giovedì 3 settembre 2020

EDDA CONTE: "SANTINO", RACCONTO



SANTINO

                           (prima parte)

Vive qui da pochi mesi  ma già conosce prati e sassi, stradine e viottoli....
Passa in mezzo agli abitati senza neppure essere visto, sempre di corsa, sembrerebbe un ladro, ma non lo è....magari un invasato fuggiasco.....ma poi, nemmeno questo.  Anche lui ha le sue ore di ritiro, come qualsiasi mortale. Ha pure i momenti di quiete, che vive accanto al fratello, di tutt'altra tempra.
 Ha anche una casa, e cosa faccia e come viva in quella casa, non sappiamo, se lui stesso non ce lo dice.
Bene, eccolo lì che esce, da solo, come uno che lo fa di nascosto, perché non vuole essere visto.
Proviamoci:
- Santino, dove vai così di buon mattino....
Si volta scocciato, appena un attimo, e subito scompare dietro una catasta di legna.
Un rumore leggero, come se qualcosa strusciasse contro un'altra cosa.. Poi  uno  scroscio....alcuni  ciocchi di ulivo, già tagliati per il camino, precipitano dalla catasta.
Si apre una finestra :  - Santino!  cosa fai....
-Niente. Mi diverto un po'....volevo arrampicarmi...
-Ho capito....stai ancora lì, alla legna.... Vieni dentro, che tra poco usciamo.
-Uffaa....
 Sulla porta incontra il fratellone, tutto ben lucidato,  maestoso nella sua tranquillità.
- Oh... tu. Sempre attento e ubbidiente.....eh...!
Max lo guarda con il consueto affetto. E tace.
Chi invece non sta zitto è proprio lui, Santino, che borbotta mentre corre in cucina a mangiare qualcosa.
 Letizia scende le scale col sorriso già dimentica del suo rimprovero. Gli appoggia  una mano sulla testa  per una carezza, con tutto l'affetto e la comprensione che sente per quel discolo.
Santino la guarda in viso, come fece quella prima volta che  lei lo salvò dalla strada.
-Lo sai, io amo  gli spazi....non voglio restare chiuso....
Letizia lo sa bene. lo capisce  in questo suo grande bisogno di movimento...anche lei...
E poi, come non amarlo....con quello sguardo dolce, umido d'amore.  " Lo chiamerò Santino, aveva subito pensato, dopo averlo curato con tanti sacrifici.  " Resterà zoppo, ma non importa, lo terrò con me". E Santino la guardò come si guarda la Madonna.
Di santità Santino ne ha ben poca.  Vogliamo dire  che non sa resistere alle "golosità" che vede sul tavolo? E non le chiede, no, se le prende e se le mangia in tutta tranquillità.  E' proprio questa la caratteristica della sua natura: si permette di tutto, e tutto gli sembra dovuto.
Come il posto accanto a Letizia nel grande letto a due piazze.: le si mette  vicino vicino, proprio accanto , con la testina che sfiora quella di lei....e così rimane per tutta la notte.
Mai una volta che permetta al fratellone di fare la stessa cosa.
In prima serata è Santino che si sdraia sull'unica poltrona  comoda davanti alla TV, e Max, se proprio  vuole godere un po' del lettone, si dovrà accontentare di starci fino a quando lui non arriva, al seguito di Letizia. Da quel momento è ormai nato un tacito accordo: Max dorme giù, in sala, lui nel lettone.
Egoista?  No, solo amante degli agi e generosissimo verso se stesso e i suoi bisogni ( o presunti tali!).  Ma, in definitiva, si tratta di bisogni naturali......come dimostrò chiaramente con l'assenza di un giorno e una notte.
-Santinoo!  Santinooo.....!  Più e più volte , durante tutto il giorno, fino a sera tarda,  riuonò da una parte all'altra del monte il richiamo di Letizia. Ma di Santino  nessuna traccia.
Lo cercarono persino i vicini....lui si fa benvolere da tutti!
 Max non voleva rientrare senza il fratellino ribelle che, nonostante tutto  sentiva il dovere di proteggere. E Santino quella notte fece proprio tutti i suoi comodi. Nessuno seppe mai dove si fosse riparato.
 Comparve la mattina seguente davanti al cancello. Aveva l'aria  di uno che - poveretto-  è stato lasciato fuori casa....
E tu, Letizia, provasti a rimproverarlo? No certamente....anzi quasi quasi  ti sentisti in colpa per non essere riuscita a rintracciarlo, la sera prima!
Max, invece, non finiva più di brontolarlo, proprio come fa un fratello maggiore;  ben presto però manifestò tutta la sua gioia e....insieme presero a inseguirsi  per tutto il giardino  senza chiedere nemmeno la consueta passeggiata. Alla fine Santino si  buttò sul tappeto del salotto, sfinito ma finalmente soddisfatto.
Così vanno ormai le cose nel trio Letizia -Max -Santino: Letizia e Max fanno  l'uscita quotidiana senza la compagnia di Santino, il quale riesce sempre a trovare il modo di prendersi la sua libertà, prima di ogni altro, anche a cancello chiuso.
Santino e la libertà!  questo ha compreso Letizia, e a questo non prova più ad opporsi.
Ma vediamo ora cosa può succedere quando  si lascia il guinzaglio troppo lungo.
Oggi la tranquillità della passeggiata su per il monte in cerca delle erbette  è interrotta  da un rumore che si ripete a intervalli, preciso e...sì, non ci sono più dubbi....è la voce di Santino.
Max drizza le orecchie, si guarda intorno chiaramente preoccupato....letizia non vuol credere ai propri orecchi..."Perché urla così...., si chiede, ben conoscendo l'intraprendenza ma anche la sicurezza di lui.
 I due si spostano, più su e più giù, più qua e più là....ma la voce di Santino proviene sempre dalla medesima direzione.
 Poi ecco la telefonata di una vicina:
- Letizia! Vieni ..corri...Santino è sul tetto...!
-Sul tetto???!   Ma come avrà fatto....
Nessuna meraviglia. Niente è impossibile a Santino, che  ubbidisce ad una sola cosa, al suo bisogno di indipendenza..

