E’
PENSIONE
Giunta
alfin è l’agognata pensione
vestita di speranza e di
rassegnazione:
speranza di salute e
allegra compagnia,
rassegnazione se queste se
ne vanno via;
speranza d’esser, come
sempre, utile a chi ti circonda,
rassegnazione nel veder
quando il tuo faro affonda;
speranza di una vita ancor
lunga ed efficiente,
rassegnazione al passar
del tempo che non regala niente.
Giunta alfin è l’agognata pensione
vestita
di gioia e di delusione:
gioia d’aver finalmente
finito di lavorare,
delusione per gli anni che
vanno ad aumentare;
gioia nel disegnare i
futuri progetti,
delusione nel riempirne
così tanti cassetti;
gioia nel non doversi più
alzare al canto del gallo,
delusione al passar
giornate che ti lasciano in stallo.
Giunta
alfin è l’agognata pensione
vestita di te che ne sei
il padrone:
padrone del mondo che a
giro ti circonda,
quando decidi da che parte
far girar l’onda;
onda che mescola, qual
natural frullatore,
i quotidiani eventi, se ne
sei sol spettatore;
spettatore pagante in
questa vita un po’ stregata,
attenta alle forme, ma
dalla sostanza assai dimenticata.
Giunta
alfin è l’agognata pensione
vestita di ciò che al
mondo regala emozione:
emozione diversa di quand’eri
bambino,
attratto, quasi per magia,
dall’orto del vicino;
vicino ora sempre più
all’ineluttabile meta,
che ti è compagna sin
dalla nascita tua lieta;
lieta vola con te la
fantasia sin dal più profondo,
or che ti senti
l’incontrastato padrone del mondo!
ELENA
1931 - 2011
Or è giunto il momento di
far, senza freni, grande festa:
Tutti in coro lodiam la
maestra di vita e le sue alte gesta!
Tanto lontani e arditi
sogni non finiron di certo all’alba,
Aiuti alla storia di chi
fuggir voleva dalla vita scialba;
Nata quando ancor si
leggea alla luce del lume a petrolio,
Tra le mille traversie,
da sempre affrontate con orgoglio,
Armata dell’amore della
gente e con la forza del Sapere,
Napoli ha da sempre nel
cuore, anche al passar delle Ere;
Non ha mai dimenticato
quanto la buona creanza vale,
Insieme all’amor per
Verità, che non sempre a galla sale!
… ed è ancora
Primavera!
Folate
dispettose di vento ti scompigliano i ricci,
Ribelli
a ricordar i tanti e ormai passati capricci,
Ammassati
dall’inesorabile sommarsi degli anni
Nei meandri della memoria insieme agli affanni.
Così
il tempo, crudele e senza alcuna soluzione,
Emette
la sua sentenza al passar d’ogni stagione
Sicuro
di ribadir l’anno dopo, ugual operazione.
Celebrar
or conviene il giunger fausto e gioioso
Anche
quest’anno, di tale giorno per te radioso!
Paolo Carazzi
PRESENTAZIONE
PAOLO CARAZZI, mantovano di nascita, vive a Novate Milanese dal
1949; dal 2007 è in pensione.
Usa
come stile di scrittura per le sue poesie quello dell’acrostico, un genere
molto antico che probabilmente all’origine aveva una funzione anche magica. Nei suoi acrostici in forma composta ed in
rima baciata, tratta con questo stile avvenimenti personali, momenti
occasionali e nomi di persone care, mettendo in primo piano più l’aspetto della
sensazione che quello dell’emozione .
Ha
iniziato da giovane, quasi per gioco, a scrivere poesie con questo stile,
continuando poi con il passare degli anni, forse inconsciamente, per
estraniarsi dalla vita lavorativa che per più di trentasei anni lo ha tenuto
legato agli impegni quotidiani. Così attraverso
questa antica espressione cerca di comunicare emozioni e sentimenti e cogliere
l’intima essenza di quella filosofia pratica che poi fa parte della vita di
ognuno di noi.
Nel
corso degli anni le sue poesie hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti
sia nazionali che internazionali. Nel
2007 ha pubblicato il suo primo libro “RIME BACIATE – Acrostici in libertà – “
OTMA Edizioni Milano.
Nessun commento:
Posta un commento