martedì 4 febbraio 2020

GUIDO MIANO EDITORE: "TUTTO PASSA" DI MAURIZIO ZANON



Maurizio Zanon
TUTTO PASSA
Guido Miano Editore, 2019

Recensione di Anna Castrucci



“Se nessuno me lo chiede, lo so, se voglio spiegarlo a
 chi me lo chiede, non lo so”. Sant’Agostino


Maurizio Zanon, nella raccolta poetica Tutto passa, edita da Guido Miano Editore, per la Collana di testi letterari Alcione 2000, gioca indubbiamente con il Tempo. Si prova nel leggere Zanon, un’intima quanto amena e distensiva sensazione di benessere. Tralascio perciò tutti i riferimenti e parallelismi filosofici e letterari che la raccolta Tutto passa porta in sé. Altri prima di me lo hanno già fatto egregiamente. Piuttosto mi soffermo a rammentare che Sant’Agostino, ne “Le Confessioni”, ci parla del Tempo proprio come “distensio anime” in quanto il nostro vivere si distende tra l’Attenzione per il Presente, la Memoria, per il Passato e l’Attesa per il Futuro. Così Zanon nel giocare col Tempo, lo fa al ritmo andante dei suoi versi, testimoni di vita presente e quotidiana, memori di vita trascorsa e pieni di attesa per la vita futura.
La sua poesia, è caratterizzata da una sensibilissima maturità che sommata all’estro naturale dell’ uomo curioso, osserva l’ordinario e quotidiano scorrere della vita. La delicatezza dei suoi versi, delle sue semplici, ma non scontate constatazioni poetiche, va di pari passo all’acutezza naturale e profonda delle sue osservazioni. Ad esempio in La vita colpisce quanto la fatica del vivere, venga sentita da Zanon come un sorso che non si riesce a degustare, ma nonostante questo, egli sa bene come “tutto ricomincia in gocciolii di rugiada” (Risveglio di primavera). In tale costante, liquido fluire che Zanon ripropone ciclicamente, il poeta sa di non poterci dare certezze, ma sa anche farci immergere nel fluido scorrere dei fatti e comprenderne il fluttuante valore. Infine sembra voglia implicitamente, chiamarci a restare aperti ed in movimento poiché da ogni cambiamento si può apprendere una lezione nuova.
Zanon, poeta del Tempo, è anche consapevole di appartenere a un altro tempo. In La mia generazione trasmette con chiarezza il suo disorientamento temporale. “Invecchiato, sono un uomo d’altra epoca. / La mia generazione s’accontentava di poco / anche perché v’era poco…” Tale smarrimento, è attribuito dall’autore all’amplificarsi di fenomeni collettivi quali la violenza e il sopruso, sconosciuti alla sua generazione, ricca invece, a suo dire, di forti sentimenti di solidarietà e di protesta sociale. “E se qualcosa socialmente non andava / montava la protesta” (Ibidem). Il sentimento di solidarietà sociale, configurato anche nella capacità di combattere uniti per un bene comune, sembra assai caro a Zanon. Sono del resto questi, i sentimenti che hanno ispirato il poeta, ma anche tante lotte sociali della sua generazione per combattere ogni forma di aggressività e prepotenza sociale e politica. Si sente per questo, tutto lo scoramento del poeta per la continua perdita di coesione umana e idealità. Nel componimento Tutto passa egli afferma infatti, “Procediamo in caduta libera / nella crisi dei valori…” e intanto “… Il sole conta le ore. / La vita scorre e si scioglie”.
La fluidità dell’essere e del sentire transitorio, ad ogni modo, accompagna e costantemente griffa i componimenti di Zanon. Proprio questa caratteristica lo conduce infine, ad una riflessione filosofico poetica sulla condizione umana e l’odore della morte che spesso la pervade. Il poeta percepisce tale odore come un particolare, liquido sentore, che tenta di impedire la sua consapevolezza rispetto alla vita, dispensatrice generosa di doni. Tali doni definiti da Zanon stesso ‘tentazioni’, sono intesi come prove da superare.
Nell’impegno di tale superamento si genera, nell’uomo Zanon, una particolare reazione nevrotica che diviene sentimento madre della sua poesia. Il poeta si pone così in contrasto con il Tempo e i suoi giorni che fuggono e, sembra incapace di gioire dell’attimo che con sé porta via le “…parole sussurrate / i caldi profumi del vivere…” (Odoro di morte). Assai coinvolgente è anche l’immagine del tempo che nel suo andare rapido e inesorabile sembra lasciarci in un assordante rumore; il rumore della nostra civiltà urbana, della nostra stessa vita. E con il tempo, dice ancora il poeta, se ne va il silenzio perché “… si esprimeva troppo bene / senza le parole / e forse dava fastidio” (Il silenzio) … aggiungerei, più del rumore.
La riflessione poetica di Zanon in questa fase di tensione, è nutrita anche da un verosimile senso di colpa per aver tradito e a suo dire deluso, la Madre terra che pur ascoltandoci e guardandoci ancora, non ci riconosce più come figli (Madre Terra). Trova spazio in questo pensiero l’inclinazione malinconica dell’autore che si allevia tuttavia, solo quando si rende conto che il suo malessere può essere condiviso con altri uomini e che le tentazioni in verità, sono i doni che la stessa vita nella sua generosità ci offre. Il poeta, cambia allora il suo punto di osservazione. Ponendo egli equa distanza tra il suo sentire e la realtà, sembra divenire semplice testimone: “Guardo l’acqua del torrente / correre via frettolosa e concitata. / Somiglia tanto al nostro vivere…” (Fermo a osservare).
Nasce proprio qui il canto coraggioso dell’anima di Zanon che attraverso la poesia riconosce con chiara e pacata consapevolezza che tutto avrà fine, ma non bisogna per questo aver paura del futuro: “… So già che poi tutto andrà: / amore senti che bel vento!”. In quest’ultimo e particolare verso di Respice finem, il poeta, cambiando con repentino scatto l’oggetto di osservazione, mostra per intero la sua delicata sensibilità di uomo e di poeta. In un sol colpo, riesce a donare eleganza e ritmo al breve componimento di quattro efficaci semplici versi, mentre ci rivela che la fragilità dell’umana finitudine e il suo continuo scorrere e mutare, possono essere superati semplicemente ascoltando e sentendo il respiro della Natura, il “bel vento”, già presagio che ogni vita andrà con il tempo, a buon fine.
Il poeta Zanon, da buon poeta, ha già capito e già sa, che “… Diventeremo eterni con il tempo: / saremo il Tempo!” (Condizione).

Anna Castrucci









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