venerdì 1 giugno 2018

PIETRO RAINERO: "MAYA", RACCONTO


   
                                                     MAYA

                                             Durante la notte il Sole viaggia attraverso la terra dei morti
                                                                                 ( antica credenza Maya )

“Perché tutto questo dolore, mamma?” chiese la piccola Maya.
“Perché la nostra città, Holmul, per la sua posizione strategica è coinvolta nel conflitto tra due superpotenze” le rispose Dzibanche, sua madre.
“Che cosa è una superpotenza?” volle sapere la bimba di 8 anni.
“Una superpotenza non è grande come un impero, ma tuttavia è un regno molto forte, che può contare su eserciti potenti, su floridi commerci, su di una vasta ricchezza”
“E noi, tra quali superpotenze siamo?”
“Siamo giusto in mezzo tra i regni di Tikal e di Kaanul. Tra questi due Stati la lotta riguarda il controllo di rotte commerciali per smerciare beni che servono, come l'ossidiana, per produrre attrezzi ed armi, oppure come la giada per realizzare oggetti sacri oppure ancora come i semi di cacao, usati per bevande al cioccolato o come moneta di scambio. Il nostro Re, Och Chan Yopaat, cioè “il Dio della tempesta arriva dal cielo”, è un vassallo del sovrano di Naranjo, che a sua volta è un vassallo del grande feudatario di Kaanul: tutti i Regni Maya sono collegati, Maya”
  
Già, Maya era una ragazzina di 8 anni del popolo dei Maya, e, nel momento in cui aveva pronunciato la domanda all'inizio di questa pagina, correva l'anno 590 dopo Cristo e Holmul si trovava nel territorio che voi oggi chiamereste Guatemala, quasi al confine con il Belize.

“Chi vincerà, mamma, tra i due potenti Stati?”  Maya era una bambina molto curiosa.
“Solo il cielo lo sa: fino a qualche lustro fa..”
“Cosa è un lustro?”
“Sono cinque anni. Ti dicevo che fino a qualche lustro fa sembrava prevalere Tikal, aiutata anche dagli stretti rapporti con la grande città-stato di Teotihuacàn.  Ma Teotihuacàn è crollata 40 anni fa, e solo 30 anni fa Tikal ha subito una devastante sconfitta militare. Dopo quel periodo i governanti Kaanul hanno espanso la loro influenza in tutta la regione”
“Ci hanno attaccato il virus dell'influenza?”
“No! No!” rise di cuore Dzibanche “hanno incominciato a comandare in questa regione, e tra le città di questi luoghi c'è anche Holmul, ci siamo noi”
E Tikal e Kaanul sono in guerra?”
“Sì, e noi ci andiamo di mezzo, proprio perché ci siamo in mezzo. Dobbiamo pagare le tasse al grande feudatario di Kaanul ed i nostri figli, i più giovani abitanti di Holmul, devono combattere in battaglia. Molti vengono feriti e numerosi sono, purtroppo, i morti. La guerra, mia cara, è fame, dolore, sangue, sofferenza, morte”
“Dove va uno, dopo che è morto?” Maya, l'abbiamo già detto, era curiosa.
“Cara mia, dovresti chiederlo a tuo padre, che è un sacerdote. Comunque noi pensiamo che i morti abitino terre molto, molto lontane da noi, forse dall'altra parte della Terra, che i nostri sapienti pensano sia rotonda. I nostri saggi infatti dicono che durante la notte il Sole viaggia attraverso la terra dei morti
“Quando qui per noi è notte, per i morti è giorno, mamma?”
“Sì,  quando noi dormiamo, loro mangiano e fanno il bagno. E viceversa”
“Cosa mangiano i morti?”
“Dovresti chiederlo a tuo padre. Comunque io credo che vivano in luoghi meravigliosi, magari come le isole qui, nel mar dei Caraibi. Me li immagino su isole con spiagge di sabbia bianchissima, con un mare pieno di sfumature blu, azzurre, turchesi e verdi. E penso si nutrano di noci di cocco, banane, datteri, papaya e mango.  Li vedo anche passare la maggior parte del tempo a cantare e ballare. Un paradiso, insomma. Fanno il bagno nel mare e di notte, naturalmente, dormono il sonno dei giusti”
“Ma anche chi è stato cattivo va su quelle isole?”
“No! I cattivi vanno all'inferno, che non so dove sia”
“Neanche papà lo sa?”
“No, neanche tuo padre”
“Uhm...” Maya stette pensierosa per un po'   “Mamma, ma come si fa ad arrivare, nella terra dei morti?”
“Questo non lo so, dovresti ..”
“Chiederlo a papà, sì, lo so!”
“Comunque”  sorrise  Dzibanche “so solo che i nostri morti vengono tutti seppelliti nel grande pozzo vicino alla piramide del dio Quetzalconatl, a tremila passi circa di distanza da casa nostra”
“Vengono gettati nel pozzo?”
“Sì. Tutti i nostri morti vengono buttati giù nel pozzo. E' una apertura molto lunga. Nessuno è mai riuscito a capire quanto il buco sia profondo. Ma ora è tempo che tu vada a scuola, Maya”
“Hai ragione, mamma. Sono già in ritardo”
E Maya stampò, prima di uscire, un grande bacio sulla guancia destra della madre.

