lunedì 20 febbraio 2017

N. PARDINI: LETTURA DI "DRACO DEL MADDALENA"


Si respirano incendi agostani dietro i sussurri e i sospiri di Draco, vedetta del bagno Maddalena. Occasione per narrare, descrivere, ritrarre; confondersi, anche, fra mosse e respiri di una <<“persona” quale sei>>; di un cane che il poeta fa suo con tutta l’originalità che lo distingue, con tutta la sensibilità che lo onora: sottecchi, sonnecchi, t’arrochi, corse, rincorse… atteggiamenti e pose  in un vortice di assonanze,  consonanze e rintocchi  sinestetici di ampiezza ispirativa. E riviverli d’inverno, tali uggiolìi sfuggenti al collare tiranno,  è altra cosa che viverli d’estate: realtà e immagine; è quest’ultima il bagaglio della poesia; quando le parvenze si sono riposate dentro noi assumono un altro aspetto, un altro significato; quello di una storia battezzata da un dolce sentire che rende l’alba una rinascita, la sera un’attesa, il tramonto una vicenda vissuta:  via vai di profumi, subbugli di bagnanti, ragie di pino, scaglie di mare, voglie di sole,  giovani bruciati dal cielo, viali rosati, barbagli di luci, melisma di suoni, di voci e motori. Si vive la vita: stagione che trabocca di urli, di esplosione di sogni, di ricami di spiagge, di isole fuggite dai cuori, ritorni di dolci memorie, di passate vacanze, di volti spruzzati d’amore, di amori spruzzati di cielo. Che dipinto! che quadro gentile! che tocchi innocenti; che voglie d’azzurro, di sperse effusioni; di umani abbandoni: un realismo di capassiana memoria; un realismo lirico in chiave “pensosa” dove le parole giocano fra loro: si abbracciano, si accavallano, si aiutano, si rincorrono, fuggono, tornano, si assemblano, si cozzano; dove ogni apporto lessicale è indispensabile alla costruzione di una piramide che trae nutrimento dalla terra e volge la punta al cielo per captare i fremiti della poesia; dove tutto si svolge lucido, al refolo marino, sotto gli occhi attenti o appisolati di Draco che sorveglia.

Nazario Pardini

DRACO” del MADDALENA

Acuto di sottecchi vedetta
sonnecchi pazienti bonacci...
entrate d'uscite sorvegli
estate rovente bocconi carezze miraggi
nel viale rasato che Mario protegge
da marzo a settembre 
Draco
guardinga difesa t'arrocchi
luci, suoni, voci, urli motori,
corse e rincorse sfrenate
sfilanti bagnanti, bimbi e famiglie
passi lenti e veloci d'impulsi impetuosi
balzelli scherzoso refolo marino
sbuffi sabbia, spicchi sole
scosso d'ombrelli
un giorno qualunque
uggiolìo sfuggente al collare tiranno
assorto sussurri e sospiri
“persona” quale sei

Marco dei Ferrari 


9 commenti:

  1. Ecco qua: due poeti, due scritture. L'Autore e il Commentatore.
    L'uno, Marco dei Ferrari, in questi pochi versi accenna dipinge canta un ambiente estivo con i lemmi della sua estrosità, efficaci e ampi nell'accezione del significato-significante. Sono versi spezzati, quasi fremiti dell'aria estiva briosa sulla spiaggia del Maddalena dove niente sfugge al "guardiano" Draco che pur sonnecchiando tutto vede e controlla...Draco è visto dal Poeta non più cane ma "persona". Sorride teneramente il Poeta, sorride alla scena che evoc con tanta grazia e puntualità eppure con la plasticità abituale della sua scrittura.
    E il commentatore, l'eclettico Nazario , poeta-scrittore-critico, qui gareggia in bravura, ricreando nella sua meravigliosa prosa poetica una nuova scena, che sembra lui stesso rivivere con gioioso piacere.
    Davvero un bel vedere l'accostamento di questi due eccelsi scrittori-poeti...ne risulta che entrambi raggiungono il lettore con un lirico messaggio di piacevole partecipazione.
    Un grazie sincero a entrambi.
    Edda.

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  2. Io che conosco veramente "Draco del Maddalena", ringrazio Marco dei Ferrari. Lo ringrazio perchè leggendo la sua poesia mi ha fatto considerare Draco più umano di un umano. Meno bestia di tante bestie. Marco dei Ferrari, con il lessico ricercato, attento, ironico e beffardo, riesce sempre a cogliere quello che sfugge anche all'osservatore più attento. Ed io con Draco, per omaggiare, non posso che "SCODINZOLARE"!!!

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  3. Intense forme onomatopeiche, sinestesie sapientemente ammiccate costruiscono una lirica che è insieme un efficace bozzetto e una profonda riflessione sullo scorrere del tempo ...e come dice Edda in un esaltante competizione poetica tra l'autore e il commentatore!

