lunedì 28 maggio 2012

Tre poesie di Sandro Angelucci


SALTO D’ACQUA


Solo ieri
erano gialle, erano alte
le corolle delle dalie.
Oggi però
somigliano alla sabbia dei deserti,
sono terra bruciata
sono spente. Effimero,
e tu lo chiami effimero
questo rapido succedersi del tempo.
Eppure
così lento non è stato mai
se nel volgere di un giorno
sento
tutta insieme l’eternità
uscire da se stessa
e riversarsi
come fiume in piena
nella cascata delle perplessità,
nel salto d’acqua
di cui mi bagno e non conosco altezza.

(terzo premio per l’inedito al Francigena 2012)


TORNANDO DAGLI EGUGANEI


Io vi ripenso
nelle sinuosità delle vostre forme
morbidi colli
che come bolle di magma rappreso
sorgete dalla terra
per elevarvi al cielo dolcemente.
Nelle vostre caverne
gonfie di lava
io cerco la bellezza che non trovo
il fuoco
che alimenta la dolcezza
ed arde come il vostro nei ventricoli.
E dunque io vi amo
in nome di un amore che non conosco
voi che terra siete
così diversa dalla terra mia
colli sospesi
tra la notte e il giorno
sugli assolati silenzi delle vigne.
E meno greve
rendete il mio ritorno.


MONNA TERRA


Ho in mente una Terra sorella
o donna, comunque,
che dire mi possa del parto
del nascere nudo dell’uomo
dell’animo suo misterioso,
ribelle e per questo divino,
per questo scontento.
Ho in mente una Terra che pensi
che muta ricordi la storia
dei giorni trascorsi
di quelli che ancora verranno
nel ritmo incessante del tempo.
Una Terra che abbia la forza
di farmi staccare le mani
dal tetto del certo,
dal male che incolla,
che mi faccia provare con lei
l’intera bellezza      
della vita che c’è
che vive sospesa nel balzo,
nel tuffo di un sogno nel buio.

2 commenti:

  1. Ho letto, sbarazzatomi del profondo legame di affetto che mi lega a Sandro, ho letto, invocando obiettività, queste tre poesie di rara fattura emotivo-contemplativa. La felicità d'esecuzione, la limpidezza, la fluidità ed il lessico tonico e novativo sono le note che sgorgano dalla prima lettura. E quindi la domanda: come si può in così breve tratto di scrittura significare l'universale senso d'eternità ed esaltare l'umano che è in noi? Angelucci ci riesce con una metafora da vertigini paniche: seguendola, questa eternità,nella cascata delle perplessità,
    nel salto d’acqua
    di cui si bagna e non conosce altezza.

    Premio veramente meritato. Bravo Sandro e brava la Giuria.

    Nazario

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    1. Ho letto, ho letto anch'io il tuo commento, ed anche per me è stato necessario sbarazzarmi del profondo legame d'affetto che ci lega per essere obiettivo. Non so se ci sono riuscito, tuttavia mi sono sinceramente riconosciuto in quella metafora che, davvero, mi ha fatto venire le vertigini.
      Grazie, Nazario, per i tuoi elogi, che spero proprio di meritare.

      Sandro

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