotto la vigilanza di guardiani infermieri operatori medici, quegli esseri umani- impietosa zavorra- vivono un tempo vuoto , immobile, vivono un "Compendio finale"! Quale girone dantesco potrebbe esprimere un dramma umano con uguale efficacia?
Fuori c'è un mondo con diritti e doveri,c'è una campana che suona a misurare il tempo...ma dentro la costosa "Struttura" non esiste né tempo né persona né identità ..solo silenzio e lamenti...
Il Poeta conclude con tre versi brevi come singhiozzi:
..nella Struttura totale/ Tempo supremo/ di elevato finale..
Leggo questi versi dell'amico Marco dei Ferrari con sincera partecipazione ad una situazione dolorosa, da lui profondamente sentita e con tanto trasporto descritta fino a farne autentica poesia.
Edda Conte.
Ringrazio vivamente Edda Conte per la sua elevata riflessione proso-poetica che ha analiticamente evidenziato le intense ferite di una condizione umana "surreale" se non fosse reale.
RispondiEliminaLa logica "del destino" (che non è la nostra) agisce senza remore né ripensamenti, senza spazio né tempo, ma solo in se stessa (a quanto se ne può sapere) quale custode autonomo e anonimo del nostro esistere.