SECOLO XXI NUOVO: QUO VADIS?
Via sepolta di ratti sublimi
passione travolta ottusi incinti
libertà dissolta in opposti sofismi
arenano corpi discinti di bestialità tanfe
di mali trionfi... trituri...
afflitti... beni
s'affollano masse stuprate
rituali d'artifici irrituali
per artefìci virtuali
s'irridono tombe tronfie
musei mozzi di glorie... lapidi sozze
logore assenze frante
tenebri d'incavi per miti infranti
eroi affranti d'eroine sfregie
giovinezze castrate onori frustrati
che catarsi sacrali ornano vane
redimersi svolano eventi bugiardi
attori di ore fantasme... Soli digitali
di siti virali
tastiere letali frangersi esiziali
bellezze rubate
certezze all'angolo di secolo nuovo
già vecchio oltre 20... parolaio d'intenti...
quo vadis?
Marco dei Ferrari
La versificazione nervosa ed incalzante sembra evocare l'affastellamento caotico di oggetti, persone e mezzi di trasporto, tipico di una moderna e sferragliante metropoli. Il respiro affannoso del verso, volutamente sgraziato e schizofrenico, ha un ché di onomatopeico, nel senso che riproduce il baccano babelico dell'odierno villaggio globale, sovrastando ogni intimità e seppellendo l'Essere. "Quo vadis?", si chiede Marco, infine, rivolgendo l'interrogativo anche a noi lettori. Ebbene, io ritengo che il cortocircuito ci sarà, non potrà non esserci. Sarà inevitabile, a meno che non sapremo ravvederci in tempo utile, ma è poco probabile. Sarà comunque, quello, paradossalmente, dolorosamente, un giorno di festa, visto che sarà il giorno del riequilibrio. Complimenti all'autore, per la poetica riflessione che propone.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Carissimo Marco, nella tua ermetica e intensissima lirica imbevuta di sangue e inchiostro, gridi "Quo Vadis?" e sembri rifarti all'origine effettiva dell'espressione, ovvero alla leggenda secondo la quale San Pietro, che fuggiva da Roma, ebbe la visione di Cristo e gli chiese "Domine, quo vadis?". Gesù gli rispose"«A Roma, per essere crocifisso una seconda volta" e il Santo, preso da vergogna, tornò nella capitale dove subì il martirio. Ti chiedi forse dova vada l'uomo del XXI Secolo, costretto a essere 'attore di ore fantasme', costretto a vivere dietro lo schermo, privo di contatti, di cultura viva - Musei, palazzi, affreschi, teatri- , vecchio d'intenti anche a vent'anni... Una poesia che scuote e scortica il cuore. Le gambe, dopo la lettura dei tuoi versi, vorrebbero riacquistare la libertà di ieri, cercare praterie, spiagge, rovine...E fin troppi di tanta libertà abusano danneggiando l'uomo che resta dietro la tastiera. Un diario di bordo composto con la tua cifra stilistica intrisa di filosofia e di spirito innovativo. Sondare i meandri della tua anima è divenuta una sfida e una gioia! Ti auguro giorni lievi e sereni e ti stringo al cuore insieme al nostro Nume Tutelare!
RispondiEliminaDevo complimentarmi e ringraziare Franco Campegiani per la sua acuta riflessione sia sull'estensività del mio elaborato sino al "villaggio globale" di attualissima significanza, sia sull'interpretazione "visiva" della mia denuncia "contro" il babelico degrado dell'"Essere".
RispondiEliminaAltresì sono debitore a Maria Rizzi per il suo immaginifico affresco naturale (o virtuale) rievocato magistralmente nel "Quo Vadis?" petrino.
Il coraggio di resistere all'impatto crudele della virulenza negatrice costituisce struttura di per sé sufficiente nel delineare il pensiero progettuale.
Ironia o paura del futuro, in questo apocalittico quadro di ambiente?
RispondiEliminaIl Poeta traccia un presente orrifico e disumano, rammentando un tempo nuovo che prevedeva novità ma è invece già vecchio sul nascere.
Su vie infestate da immondizie di ogni genere vede passare folla indifferente , malvestita e tronfia di inutili sofismi, gente priva di ogni spiritualità, che tutto trascura delle glorie passate, incredula verso tutto e tutti: miti, eroi, eroine, catarsi...
Unico appiglio il mezzo telematico, tastiere e video corrodono e consumano la vista e la bellezza.
Questa la vita di un secolo nuovo che prometteva novità e progresso, un secolo appena ventenne ma già vecchio...Dove ci porterà?
In questa composizione lo stile del poeta è più criptico del solito, eppure è molto efficace e colpisce ...
Lievi pensieri di augurio per il Poeta e per noi tutti.
Edda Conte.
Il grande Poeta Marco, colpisce sempre nel segno. Epoca che non conosce più il suo passato, neanche prossimo, come farà a gestire il suo futuro?
RispondiEliminaAlessandro