lunedì 7 aprile 2014

RICCARDO BERTOZZI: "POESIE"





PER RICCARDO BERTOZZI

Sandro Angelucci

La poesia di Riccardo Bertozzi (da quanto si evince attraverso la lettura dei testi seguenti) si lascia piacevolmente gustare, e ciò perché vi si coglie quell’autenticità del dire che sempre contraddistingue la vera creatività. Reputo che - con questi versi - ci troviamo di fronte ad un’ispirazione dettata dal dolore del vivere (vedi la chiusa di Concerto a Weimar), ma di una sofferenza, si tratta, non disperata (come potrebbe sembrare) poiché la disillusione trova il conforto della parola: una parola che “ci accoglie”, e accoglie il poeta, abbracciandolo con il calore della rinascita. La catarsi si attua “fra i seni rigogliosi” di Madre Natura: quando le forze svaniscono, ecco emergere un’energia nuova che origina il pensiero di una scrittura moderna che si fa notare anche per l’originale spezzatura del verso.

Sandro Angelucci






Da “Gli occhi di Sonia”

ELANOR

Parlami Sonia, parla ancora
una sola volta al mio cuore,
che ha fatto della tua voce
il canto della luce, e del vero.

Ascoltami Sonia, ascolta ancora
con aria serena, il folle suono
dei miei vecchi pensieri.
E sì che di segreti sei parte e custode!

Restiamo svegli, ancora un po’,
nell’abbraccio tiepido e silenzioso
dell’ora ormai tarda.
Evocando ricordi e sentieri
di mondi lontani, persi nell’ombra.

Ma quanta distanza ora ci separa!     
Tu sei lontana, e silenziosa.
Dove sono tutte le parole,
che allora fermavano il tempo?

Abbracciami Sonia, una volta ancora,
e stringimi forte come tanto tempo fa,
quando nell’ora buia della tua partenza
piansi per una fine, che ormai è certa.

Mai ti dissi la verità nascosta.

Eclissarmi nel buio dei tuoi occhi,
e con Elanor tra i lunghi capelli,
il tuo bel viso impreziosire







Da “Senza respiro”

L’IMMENSO           

Silenzio d’argento
dagli astri scende,
e su foglie in estasi,
come brina d’inverno,

si posa.

Il giardino è in fiore.
Il sentiero libero.
Madre Natura rinasce.
Fra i suoi seni rigogliosi,

ci accoglie.

D’oro risuonano i fiori
al tocco del sole.
Come arpe in sogno
accarezzate dal vento,

ci libriamo.

Fragranze dei tempi.
L’azzurro è ovunque.
Tra segreti sospiri,
il senso dell’immenso,

si rivela.






INEDITO

CONCERTO A WEIMAR

Nell’ora inquieta del riposo,
dell’ansia che gli orizzonti incrina,
riappari tu,
amica dimenticata,
tra le eleganti vie di Weimar.

Ricordi?

La fanfara allietava la piazza piena di turisti,
e tu sorridevi nella buffa mantella azzurra,
percorrendo il giardino della casa di Göthe.

Guarda,

Com’eravamo vicini alla verità allora.
Protetti da una poesia senza tempo
che ci incantava a ogni respiro.

Non senti?

Come risuonano lontani quegli anni.
Come stona l’esistenza ora,
di fronte a quel meraviglioso concerto!

Sono lontano da tutto e da tutti.
Non ho più forze per resistere,
ai bagliori accecanti del vuoto immenso

che fluttua intorno a me.






Riccardo Bertozzi nasce a Pesaro nel 1976 e si diploma presso l’Istituto Alberghiero di Riccione. Appassionato di lingue e letteratura, si laurea presso l’Università di Urbino con una tesi sul poeta tedesco Georg Heym, esponente del movimento poetico dell’Espressionismo tedesco da cui è stato influenzato. Attualmente vive a Cattolica dove svolge l’attività di direttore d’albergo.
Nel 2007 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie, Gli occhi di Sonia, Edizioni Giraldi, Bologna, con Prefazione di Mario Specchio. Nel 2009 è uscito Senza Respiro, Zero undici Edizioni, Milano.


Nessun commento:

Posta un commento