Emanuele Marcuccio,
Per una strada,
SBC Edizioni,
Ravenna, 2009, pp.
98, Euro 12
Come un treno,
che passa e vola via,
i binari scintillano,
vano è il paesaggio,
fuggente l’attimo,
istante per istante
corre via,
etereo vapor brilla.
Questa è la vita. Qui il suo scorrere veloce. Qui la
sua fugacità. Eppure un “etereo vapore” resterà a brillare. E qui, dunque,
anche la speranza. Linguaggio personale e altamente metaforico quello di
Marcuccio che ci arriva con immediatezza per il suo dire vicino alle nostre corde
sentimentali. Sì, la vita fugge, ma sarà la voglia dell’Eterno a sopperire a
questa fragilità. Il fatto di essere umani ci spinge ad azzardare lo sguardo
oltre i confini, ad ambire ad un novello viaggio odissaico. E in questo azzardo,
partendo da quelle che sono le problematiche reali del nostro esistere, sembra trovare,
il poeta, il nesso principale della sua poetica.
Opera elegante,
Per una strada, raffinata per veste grafica, e immagine di copertina, in
cui, la strada illuminata da un sapido tramonto che si perde nell’incognito, ci
dà l’idea di quella che sarà la forza evocatrice della poesia di Marcuccio. La
sua filosofia di vita: essere ed esistere per amare, non solo eroticamente, ma
per amare, dal profondo del cuore, l’arte, la letteratura, la pittura, la
natura!, la natura sì!, in tutte le sue paniche sfaccettature. E sarà la natura stessa
ad accompagnare il poeta in questo suo plurale e contaminante percorso. E’ lei
che si assume il compito di rivelare in gran parte i segreti più intimi dell'autore.
Perché il Nostro affronta gli aspetti più disparati della realtà: quelli emotivo-esistenziali, quelli artistici,
quelli civili. E con energia linguistica, con innovazione verbale, con l’uso anche
di un lessico arcaico in particolari nessi letterari, esonda tutto se stesso.
Il verso scorre leggero, fluido, chiaro, come l’acqua di un torrente alla
sorgente, dove lucide traspaiono le pietruzze dal suo fondale. E così si snoda
la poesia di Marcuccio. Varia e articolata, ma sempre arrivante e suasiva per
l’efficacia delle immagini nitide e vissute con grande intensità emotiva. E gli
argomenti toccano gli ambiti più scottanti della vita nazionale: la memoria
della strage di Capaci “Affrontiamo con forza, / ricordiamo i passati lutti, /
giammai dimenticati…”; il tema della pace “E con questo amore / lacrimante e
piangente, / o Speranza, da’ a noi / un’alba di pace!”; l’inquinamento “e il
sole non sparmierà / i suoi dardi infuocati, / sulle umane genti / la sua
collera piomberà”; il diboscamento “Indisturbata avanza / la macchia grigia, /
fuoco e fiamme / sull’inerme foresta”. Fino a tematiche esistenziali
quali la vita, l’amore, la felicità; o letterarie: A Vittorio Alfieri, A Giacomo Leopardi. Ma a dare compattezza e
unicità al dipanarsi del tessuto poetico c’è un senso di malinconia, e una
profonda coscienza di essere, che renderebbero umano, troppo umano il messaggio
dell’autore se non intervenisse quell’aspirazione a un “Eterno” che convalida e
rende prezioso il fatto di esistere pur nello spazio ristretto di un soggiorno.
Direbbe il poeta: “ La vita sarebbe virtuale se non intervenissero la speranza,
la memoria, e l’amore ad aprirne un’uscita.”
Nazario Pardini Arena
Metato 25/05/2012
La ringrazio infinitamente per la recensione, per l'attenta lettura e per l'evidenza in "Vetrina di scrittori contemporanei".
RispondiEliminaGrazie infinite per aver letto apprezzandoli i miei semplici versi, Prof. Pardini!
Emanuele Marcuccio
un commento che, spinge ad introdursi nel mondo poetico di Emanuele, con uno spirito, quasi, di venerazione per la profondità dei versi, per le tematiche e, l'essenza del suo animo puro e, soavemente letterario.
RispondiEliminaCon stima Rosa Cassese