giovedì 26 marzo 2020

ESTER MONACHINO LEGGE: "FIUMI DI COLORE" DI P.GAMBINO E S. DONATI



Pinella Gambino, Stefano Donati
FIUMI DI COLORE

Recensione di Ester Monachino

Dare un senso alle parole, pronunciate scritte musicate dipinte, significa -oltre che darne un senso nuovo- fare riappropriare le parole stesse del loro senso antico, ridare loro quel focus che mai hanno smesso di essere. Quando si legge poesia, quando si legge un’opera pittorica si aderisce con il proprio senso di parola interiore a quell’atto di significazione e la connessione animica instaurata fa intendere al lettore le matrici, gli sviluppi, gli eventi esistenziali, le fantasticherie, i pensieri astratti che fanno da basalto alla fecondità creativa che abita negli abissi dell’essere.
Essere poeta come Pinella Gambino, essere pittore come Stefano Donati significa essere testimoni e rivelazione in parola scritta e iconica di ciò che di essenziale esprime la loro interiorità nell’esistenza, il frutto della loro individuale verità, della personale esperienza profonda che dà loro quella determinata sembianza soggettiva nell’Esserci.
Li ho letti entrambi e l’intuizione mi ha portata nel loro cuore, nei sommovimenti, nelle elevazioni, negli sprofondamenti e nelle rinascenze del loro mistero umano, unicamente umano, nel volume “Gambino – Donati, Fiumi di Colore, edito da Guido Miano in Milano ed inserito nella collana “Parallellismo delle Arti”. Nella Premessa, Michele Miano evidenzia l’ipotesi “di lettura simultanea” che possa mettere faccia a faccia o fianco a fianco “i comuni intenti” ispiratori dei due artisti. Strutturalmente, nel volume, ad ogni composizione poetica ne corrisponde una pittorica come un rimando speculare di doni che, risuonando nella stessa frequenza di diapason creativo, ciascuno si fa sguardo dell’altro, parola cromatica dell’altro, specchio parallelo e infinito, forza suprema dell’anima.
Quello di Stefano Donati è il reame del sogno: non della fantasticheria ma di quelle forze ancestrali che stanno a fondamento, a basalto del reale terrigeno. E’ il regno della dimensione astrale, dei viaggi nei colori della purezza, nel regno delle non forme che prendono forma nella rispondenza della personale capacità immaginativa e creativa. Le composizioni pittoriche sono immerse in un campo dove il sentire immaginativo si esprime in una luce simbolo snodata e rifratta in colate forti, decise, dense, impregnate di meditazioni che costruiscono fiumi, esplodono dagli angoli più riposti, s’affacciano da pensieri fuggevoli. Sono sguardo che inossa la significazione dei sommovimenti interiori prolungandosi fino alla realtà visibile e senziente dello sguardo lettore, dello sguardo consuonante. Le gradazioni di giallo, di rosso sgusciati da un accecante biancore, spatolati in densità prensili e talvolta esplosi in spermatiche lingue che innestano un’ancestrale vitalità, si spargono, fluiscono, vanno incontro agli azzurri, ai blu cosmici ingravidandoli, benedicendoli di vita. In queste composizioni niente è banale: ogni guizzo di luce, ogni nido d’oscurità, ogni vettore del pennello ha la sua significazione. Così è sia se l’avvio cinetico è angolare oppure se l’irraggiamento è centrale. Tutto ha il suo intrinseco motivo d’essere.
Le composizioni poetiche di Pinella Gambino portano in grembo la forza e le intensità, le calure meridiane e le liquidità marine della terra di Sicilia. Poesia che radica nella terra per svettare verso domini imponderabili, poesia infinitamente attiva nell’esprimere quell’io individuale che travalica i confini del Sé. Una versificazione matura, calda, forte d’ogni fortezza interiore, densa d’ogni densità conoscitiva, sensibile nelle immagini della accesa liricità. Il dettato intimo che dà vita alla resa compositiva è l’intreccio della vita con tutti i suoi tesori creaturali, con tutte le sue debolezze e amarezze e conquiste che la definiscono, che la rappresentano; come “Un torrente di lava all’improvviso/…Fiumi d’azzurro ai lati/ quasi due braccia a contenerne il corso” (pag. 46): un fiume coscienziale tra le dicotomie perenni del vivere.
Una gran forza poematica, nel volume, di gran significazione simbolica, di gran sintonia, unico e ardito sogno creativo. Come esemplificazione, ricolmiamoci lo sguardo e l’anima con i versi e l’immagine di “Tu, pittore” (pag. 8) e “Big Bang” (pag. 9): “narratrice di sogni/…almeno tu pittore/ nel conquistato istante/ dammi luce/…al par di me/…colora i versi” . Ai versi, di rimando o, forse, basilare ordito, Stefano risponde con un accecante biancore centrale irradiante la vitalità verde clorofilliana frammista al giallo della solarità che si spargono nell’infinito blu cosmico.
In “Ci saranno ancora” (pag. 16), leggiamo: “specchiandoci nell’ultima speranza/ forse ci riconosceremo”. Certamente ci riconosceremo, reali e immensi, comunicanti sincerità e meraviglie, rinnovata umanità in “Bagliori cosmici” (pag. 17): l’angolatura alta di brace esplodendo si versa in gialle linee di forza, guizza a vivificare il cosmo, a donargli l’esistere, brace vitale che è Essenza primigenia.

Ester Monachino


Pinella Gambino, Stefano Donati. FIUMI DI COLORE
Guido Miano Editore, 2019, mianoposta@gmail.com




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