giovedì 19 marzo 2020

CARMEN MOSCARIELLO LEGGE: "ENTRO L'ARCO DEL MIO GIORNO" DI LILLY BROGI



CARMEN MOSCARIELLO,
COLLABORATRICE DI LEUCADE


Entro l’arco del mio giorno
Poesie di Lilly Brogi, Prefazione di Lia Bronzi. Nota di Anita Norcini Tosi, Bastogi. Dedicato a Carlotta.

Sull’arco dell’incontro
aumenta la cicuta 
ma lascia il tuo ricordo,
lascialo solo nel mio cuore[1]

Mi separa dai morti /un mondo di brutti sogni. Questa raccolta luminosa e tersa si autoesplora nell’arco fuggitivo della vita. Un arco che rende la poetessa e artista, pittrice , curatrice d’arte, Presidente della galleria D’arte La Pergola a Firenze , una scudiera dell’esistere. Le metamorfosi che il libro affronta sono repentine. Sgusciano
da un’anima ricca di ricordi e di molti dolori. Al di là del colorato tremore (è davvero la sua poesia …..un tremolar della marina… )che fa pensare ai ciliegi in fiore di Lorca. Si affronta un tema terribile: quello dell’ abbandono e, dunque, della morte  dei propri cari. C’è una poesia nel libro “ Natale 2003 [2]“ che mi ha fatto piangere, un pennello lieve disegna quanto può essere immensa la solitudine anche nella preghiera rivolta al Cristo Bambino, non si allevia il poroso ricordo.
Le poesie di Lilly Brogi sono tutte preghiere non solo a Dio, ma al mondo, affinché cambi , affinché il suo egoismo e la sua indifferenza smetta di ledere, ai poeti , ai bambini, ai vecchi a chi ha un cuore, le sue poesie delicate sono scricchioli di memoria che partono lente, circoscritte,  e poi si aprono improvvise a tulipano, nella stessa morbidezza e splendore di questo fiore . Insomma, voglio dire che i versi subiscono una purificazione nell’animo della poetessa, come se anche la malattia,  la morte, seppur insopportabili, possano essere l’accoglienza di un nuovo cammino che si nutre, di fiori, di arte, di poesia, di incontri, di amicizia, di amore.  La notte arreca paura, ancor più al poeta, gli incubi turbano il sonno, ma la dolce fanciulla non si lascia appesantire dal fardello, insegue la luna. Questo mondo non circoscritto del poeta, dove agli incubi, si intrecciano i sogni per prevalere, per imporsi nel costruire una vita, è questa voce un angelo che canta per il bimbo che è nato, ma anche per il suo bimbo, la sua bimba che attendono nella casa girandole di luce:
notte profonda stanotte,
freddo pungente.
Fiammelle soltanto riscaldano
Un cuore che rincorre serate serene,
feste felici, sorella che amo,
marito già assente
ho solo due bianchi tesori per mano.
Ora sorge dai fiumi del tempo
Tepore sereno, grazie bambino rinato.
Il mondo ai tuoi piedi riprende cammino
Scintille, girandole è festa,
accendetele tutti, muovete la mano

Lilly Brogi è anche una bravissima pittrice e una scultrice di immagini canterine, travasa senza cascate questi turgori di bellezze nella costruzione dei versi. Le due strade non confliggono, di questo gode Firenze che ha la fortuna di essere cantata in molti i versi dell’opera:  
Firenze, città del fiore
…nulla ti sciupa,  anche nel degrado
O città d’arte, immune
da ogni cosa, guardi muta
tutti i giuochi, gli eccelsi,
i più crudeli e crudi di ogni parte.[3]
Non ci sono crinali nei costrutti di Lilly Brogi , essi vivono , si struggono  per una vita che non è amore e il poeta invoca che  finisca questa tortura , chiede ascolto per quelle cose che per la sua vita sono come i suoi figli e che gli altri non vedono, né vogliono sentire. Esiste nell’armonia di quest’opera, congeniata in una scrittura che è acqua di sorgente nel  dislivello drammatico tra ciò che il poeta sente e il mondo. Nonostante la poetessa si cali continuamente con cuore pietoso nella vita degli altri, essi rimangono estranei al suo sentire , per lei , invece, sono tutti fratelli.
 Non solo preghiera, dunque, ma c’è  anche quell’amore francescano per tutte le creature, alcuni versi sembrano accarezzare il creato.

Carmen Moscariello




[1] Lorca, Poesie, VolumeII , Collana diretta da Giacinto Spagnoletti, Traduzione di Carlo Bo, Gazzella del ricordo d’amore pag. 301, 302., Guanda , Bologna 1967
[2] Lilly Brogi, Entro l’arco del mio giorno”, pg 43ho

[3] Lilly Brogi: Firenze città d’arte, pg.26.

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