sabato 12 febbraio 2022

FRANCESCO DE CARIA LEGGE: "IL SUSSURRO DEI SILENZI" DI LINO D'AMICO

 

LINO D'AMICO,
COLLABORATORE DI LEUCADE

Francesco De Caria legge

“Il sussurro dei silenzi”

di Lino D’Amico

Il sussurro dei silenzi


A volte, i silenzi sussurrano,

sorridono, piangono, a volte ingannano

al di la della soglia del tempo,

distillano emozioni, urlano  senza eco

dispersi tra verità, menzogne

di albe che turbano scossi risvegli

nell’incerto fluire dell’attesa.

 

A volte, accarezzano l’anima,

timidi, ricercano iridati arcobaleni,

nel gioco di un velo impalpabike

tra bagliori e penombre,

il nulla  e l’immenso.

per non inciampare nei fili d’erba

in un prato di sogni smarriti.

 

A volte…

 

      

E’ l’individuo che si raccoglie in sé, nel silenzio, un silenzio che “parla” la lingua delle memorie ormai decantate e delle sensazini; è l’animo che ormai, nel periodo forse migliore della vita, nonostante le debolezze del fisico (lo diceva Seneca…) ha distillato dalle trascorse esperienze, dal mare che ha attraversato, attese, delusioni, sguardi meravigliati sul giorno che eternamente risorge: nell’atmosfera attutita in cui vive il saggio ormai giunto in porto, anche gli urli non hanno eco, non hanno voce…. Resta solo il distillato di “verità, menzogne, risvegli scossi, attese inquiete”…

Quasi specularmente la seconda parte parla di carezze timide, dello stupore dinnanzi  al miracolo di Iride, di veli che attutiscono l’impatto della realtà, realtà affondata nel passato, che il tempo ha attutito, Ora la realtà pare lontana – di calore di vampa lontana parla Foscolo – il mondo talmente assorto che persino un filo d’erba può far da pietra d’inciampo. E’ l’individuo che ha saputo poco a poco staccarsi dalla realtà “carne e sangue” che ha conosciuto nel pieno vigore della giovinezza e ha trasformato l’azione in contemplazione. E’ il vecchio marinaio della letteratura romantica che ormai ha lasciato alberi, vele, sartie e rimedita sui suoi ricordi, ormai non più scosso da paure, da passioni travolgenti, da empiti d’ira o di gioia.

 

Francesco De Caria               Torino -  10-02-2022

 

 

                                     

 

                                           In Autunno, ll rumore

                                      di ogni foglia che cade,

                                      è assordante perché,

                                      con lei, precipita un anno

 

                                                      Tonino Guerra

2 commenti:

  1. Francesco De Caria è l'ottimo recensore della poetica dell'amico Lino. Ne coglie ogni sfumatura con precisione e professionalità. Splendido il passaggio: "la realtà pare lontana – di calore di vampa lontana parla Foscolo – il mondo talmente assorto che persino un filo d’erba può far da pietra d’inciampo." Il riferimento a Ugo Foscolo è proprio su misura per la lirica postata dal Nostro, per la sua chiusa che marca i limiti e i misteri della Poesia: "il nulla e l’immenso./per non inciampare nei fili d’erba /in un prato di sogni smarriti.". Un grazie di cuore a entrambi e un abbraccio.

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  2. A mio modesto parere credo che "Il sussurro dei silenzi" sia una delle più belle poesie che Lino D'amico abbia scritto con il suo stile oramai consolidato e che lo contradistingue. Lo abbiamo visto crescere poeticamente su questo blog e se questi sono i risultati fin qui raggiunti non si può che ammirarne la costanza, l'assiduo impegno,la determinatezza del suo voler proseguire con una voglia giovalile pur da parecchio Seniores. Da un pensiero votato all'esistenzialità dell'uomo in questa e pertanto impalpabile ne riconduce, con chiarezza espressiva, una realtà concreta,toccante, immediatamente intellegibile posta su una struttura conseguenziale al dettato poetico. Al Sig. De Caria non posso che esternare i miei complimenti per l'analisi critica e puntigliosa del testo risaltandolo come duvuto nel suo significato e significante palesando piena conoscenza dell'autore e del suo poetare. Pasqualino Cinnirella

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