                     (seconda parte)

Libertà!....... parola magica che certamente Santino, cane libero per natura,  non conosce nel suono, ma riconosce nel significato.. Infatti si accorge  che  qualcosa  contrasta con la sua vita  nella nuova casa, nel nuovo ambiente :  porta, cancello,  orario...guinzaglio...e persino il pericolo, qualche volta. E' allora che il monte rimbomba  di scoppi, di fischi, di corse nel fitto del bosco. Persino Max, così grosso e tranquillo, si spaventa e si mette a lato di Letizia, come se volesse proteggerla, ma in realtà per ripararsi. Il guinzaglio diventa  un pericoloso impedimento....non  serve a niente tirare ..tirare ...Letizia resiste.. Uno di qua e uno di là, le braccia tese...e loro  , Max e Santino, la strattonano  per correre sempre di più.
Poi, tutti a casa.
Nei giorni della caccia Santino si sente  prigioniero. Niente lo consola: né il profumo della pappa due volte al giorno, né il piacere del lettone dove dorme sonni felici accanto a Letizia.
 Ha solo un pensiero, la sua isola, i grandi spazi, la sabbia calda dove si rotolava per asciugarsi dopo il bagno...e quel mare immenso e spumeggiante, rumoroso e fresco.. Correre, e correre 
libero e sicuro , senza barriere ....senza cancello e senza guinzaglio e senza quel pericolo che fa fuggire a chiudersi dentro casa...
 Santino non conosce esitazioni, remore, impedimenti.... Un bel mattino, mentre ancora tutti dormono, lui agisce. Né porta né cancello hanno più segreti per lui.
Via, in fuga come un ladro, come tanti altri giorni,  questa volta però con un programma diverso.
.............
Quando arriva in pianura Santino non corre più....la quarta zampa- quella con tanto amore curata da Letizia-  torna a risentirsi dell'antica ferita; correre a tre zampe non è proprio comodo, ma lui è cane di strada e non ha dimenticato le risorse che la strada può offrire.
Davanti ad un panificio è parcheggiato un camioncino in attesa di fare il carico. 
Con un balzo ancora agile e veloce  Santino infila il portellone spalancato e si nasconde dietro una cesta di pane.. C'è profumo , c'è  tepore , e lui ha tanta stanchezza....Quando  il carico è completo e si mette in movimento lui si sente dolcemente cullare. E' felice. Si sente già libero.
Nessun guinzaglio, nessun  ordine, nessun pericolo. Ogni tanto l'uomo  che guida si ferma e viene ad aprire il portellone...le ceste del pane diminuiscono, tra poco Santino sarà scoperto nel suo nascondiglio. Che fare? Salta giù e senza essere visto riprende il cammino.
Ormai non corre  e un poco zoppica, ma pare sicuro di sé. E' un segugio, sa sentire il vento, riconosce gli odori...
E finalmente ecco il mare, il profumo , il rumore delle onde.
Il piccolo cuore avventuroso balza nel torace provato dalla corsa, ma è un balzo di gioia...e un balzo di nuovo agile spiccano le zampe per oltrepassare la paratia di protezione.
Ah, come è facile posare la zampa dolorante sulla rena morbida e cedevole!
 Santino avanza ....avanza lentamente verso la battigia.....
.......
Dopo un lungo tramonto infuocato sulla spiaggia scende improvvisamente il buio.
Nel silenzio,  nel buio, in luogo sconosciuto  Santino  , stanchissimo e affamato, perde un po' della sua bella sicurezza....vaga  sull'arenile deserto in cerca di un riparo.
C'è una barca  abbandonata, sembra un buon posto per dormire....e domani forse quella barca lo potrà portare all'isola.... Si acciambella intorno alla coda e chiude gli occhi. Non c'è  il piumino del lettone, non c'è il cuscino con i lunghi capelli di Letizia.... fa freddo ... ma  ugualmente  si abbandona al sonno....
Scivola dolcemente la barca sull'acqua.... Non c'è nessuno  che la spinga ma Santino sa che una forza misteriosa lo porterà sulle spiagge della sua isola.  Ecco emergere il muso di un Delfino che si affaccia al bordo della barca....curioso... amico.. -Dove vai? , chiede.
_Alla mia isola, dove c'è la libertà, risponde Santino, che ha voglia di parlare perché è contento.
Si mette a raccontare  di Letizia e di Max , del lettone e del bosco....
- E tu hai lasciato  tutto questo?...., domanda il Delfino.
Santino resta un po' in silenzio.....non sa cosa rispondere. Non ricorda  più perché ha lasciato la casa e Letizia e Max e..
Il Delfino , intelligente e buono , si offre di aiutarlo.
_ Lascia la barca e sali su di me; in un baleno ti porterò all'isola.
Ma Santino esita....
Allora il Delfino  si immerge di nuovo e con un forte sciabordio scompare.
             SANTINOO...!  SANTINOOO..... e Santino si desta di colpo.
 Ha riconosciuto la voce di Letizia...e c'è anche Max!...
L'hanno trovato.! Lo abbracciano....
         Il sole è già alto nel cielo ma i tre, dimentichi di tutto, continuano a rincorrersi sulla spiaggia del mare.
Non è l'isola, ma Santino ora prova una grande felicità , proprio come quando correva libero sulle spiagge della sua isola..


