martedì 13 febbraio 2018

N. PARDINI: "GLI UMILI"


Gli umili


Sono quelli laggiù, in fondo al gruppo:
ascoltano,
e lasciano parlare gli oratori.
Fuori li noti bene:
tendono a nascondersi,
a rileggersi pensieri, invecchiati da ieri.
Sono quelli che amano di più,
magari di nascosto,
e se lo tengono dentro
per paura di essere scoperti.
Esperti di sconfitte,
di irrealizzazioni,
hanno i polmoni forti,
ma deboli conforti.
Sono quelli che guardano sottecchi,
nell’attesa che tu ti faccia avanti,
magari per parlare, per dire che ci sono,
per dire di progetti che rimuginano
da quando sono in vita. Ormai desueti.
Sono quelli che chiedono ai figli
se il giorno dopo piove o fa sereno,
poiché si aspettano che il sole
illumini il resto di un cammino.
D’altronde sono umili
sono in disparte, là dietro la fila.
Non arrivano mai. O quando arrivano
gli chiudono l’ingresso, perché è tardi.         
Sono quelli che sognano,
come tutti gli umani,
ma che tengono i sogni in un cassetto
ad aspettare un turno
che non arriva mai.

20/12/2017

13 commenti:

  1. Vorrei scrivere parole eleganti per commentare questa lirica, vorrei,forse potrei, probabilmente no. Ma non voglio farlo. Voglio scrivere soltanto le parole che mi escono dal cuore. Nonostante la sua grande cultura....la bellezza della sua poesia è nell'umiltà delle sue parole, nella profondità del loro significato. E per quanto alla base dei suoi versi ci sia sempre l'eleganza della forma, essa è come un profumo, di quelli naturali,niente a che fare con i prodotti artificiali. Un profumo sempre adatto alla sostanza della pelle, al contenuto che vi è sotto. Grazie Professore per la possibilità che mi dà di crescere nel leggerla. Emanuele Aloisi

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  2. Grazie Emanuele,
    complimento più grande non potevi farmi. In effetti è vero il detto: "Si impiega una vita per giungere alla semplicità della giovinezza". Bel commento!!!!
    Nazario

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  3. Non arrivano mai. O quando arrivano
    gli chiudono l’ingresso, perché è tardi.
    Sono quelli che sognano,
    come tutti gli umani,
    ma che tengono i sogni in un cassetto
    ad aspettare un turno
    che non arriva mai.

    caro Nazario,
    noi siamo fortunati perché, la poesia e solo la poesia, in una realtà dolorosa che nega risposte adeguate, diviene il nostro terzo occhio, riesce a lenire quel malessere che ci attraversa rendendoci capaci di soffermarci un attimo a pensare, a sognare, o guardarci attorno. Posso aggiungere che tante volte alcune cose che vedo mi rattristano molto, pertanto questa lirica bellissima traboccante umanità dedicata agli umili fa bene al cuore. Un grande abbraccio.

    Emma

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    1. Grazie carissima Emma, del tuo intervento pieno di umanità e sensibilità.
      Nazario

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  4. Questa bellissima poesia (bellissima nel senso più pieno del termine)metaforicamente la definirei una immensa tavola imbandita con succulenti pietanze sia dal punto di vista visivo che di gusto ove il commensale non sa veramente da dove iniziare per gustarle tutte. Io, non so veramente da dove cominciare per poter e saper esprimere tutte quelle emozioni/sensazioni che la stessa, verso dopo verso, immagine dopo immagine,mi ha suscitato/trasmesso subito dopo averla letta. In pochi versi il n/s Vate ha compendiato e descritto l'esistenza umana degli umili e forse anche dei timidi. E' una poesia senza tempo; e a rischio di apparire, seppure all'inverso, presuntuoso mi sono rispecchiato totalmente in questi versi in quanto li ho vissuti e li vivo ancora quasi quotidianamente. ..."Non arrivano mai. O quando arrivano gli chiudono l'ingresso perchè è tardi". Pasqualino Cinnirella

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    1. Grazie, Pasqualimo, per la tua sensibilità interpretativa
      Nazario

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  5. Nella poetica di Nazario si riscontra grande umanità e amore per tutti gli uomini. La sua sensibilità gli dà la facoltà di riconoscere i vari aspetti dell'animo umano. Questa sua poesia sugli umili ne è indubbiamente la prova. Sarebbe auspicabile un mondo dove anche agli umili possa essere data voce. La scuola dovrebbe essere la prima a fare questo. Purtroppo queste persone per superficialità e/o per comodità vengono lasciate in fondo alla fila rimanendo ai margini. Basterebbe un po’ di incoraggiamento per farle aprire e avere come gli altri la possibilità di interagire con il gruppo. Io credo che questo atteggiamento di chiusura da parte degli educatori possa essere una delle cause di bullismo. Ringrazio Nazario per questo meraviglioso testo poetico che leggerò il 27 p.v. in occasione di un incontro con i ragazzi di una terza media.

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    1. Sono strafelice che queste parole possano giungere all'orecchio e al cuore dei giovani. Credo tanto in tali operazioni... Mi piacerebbe anche conoscere l'autore di tale affettuoso e sensibile commento.
      Grazie
      Nazario

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    2. Caro Nazario mi scuso per non aver apposto la firma al commento. Serenella Menichetti

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  6. Mio caro Nazario, questa lirica avrei voluto scriverla io. E lo dico con ammirazione, non con gelosia. I tuoi 'ultimi', come nel Vangelo, saranno forse i primi, anche se sai descriverli come ignavi, come timorosi di affrontare i sentimenti, i giorni, i sogni. In realtà si evince che si tratta degli 'esclusi', di coloro che, come Voci indimenticabili, quali quelle di Primo Levi,di Dino Campana, sono stati ultimi nelle fila dell'esistenza, pur possedendo 'amori grandi', 'sogni nei cassetti' e desiderio di essere 'illuminati dalla luce del sole'. Rispecchiano gli esclusi della società attuale. Soli, senza possibilità di realizzare i desideri, di sentirsi uguali agli altri. Il Cantico dell'amore universale il tuo. La chiusa racchiude, velatamente, la speranza che 'arrivi il turno degli ultimi'... ed è sigillo di un'opera magistrale. Grazie. Ti stringo.
    Maria Rizzi

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  7. Carissima Maria, come sempre, la tua sensibilità spacca il cuore in due. Sei magistralmente profonda nei tuoi allunghi esegetici; i tuoi commenti aiutano il poeta a ritrovare le parole nascoste dentro la sua sacca. Ti ringrazio, carissima amica "... Il Cantico dell'amore universale il tuo. La chiusa racchiude, velatamente, la speranza che'arrivi il turno degli ultimi'... ed è sigillo di un'opera magistrale.".

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  8. Cosa possono mai le mie parole commentare o aggiungere a ciò che è tolto? come l'ascolto, la luce, il conforto, il coraggio, il posto, l'attesa . Qui c'è l'ombra degli ultimi lunga e stesa sulla strada dei grandi grazie alla poesia che ne illumina la persona !

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  9. Grazie a "GIZETA" per la sua sintetica e quanto mai grande riflessione sul nerbo della poesia.
    Nazario

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