Sandro Angelucci legge:
“METAMORFOSI E SUBLIMAZIONI”
di RITA FULVIA FAZIO
Guido Miano Editore, Milano,
2019
mianoposta@gmail.com
Bene fa l’Editore a collocare l’opera
prima di Rita
Fulvia Fazio nell’ambito della poesia
elegiaca che ha caratterizzato gran parte del nostro Novecento (cfr. la
citazione di Mario
Luzi riportata in Premessa
da Guido Miano).
E altrettanto appropriato mi sembra
quanto asserisce Enzo Concardi nella sua prefazione quando sostiene che
inizialmente troviamo quelle liriche che non esita a definire della “morte
interiore”, dove “solitudine, dolore, disperazione, pianto, incomunicabilità”
la fanno da padrone. “Poi - prosegue - consequenziali, giungono le liriche
della ‘frantumazione ontologica’: i sentimenti rinsecchiscono, le volontà
soffrono apatie, regna solenne l’indifferenza, il mondo è dilaniato senza
essere e dignità, i sogni si spengono, frasi di odio e terrore chiuse alla
speranza allignano in modo allarmante.”.
Ecco, è proprio su questo campanello
d’allarme che vorrei soffermarmi: è vero e indiscutibile che “c’è un’urgenza di
vita” (per tirare in ballo di nuovo Concardi) nella poetessa, ma è come se
venisse soffocata.
Ci sono squarci d’azzurro che si aprono
ogni tanto in un cielo sostanzialmente nuvoloso e minaccioso di pioggia: come
in una giornata autunnale e ventosa che scompiglia, scombussola e, a volte, persino sconvolge.
Così, la Nostra esorta a tenere “il
respiro stretto / col proprio giorno / nella realtà quotidiana” per non perdere
il contatto con la vita autentica, per non partecipare “l’ansia e la paura del
nulla”, il “senso del vuoto / che illude / l’oggi del Potente”.
Entrare in Empatia (questo il titolo della poesia dalla
quale sono tratti i versi sopra citati, e che, personalmente, ritengo la più
riuscita dell’intera raccolta) significa “consegnare al fato”, ai nostri figli,
all’Amore, “l’ultima verità”.
E mi sento di concludere con un’esortazione ed insieme una speranza che siano valide per
l’Autrice e nondimeno per tutta l’Umanità: cerchiamola questa partecipazione
emotiva e spirituale con chi non ha mai smesso di dimostrarci la sua, con Madre
Terra; ne scaturirà una comunicazione intima e - nel senso letterario - verbale,
che sarà il primo dei mattoni sul quale fondare il futuro.
Sandro Angelucci
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaLa ringrazio signor Sandro Angelucci, del tempo dedicato alla lettura della mia opera esordiente, del suo contributo critico. Cordialmente
Rita Fulvia Fazio.
L'ho letta con interesse. Le auguro un prolifico e luminoso cammino letterario. Con viva cordialità,
EliminaSandro Angelucci
RICEVO E PUBBLICO
RispondiElimina"Alla sua prima prova, la poetessa Rita Fulvia Fazio si presenta già con significative credenziali critiche che ne avvalorano lo spessore poetico, sottolineando la profondità, la complessità e gli specchi d'anima della sua sensibilità lirica... amore con la A maiuscola, certo, perché così scrive la poetessa in numerose poesie sentimentali, e ciò è già di per sé una presa di posizione, una scelta. Amore come mosaico di emozioni... affinità di sentimenti, profondità di visuali, delicatezze umane e liriche con Rita F. F. scopriamo in una lirica amorosa di Sibilla Aleramo..." (Enzo Concardi). E questa non è empatia?
Saluti
Rita Fulvia Fazio
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaIn risposta alle sue discutibili teorie:
NUVOLA DI FELICITA'
Non resto nella disillusione
per l'illusione che illude.
Non è questo il mio sogno
di speranza
alla comprensione
che diffonde la buona intelligenza.
Non resto, sola,
nella nuvola bella
dell'ipersensibilità,
compassionevole e leale,
poiché acuisce in voi
l'attitudine
al raggiro e alla superbia gogliardica
per ridurla,
dall'innocenza e dalla sana intellettualità
alla sua stessa negazione.
No, no il sentimento
è buono e semplice,
come la semplice bellezza
è verità.
E allora,
prendo con me
la favola bella della vita
e fuggo!
Ben fuggo
con le mie molte vite
verso la libertà.
21 dicembre 2015
PER MANCATA BIOGRAFIA
Non sei quello che sei,
sei quello che gli altri vogliono
che tu sia. Una
mancata biografia.
Colui che riguardo non ha
a riconoscere una realtà sì
differente dalla propria,
sfiora l'irreale necessità
di annullarti per
mancata complicità
al dialogo
d'insensibile superficialità insincera.
L'idealismo disconosce.
Nella mistificata fantasia
del cicaleccio
l'arte della falsa rappresentazione
non ha anelito
di verità, idealità.
Alfine,
al rilucente metallico
mestiere di
agghiacciante guerriglia
esausta è la discordanza. E sì,
al vampirismo
il filo stride, avvampa, si spezza.
Prossima è la disfatta delle
informi, esangui non paghe molecole che,
all'uso del sublimato,
libera loro discredito.
E' palese il negativo alla fotografia,
vittime loro stesse,
si sciolgono.
Libere, sì,
libere di cercarsi
altre vittime,
libere di dar voce
ai nuovi burattini rotti.
16 agosto 2014
RITA FULVIA FAZIO
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaPrendo spunto dalle critiche letterarie a firma Angelucci; Santoro su blogletteratura di L. Spurio sul mio volume di esordio Metamorfosi e sublimazioni. : critiche che accolgo con spirito di accrescimento e, affinché sia esso stesso validante, mi sento di apportare il mio pensiero. Il critico che vuole definire la poesia di un autore deve darne un'immagine completa, organica e motivata possibilmente studiandone la genesi, l'evoluzione nel tempo attraverso le opere. Se invece Il critico si sofferma sulle qualità e caratteristiche poetiche deve soffermarsi sulle metafore, sul modo di usare le parole, sulle immagini, sul rapporto tra immagini e concetti (l'astratto delle immagini e il concreto dei concetti). Non stupirà la citazione, che simpaticamente inserisco, propria di Voltaire: "Datemi una frase qualsiasi di un uomo qualsiasi, estratta dal suo contesto, e io lo condannerò a morte" il critico che sprigiona una "fantastica" fantasia per attestare la sua verità. Cordialmente,
Rita Fulvia Fazio