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  4. Drago, più che un cane,una creatura francescana da cantico!
    In un'estate dove tutto è suono,che si accompagna ai versi del Poeta,
    viviamo l'afrore sulla sabbia e miraggi di naufragi lirici.
    Ci sentiamo quasi degli Ulisse, desiderosi di approdare alla nostra
    Itaca.
    Draco e'allora come un Argo fedele nel ricordo di ogni ritorno al
    Bagno Maddalena.
    Sibila l'onomatopea del vento ed i giochi delle parole con la "esse"
    afferrano l'impeto degli sbuffi delle onde marine, degli ombrelloni
    scossi dal vento.
    Draco è la "persona "che cattura gli affetti e ci sussurra una grande
    tenerezza , che verrebbe voglia di riempirlo di carezze e di baci !
    Non ho mai pensato agli animali domestici come ad esseri privi di
    anima , ma come a creature sublimi che ci fanno compagnia e ci vogliono
    bene.
    Questa poesia, nei suoi movimenti e momenti sinestetici,è tutta un
    abbraccio che grida l'amore per ogni forma di vita.
    Bravo Marco,non ci deludi mai!
    Sandra Lucarelli

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  5. ...sfuggente al collare tiranno...inno alla libertà, animale ed umana. Da me sentita tanto a pieno cuore e anima, perchè amo d'amore, come e più di una persona, il mio fedele amico uggiolante, altrettanto ribelle alla costrizione direzionale e cittadina di collareguinzagliocaccadovesideveenondoveciscappa.
    Tutti tutti i tuoi versi, Marco, raccontano, anzi, dipingono e manifestano l'anima di ogni cosa, creatura, vivente o defunta. Epifanici e tangibili.
    Un grazie anche da Max e Santino al poeta che sa "guardare" dentro gli occhi della libertà

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  6. Dopo " Nino del Maddalena" "guardiano-gabbiano ostaggio su un mare di luce" ,cui fu dedicata una poesia ormai di fine estate da Marco dei Ferrari , adesso è la volta di Draco "guardinga difesa" dello stesso stabilimento balneare. Ora nei rigori invernali il poeta lo rievoca insieme alle voci, agli odori e al brulicare incessante di bagnanti sulla spiaggia. Protagonista anche qui lo spettacolo degli azzurri del mare e del cielo in attesa di una una nuova stagione.
    Testi poetici ,entrambi, che regalano una sequenza di immagini gentili , ma anche dinamiche e amene.Sono immagini quasi cinematografiche che scorrono davanti al lettore caratterizzate da una cromia di tinte sature.
    Una proiezione ,quindi, piena di luce , così come l'estate al culmine, quando si prepara a lasciare il passo all'autunno, in una vera e propria dissolvenza, aprendo alla nostalgia.
    In questo scorcio : Nino e Draco ...ecco due personaggi a tutto tondo, due esseri non anonimi come invece è tutta quella moltitudine che si muove senza posa .
    Senza dubbio la lettura di Draco del Maddalena risulta davvero gradevole , così come lo è sempre l'incontro con i testi di Marco Dei Ferrari , grazie alla sua straordinaria capacità narrativo-descrittiva e all'eleganza del verso .

    Maria Paola Manzo

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  7. "In questa breve lirica Marco dei Ferrari, usando come sempre il linguaggio in modo non convenzionale, fa una lunga serie di “scatti” che non valgono un’immagine sola ma un film intero: negli occhi di Draco, rassicurante e bonario guardiano, scorre l’umanità composita e “normale” della porta accanto, quella meno ritratta, quella più ignorata e, forse proprio per questo, quella che improvvisamente finisce per sorprendere il Potere. Ah, se gli occhi del Palazzo fossero attenti, buoni e intelligenti come quelli di Draco!” Paolo Stefanini

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  8. Marco dei Ferrari mette in scena un personaggio che, pur ispirandosi evidentemente a una “persona” reale, si carica di significati mitici e simbolici nell’enfasi dei gesti, nella espressività ridondante, nella corrispondenza piena e palese con la natura che lo circonda. Fa pensare a una divinità marina questo strenuo protettore della spiaggia per il lungo periodo estivo e anche oltre, in un dialogo continuo con le forze della natura in cui è immerso – il mare, il sole, il vento – e al tempo stesso con le persone che la popolano, quasi un tramite tra l’uomo e il Cosmo, capace di attrarre le energie positive e di diffondere vitalità e dinamismo. Nella sottile allusività dei versi, nel linguaggio sincopato, nella corrispondenza di sensazioni, nella struttura ellittica dei versi e delle frasi, si determina un dettato sinestesico di profonda significanza e di forte valore evocativo che riconferma il carattere raro e incisivo di una scrittura tra le più interessanti, dense e coinvolgenti, della poesia più recente.

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  9. Marco dei Ferrari sa giocare con le parole e le utilizza come le tessere di un puzzle, affiancandole solo apparentemente alla rinfusa. Come per magia, neologismi e onomatopeiche espressioni ricompongono il mosaico, offrendoci atmosfere e immagini dettagliate fino nelle più sottili sfumature. E’ un bozzetto, quello che Marco ci propone: il fondale di una scena che si perpetua quotidianamente al Bagno Maddalena, da marzo a settembre. Il poeta ci presenta l’istantanea di un giorno d’estate “nel viale rasato”, dove il fedele Draco, attento e solerte guardiano, non perde un’immagine, un gesto, un movimento, votato al sacrificio per proteggere qualcosa che non è suo, ma che lui “sente” suo . Intorno al fido Draco si anima un mondo di vacanzieri sotto il sole cocente: bagnanti, famiglie e bimbetti vocianti. Lo scrittore riesce a farci sentire quel vocio che fa da colonna sonora all’intera giornata al Maddalena. Ogni tanto dal brusio si stacca un gridolino. E Draco emette un “uggiolìo sfuggente”. Grazie, Marco, per averci regalato questo quadretto estivo. Ma a ringraziarti sarà soprattutto Draco per avere creato un ponte di empatia tra noi umani e le profondità del suo universo emotivo. Maria Fantacci

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