giovedì 8 aprile 2021

FRANCESCO RIGHI: "L'ELEMENTO CONCRETO E ASTRATTO DEL LINGUAGGIO POETICO" DI FULVIA FAZIO

Oggi ho ricevuto un regalo molto gradito e maggiormente gradito poiché non richiesto ma spontaneamente desiderato dal mio amico, il filosofo Francesco Righi, (l'artefice del mio maturato interesse filosofico e passione letteraria sviluppate collateralmente agli anni della frequentazione dell'istitito di Ragioneria)  che ha apprezzato e chiarito la relazione esistente tra l'elemento concreto e astratto del mio linguaggio poetico: 

 

"Ti mando alcune righe su "Sublimata suasività":


<<La poesia "Sublimata suasività" inizia con un quadretto neorealistico: una città di provincia; la classica città sonnolenta, ormai in decadenza, solitaria e silenziosa. Il tono è pacato, tranquillo, misurato: in questi primi versi la parola sembra essere totalmente esaustiva del messaggio del poeta. Più avanti la dimensione cambia, lentamente la "piccola città" diventa un paese misterioso: "Occhiate curiose fra le persiane/insinuano lame impestate di dolore." e a notte fonda un suono di violino vibra al ritmo dell'onda: dove tutto è tranquillo ora c'è un'aria di mistero. E' il linguaggio della poetessa che nasce dall'uso particolare che fa della parola. Ora le parole non sono più conchiuse
ed autosufficienti come all'inizio, ma non sono nemmeno parole che in sè evocano immagini specifiche o rimandano ad una poetica o ad una visione del mondo. La sua è una parola ricca di allusioni, ma non ben definite nel loro senso, che rimanda ad un'altra parola e questa ad un'altra ancora in un dinamismo che porta a metafore che si ridefiniscono continuamente: "...il lume marino accordato / all'anima del violino, /vibra il ritmo fondo dell'onda /che larga azzurreggia."; "Occhiate curiose tra le persiane /insinuano lame impestate di dolore.".

... E' il suo "barocchismo linguistico": nasce da un continuo passaggio da un concreto ad un astratto e da un astratto che ha il suo senso in un concreto. La solitudine notturna "il lume marino...", "l'ouverture sinfonica verdiana" che "intona il verso eccelso." sono sprazzi di un concreto che rimanda ad altro; è un
silenzio, una solitudine non compiuta e misteriosa che si comprende solo riferendola ad un "astratto": ad una tensione interiore, ad una maturazione intellettuale che la definisce e che si va delineando gradualmente nello svolgersi della poesia. 

La ouverture verdiana "rivela una intensa suggestione epifanica". E' il panismo di una natura floreale: l'autrice è trasportata in un immergersi sensuale nei colori e nei profumi dei fiori. Non è un vitalismo naturalistico, nè un panismo estetizzante.       E' una esaltazione che trapassa il quadro realistico e che può essere comprensibile solo riferendola ad un mondo soprasensibile che avvolge e definisce la realtà e di cui l'autrice si sente parte.In questo senso si sente "immortale bellezza sublime" che "intreccia inesausta parola muta d'Amore,..." 

E' chiaro che nel sentirsi una immortale bellezza sublime c'è una transvalutazione dell'io che diventa parte o partecipe di un mondo di amore che avvolge il cielo e la terra. 

Si è così compiuto il passaggio dal concreto all'astratto, ma un astratto che esiste solo in rapporto al concreto storico e virtuale. 

Da questa dialettica nasce lo svolgersi di un tempo narrativo: la poesia come storia di un disvelamento. 

Da una dimensione minimale, la piccola città solitaria e silenziosa; la poesia porta a cogliere una realtà spirituale superiore e onnicomprensiva. 

E parallelamente c’è uno sviluppo musicale: dal “pianissimo” dell’inizio la musica cresce di tono ed esplode con tutta la forza dell’orchestra nel radioso finale. 

La poesia è il percorso interiore della poetessa ed è lo stesso percorso che compie il lettore che legge questa poesia.>>

Un caro saluto.

Con affetto,

Fulvia

 

1 commento:

  1. Oh Nazario, tali letture, la sua e quella di Franco, unite; insieme rendono la gioia che esplica naturalmente il mio modo originale di essere, la mia essenza."La verità sottile e affascinante" che so trasfondere al mio prossimo, nell'istante che ama cogliere realmente l'animo, lo spirito che caratterizza il mio vivere;i fondamentali, i capisaldi del mio intimo sentire si riflettono nella luce che lei, Nazario, Franco, Marco, Mariangela,Gianluigi,Pierluigi, Rosangela, Marina.. che altri (qualcuno, taluni) emettete empaticamente. Attraverso la parola anche scritta, a me tanto cara; l'uso proprio che se ne fa e che amo cogliere da vari autori di spessore (Lei, Turoldo... ) concretizza un felice esistere.Sono onorata di poterle dire grazie. Grazie a tutti, tutti. Grazie Franco. Saluto con affetto i fruitori del Blog.

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