3 commenti:

  1. Edda cara, leggo i tuoi racconti, anche quelli di "Miraggi dell'isola" - perdona la lentezza, questa parte dell'estate non mi ha aiutata molto a concentrarmi-, e il pensiero corre inevitabilmente a Italo Calvino, il quale affermava "che bisogna avere uno sguardo sfumato, bisogna rivendicare il diritto di non sapere il nome degli alberi, dei fiori, degli animali e nominarli lo stesso con i mezzi che abbiamo". Tu ami creare meravigliose storie senza collocarle in un luogo, non precisando subito che stai parlando di cani, evitando di connotare gli animali o l'Isola con i tratti che le sarebbero distintivi. Attribuisci al caro Santino caratteristiche umane, com'è giusto che sia, almeno secondo il parere della sottoscritta, e lasci che insegua il concetto di libertà con una capacità di evocazione dell'intelligenza e della sensibilità dalle quali è impossibile non restare incantati. Santino, con la sua zampetta sofferente mi ha ricordato il bimbo del "Il barone rampante" che decise di vivere sugli alberi per evitare le convenzioni e gli obblighi della società in cui viveva. Inseguiva la libertà e l'Autore la narrava come te, Edda mia, attraverso un'idea figurata, cioè sfruttando gli aspetti di somiglianza tra la sua idea e il mondo reale, quello che percepiamo con tutti e cinque i sensi. Saper scrivere come te è un privilegio e una responsabilità. La libertà, assoluta protagonista del brano, rappresenta il dono che insegui da sempre e l'Isola non è una chimera, ma un luogo dell'anima, l'unico nel quale puoi riconoscerti e può riconoscersi Santino. Il cagnolino trascina l'intera famiglia in quel viaggio di gioia e di luce sulle spiagge e tu concedi a noi tutti il dono di correre liberi con loro, sull'Isola, che potrebbe essere Leucade, senza guinzagli e senza mascherine. Grazie di tutto, Amica mia! Ti stringo al cuore, insieme a Nazario, che senza ombra di dubbio, corre con noi...

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  2. L'autrice è mia madre, Santino è uno dei miei cani ed il racconto che è stato tessuto con tanta maestria è il ritratto immaginifico, ma anche reale, della natura indipendente del mio fedele amico. Ho persino tremato, leggendolo, con la stessa ansia che mi coglie ogni volta che il piccolo discolo riesce a trovare una via di fuga dalle mie attenzioni, dalle mie cure. Ho ringraziato mia madre di persona - ho la fortuna di spendere in sua compagnia quasi ogni giorno - ma voglio farlo anche in questa virtuale "isola", animata da un grande amore per la parola scritta, dalla sensibilità e dalla grande umanità degli "indigeni" che la abitano. Grazie mamma.
    Isabella

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  3. Mie care Maria e Isabella, sono io che ringrazio per le vostre garbate e affettuose parole di apprezzamento . Amo tutta la Natura, in particolare i fiori e gli alberi, tra gli animali i cani e gli uccelli ...
    Santino, poi, è un cane che ti strappa continue emozioni...
    Ringrazio anche il prezioso Amico per averci ospitato ancora una volta su Leucade.
    Edda Conte.

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