venerdì 3 giugno 2022

MARCO ZELIOLI: "FRAMMENTI DI LUCE"

 




Marco Zelioli

 

FRAMMENTI DI LUCE

 

Recensione di Enzo Concardi

 

L’approccio critico ai testi di Marco Zelioli non può prescindere da una fondamentale constatazione: la sua ispirazione letteraria affonda le radici nella visione cristiana della vita, non solo quando produce frutti direttamente nella sfera del sacro - come la terza parte di questa sua ultima pubblicazione, dall’inequivocabile titolo Un anno di cantici, quasi degli inni sacri - ma anche quando volge lo sguardo sui mali di questo nostro mondo alla deriva (come nella prima parte: Anche la più piccola luce nel buio risplende e nella seconda: Frammenti di luce nel buio, i primi venti undici settembre), vivere odierno che registra forti regressioni antropologiche e che viene giudicato con i parametri dei valori etici e morali del Cristianesimo, alla luce di un Dio che ama e perdona, di un Cristo che è modello integrale, perché ci chiama alla sua sequela: “Io sono la via, la verità e la vita” (Giovanni – 14,1-6). I contenuti dei suoi messaggi sono estremamente chiari, poiché esposti senza pretese accademiche e stilistiche e quindi assumono una valenza universale, percepibili senza bisogno di un particolare impegno esegetico-interpretativo, da addetti ai lavori.

Quasi tutti i testi di Frammenti di luce potrebbero, a mio avviso, essere letti alla luce di una definizione del reverendo Martin Luther King circa le tre dimensioni essenziali della fede: profondità, verticalità, orizzontalità. La profondità scava dentro noi stessi, poiché è nella nostra interiorità che avviene la libera adesione alla fede, è lì che avviene la chiamata, che nasce la preghiera, che s’invera il colloquio con Dio. Zelioli ne è ben consapevole e, nella poesia To be or not to be, si rivolge all’uomo con queste parole: “…/ Lo sai che il crocevia del tuo dilemma / è posto nel profondo del tuo cuore / e non avrà alcuna soluzione / finché non avrai scelto se affidarti / al Nulla eterno oppure al Redentore /…”.

Il Cristianesimo privilegia la vita interiore rispetto a tutto ciò che è esterno e nel nostro autore è fortemente presente la necessità, il bisogno, il desiderio, l’invocazione per un rinnovamento spirituale, per una conversione del cuore e dell’anima, per quella che i teologi chiamano metanoia, cioè un cambiamento di vita radicale come è avvenuto per Saulo di Tarso sulla via di Damasco o, letterariamente, per l’Innominato nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Solo così, ovvero con l’avvento di un uomo nuovo, potranno cambiare anche il mondo, la società, la storia, le strutture. Per Zelioli I sette sacramenti contengono tale esigenza da lui richiamata più volte nel libro: “... lo Spirito del Padre / … col segno della croce, / apre il corso a una vita consacrata, / ad una vita totalmente nuova /…” (Battesimo); il pentimento della Confessione e la “… / sincera contrizione / davanti a Dio...” esprimono il desiderio di incamminarsi sulla via del bene; con la Comunione si verifica l’unione con Cristo e si vive in grazia di Dio; con il Matrimonio l’amore umano, che non può reggere da solo, viene trasformato dall’amore divino per “reggere l’urto del tempo”.

 La verticalità è il rapporto tra l’uomo e Dio, lo studio e la pratica della sua Parola, la dimensione della Trascendenza, il destino escatologico riservato all’umanità che riconosce in Cristo la propria salvezza. Zelioli ci avverte dell’importanza di ciò nei versi: “…/ La fede in Dio non è un particolare, / è fondamento dell’intera vita” (Le virtù teologali - Fede); “È la speranza tratto distintivo / di ogni uomo che confida in Dio /…” (Le virtù teologali - Speranza). Ed anche nella sua coerenza ‘cristologica’: “…/ Così va spesso il mondo per noi uomini, / che non sappiam seguire l’attrattiva / inaspettata che ci porta Dio. /…” (L’attrattiva Gesù), ovvero scegliere, come gli apostoli, la sequela del Cristo. L’orizzontalità è niente meno che l’amore per il prossimo, ma ispirato dall’amore divino, la carità cristiana proveniente dall’Evangelo. Il cristiano non può ignorare il mondo e i bisogni dei fratelli in quanto la Parola è chiara: “Se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi?” (Giovanni, 4-20). Dunque ecco che la sofferenza degli altri entra spesso nelle composizioni di Zelioli, sia che si tratti delle guerre (Siria, I primi venti 11 settembre …) o di problemi etico-sociali che come il calo delle nascite, l’aborto, l’eutanasia, la pandemia … (Per amore o per forza, Quando finirà?, Per sorridere …). In conclusione condivido il parere della prefatrice Marcella Mellea quando sostiene che “un velato intento pedagogico caratterizza tutta l’opera poetica dei Frammenti di luce..., anche se ritengo che la poetica di Marco Zelioli derivi soprattutto dall’incontro con una Persona.

Enzo Concardi

 

 

 

Marco Zelioli, Frammenti di luce, prefazione di Marcella Mellea, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 116, isbn 978-88-31497-69-5, mianoposta@gmail.com.

 

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