giovedì 1 aprile 2021

ALESSIO VAILATI: "IL MOTO PERPETUO DELL'ACQUA"

 Alessio Vailati. IL MOTO PERPETUO DELL’ACQUA. Poesie. Biblioteca dei leoni. 2020

 

Una plaquette che con versi di endecasillaba struttura ci dà l’armonia del vivere incidendo i patemi esistenziali in iuncturae  reificanti. Tutto scorre con delicatezza e armonia. La parola, il fonema, si consegnano all’animo perché ne faccia il corpo della comunicazione. Il moto perpetuo dell’acqua è preso come titolo della silloge ma anche perché rispecchia in maniera oggettiva e epigrammatica   lo scorrere del tempo e le variazioni del vivere. Tutto è mutevole, ogni cosa si trasforma, e l’esistenza si sforza a tenere dietro a tali variazioni. Ma cosa di più vero, di più incisivo di questa immagine? Ci sono qui tutti gli aspetti dell’esistenza: il tempus fugit, le memorie, la saudade, la malinconia, la solitudine, il vuoto, il pieno di ricordi che col passare degli anni si moltiplica creando visioni di primavere e di volti scampati alla voracità dell’ora. Una plaquette plurale, polisemica, che, attraverso una poetica scorrevole e euritmica, ci disegna con concretezza la velocità e la inconsistenza del tempo che fugge. Direbbe Orazio: “Dum loquimur fugerit   invida aetas” o ancora Seneca: “Cotidie morimur”, “Cotidie morimur; cotidie enim demitur aliqua pars vitae, et tunc quoque cum crescimus vita decrescit. Infantiam amisimus, deinde pueritiam, deinde adulescentiam. Usque ad hesternum quidquid transit temporis perit; hunc ipsum quem agimus diem cum morte dividimus. Quemadmodum clepsydram non extremum stillicidium…”. Come del resto chiude il poeta con l’ultima lirica, cercando, con la sua ontologica meditazione, di avvicinarsi il più possibile a quel cielo che da terra ci è sempre sembrato inarrivabile:

andrò in un mattino svogliato al primo sole

negli angoli ciechi di una città dormiente

verso l’azzurrità del mare di silenzio

a colmare la distanza che risale il cielo.

Nessun commento:

Posta un commento