Nota di lettura di Claudia Piccinno
Si conferma
scrittrice di romanzi la bravissima Sara Rodolao con questo libro edito nel
2017 in cui il lettore è trascinato in una maratona sempre più avvincente,
tanto da non poter attendere due giorni per arrivare alla fine. Ho avuto il
batticuore con Giulia Bianchino e sua mamma Cettina Calia, ma ho compreso anche
il dolore di donna Matilde e il disincanto della ballerina Paola Furleo. Perché
questo è il grande pregio di Sara, raccontare le vicende di un uomo,
descriverne i moti dell'animo, senza dimenticare i personaggi secondari, le
donne soprattutto ma anche Egidio Maritano, l'antagonista, vittima anche lui di
un sistema feudale. Non esprime giudizi la Nostra , ma trapela la sua grande
comprensione e compassione per coloro che cercano di sopravvivere nella
Calabria degli anni sessanta. Una regione dipinta in tutto lo splendore dei
paesaggi, nell'orgoglio della gente che vuole svincolarsi dalla sottomissione
al latifondismo, un microcosmo che pure pullula di tradizione, oralità e
solidarietà tra i compaesani. Non vi svelerò il nucleo principale della storia,
ma certamente non sono la povertà e la malattia a lasciare il segno, resta a
chi legge la sensazione di aver vissuto una intensa storia d'amore, sia essa
frutto di suggestione, piuttosto che ascrivibile a un amore a tutto tondo verso
una terra che profuma di radici e di riscatto.
Claudia, con la consueta competenza e con l'ausilio del cuore e di una scrittura fruibile, che rende la lettura filmica, vivibile, avvincente, trascina nella saga - tale mi sembra essere -, di questa famiglia, raccontata con raro nerbo narrativo e con la capacità di rendere corale la storia dall'Autrice Sara Rodolao. Il romanzo è incalzante, va letto d'un fiato... evoca storie come quelle della Allende, insomma è da leggere! Ringrazio Claudia per la superba introduzione e mi complimento con l'Autrice così creativa, talentuosa e convincente. Mi permetto di abbracciarle entrambe!
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