sabato 26 febbraio 2022

CARMELO CONSOLI : "POESIA"

 

Curriculum  breve di Carmelo Consoli


Carmelo Consoli è nato a Catania , vive e lavora a Firenze

Poeta, saggista, critico letterario e d’arte, operatore umanitario

Laureato in Scienze politiche e relazioni internazionali

Presidente della Camerata dei poeti di Firenze

Presidente emerito ed esecutivo di varie associazioni culturali nazionali e in giurie di premi letterari

Autore di 15 pubblicazioni poetiche e numerosi saggi inediti.

Ha ottenuto circa 200 primi premi in importanti e rinomati concorsi di poesia  ed affermazioni di prestigio nel campo della saggistica.

Insignito di svariati premi alla cultura e alla carriera

Hanno parlato della sua poesia molti importanti critici nazionali e riviste di pregio.

Collabora  attivamente con associazioni letterarie, riviste e blog culturali come autore e critico

Inserito nella lista dei  poeti nazionali  in “ Italian poetry”.

Presente nelle migliori antologie poetiche nazionali

Tradotto e pubblicato in varie lingue tra cui su “Gradiva” di Olschki editore negli Stati Uniti.

Ambasciatore italiano per la poesia del movimento mondiale poetico “Poetas del mundo”

Membro del Word literary forum for peace and human rights.

Ha partecipato a convegni internazionali sul tema della” Identity agonies “

Senatore accademico dell’Università”Ponti con la società”

Si occupa inoltre di studi filosofici, religiosi, sociologici e delle relazioni interculturali

Ha elaborato e fondato la teoria filosofica, religiosa e delle relazioni sociali definita della “ Bellezza infinita”.

 

 

L'epopea dei vitigni salmastri

 

 

Ancora cala un vento carico di campi

e di maree nelle notti lunate dei vitigni;

mi coglie nel sogno di falò, stoppie arse,

di occhi persi in una danza di guizzi e scintille.

           Ancora mi resta cucito sulla pelle,

dolce come allora, l'odore del fico, della zagara,

il gesto antico di mio padre chino sulle zolle

a disegnare forme, a fecondare campi

e sussurrare nenie d'amore alle tenere foglie,

ai grappoli verdi assetati di sole.

Nelle notti di vendemmie balli, grida

e fiondare di comete; l'odore aspro dolce

del vino tra il rosa viola dei tramonti.

           Di quell’epopea dei vitigni salmastri

mi è rimasta  dentro una trama bianca

di sentieri, la nera sagoma dei muretti,

la danza dell'ape estasiata tra gli acini rigonfi;

impresse come stimmate orme  lievi di fanciulli

nell'ombra dorata dei limoni.

          E mentre maturava l'uva alla controra

nei silenzi delle piane, nel ronzio radente

di  verdi calabroni m'incantava

la storia del tempo e della luna

urlata al cielo dai vecchi seduti sulle botti:

Luna calante, che sia luna calante

quando si vendemmia, male segno nebbia e pioggia”.

          Di quell’epopea  rivedo i filari rossi

che a sera s'accendevano di lucciole, il gelsomino,

la farfalla maculata, il selvaggio dei tornanti

dalla piana al mare, l'azzurro di quell'infanzia,

sangue vivo che ancora mi scorre nelle vene,

mescolato a una terra fumida di sogni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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