Cinque ore più tardi, ma sempre 590 anni dopo Cristo, Maya era di ritorno.
“Mamma, mamma! Non ho bisogno di chiederlo a papà. Ho capito tutto!!”
“Hai capito tutto...cosa?!” chiese sua mamma, in questo frangente curiosa pure lei.
“Ho capito. So come funziona, so dove sono paradiso, purgatorio ed inferno”
“Sai dove si trova l'inferno??!”  chiese una stupefatta ed incredula Dzibanche.
“Certo. E' tutto semplicissimo. Il paradiso è dall'altra parte del mondo, perché, come dicono i nostri saggi, durante la notte il Sole viaggia attraverso la terra dei morti
“Sì, ma l'inferno?”
“La signora Oaxaca, la prof di scienze ( anche i Maya, sapete, studiavano scienze, ed anzi si dice che fossero decisamente bravi ) ci ha parlato proprio oggi del nostro pianeta e ci ha spiegato che la sua parte centrale, il nucleo della Terra, è molto caldo. Caldo e buio, perché là il Sole e la Luna non si vedono. E io, allora, ho capito tutto”
“E non vorresti spiegarlo anche a me?”
“Certo, mamma! Secondo me, il pozzo vicino alla piramide di Quetzalconatl non finisce mai”
“Non finisce mai?”
“Sì, hai detto tu che nessuno è mai riuscito a stabilire quanto è profondo. Nessuno ci è riuscito perché non finisce mai, arriva fino dall'altra parte del mondo, fino al paradiso, in quei luoghi meravigliosi all'altro capo del pianeta”
“Però!...” si lasciò sfuggire Dzibanche, un pochino meno incredula.
“E l'inferno è nel centro della Terra, dove regnano l'oscurità più profonda, il caldo più opprimente e gli dei più malvagi.  Quando uno muore” spiegò con precisione Maya “viene buttato nel pozzo ed incomincia a cadere verso il basso, come qualsiasi cosa, pietra o mela che dir si voglia. Continua a cadere in giù e poi, dopo un po' di tempo, ma io non lo so quanto mamma, perché non so quanto è grande la Terra, arriva al centro del nostro pianeta”
“E poi?”  la madre era sempre più incuriosita.
“E poi, se è stato cattivo,  viene fermato dagli spiriti della notte”
“Viene fermato?”
“Sì, viene fermato all'inferno, al calore impossibile del centro del pianeta”
“E come viene fermato, secondo te?”
“Non lo so, ma credo che venga fermato con delle corde che gli vengono lanciate e si avvolgono attorno alle caviglie o ai polsi di chi cade”
“Ah...ho capito. Insomma, è un po' come in quello strano sport che fanno i nostri giovani: si buttano dai ponti o dalle alture nei burroni e poi, quando hanno quasi raggiunto il suolo, vengono bloccati all'improvviso dalle funi che si tendono, frenandone di colpo la caduta. Pensa che male devono sentire alle caviglie, quando la corda dà lo strappo finale!”
“Già, sarà doloroso anche per i morti, ma ben gli sta. Se sono stati cattivi, è giusto che paghino!”
“Quindi, secondo te, i cattivi rimangono legati a testa in giù al centro della Terra, nel buio più completo ed in quel caldo infernale, per sempre?”
“Sì, quello è l'inferno, l'inferno è l'interno della Terra”
“Ed i buoni?”
“I buoni non vengono fermati. Continuano nella caduta finché non arrivano dall'altra parte del pianeta, dove è giorno quando qui è notte; lo hai detto tu:  durante la notte il Sole viaggia attraverso la terra dei morti. Dall'altra parte, nell' al di là, al di là della caduta cioè, trovano meravigliose spiagge e coloratissime barriere coralline, bianchi banchi di nubi che stazionano su antichi vulcani ormai morti, isole abitate da una flora ed una fauna paradisiache: è il paradiso!”
“L'unico inconveniente è che devono vivere a testa in giù” trasse la logica conclusione del discorso la madre.
“Sì. In paradiso si vive a testa in giù, ma anche gli alberi e gli animali stanno a testa in giù, loro dunque non se ne accorgono”
Anche la logica di Maya era ferrea, come vedete.
“Ed il purgatorio?” chiese Dzibanche.
“Il purgatorio non dura per sempre
“E' quello che dice sempre tuo padre”
“Infatti, e la mia idea spiega perché!!”
“Perché??”
“Il purgatorio è l'attesa del paradiso, vero?”
“Sì, o almeno questo è ciò che affermano i nostri sapienti”
“Giusto, ed infatti quando uno muore ed inizia la caduta nel pozzo vede solo buio, mancanza di luce, ed il purgatorio è la mancanza della luce del dio Sole, luce abbagliante che si può scorgere invece sulle spiagge del paradiso. Per qualche ora , forse, ma io non lo so per quanto, non so quanto è grande la Terra, mamma!”  La bimba quasi era in lacrime, i bambini infatti vogliono sapere tutto.
“Non lo sa nessuno, mia cara: non piangere. Non lo sa neppure tuo padre, e neanche la signora Oaxaca, la tua insegnante”
“Per qualche ora, forse...” riprese Maya “mentre cadono nel pozzo infinito,  i morti sono in uno stato di incertezza, non sanno per quanto dovranno cadere e se andranno al paradiso od all'inferno. Il purgatorio è anche attesa di questo giudizio finale. E quando uno supera l'inferno, il purgatorio è l'attesa di rivedere la luce del Sole, di arrivare là dove durante la notte il Sole viaggia
“Il purgatorio è diviso in due parti? Prima e dopo l'inferno?”    Dzibanche era sempre più stupita.
“Sì, e la mia teoria spiega tutto!”

Dzibanche allora soppesò il lungo ed in largo l'idea della figlia, trovando che non faceva una grinza, che tutto si incastrava in un quadro perfettamente coerente: l'insopportabile calore dell'inferno, il buio e la sfibrante attesa del purgatorio, la bellezza sfolgorante del paradiso, là dove durante la notte il Sole viaggia attraverso la terra dei morti.
E  Dzibanche, la madre affettuosa, guardò con malcelato orgoglio la piccola Maya, la figlia che a 8 anni d'età aveva surclassato i sacerdoti ed i vecchi saggi di tutti i regni dei Maya, scoprendo finalmente dove è collocato l'inferno e scoprendo anche che, una grande scoperta sì, che il purgatorio è diviso in due parti, prima e dopo l'inferno.

Anche da parte mia, devo ammetterlo, c'è ammirazione, e non poca, per le idee della piccola bimba, visioni dell'al di là che mi paiono dotate di una logica impeccabile e frutto di una fantasia ammirevole, non certo inferiore, ad esempio, a quella dell'Alighieri.
Non vedo sinceramente perché la rappresentazione del grande poeta fiorentino debba essere preferibile a quella di Maya....anzi!







Non lo pensate anche voi?


 Pietro Rainero






















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