Massimo
Acciai nasce a Firenze il 9 aprile 1975. Laureato in Lettere presso
l'Università degli Studi di Firenze nel 2001, con una tesi sulla comunicazione
nella fantascienza. Si è interessato molto presto al genere narrativo
fantascientifico e fantastico in generale, scrivendo e pubblicando brevi
racconti su riviste in italiano e in Esperanto e classificandosi in vari
concorsi letterari. Nel 2003 fonda la rivista culturale online Segreti di
Pulcinella (www.segretidipulcinella.it) insieme a Francesco Felici. Dal 2007 al
2008 collabora con il musicista siciliano Paolo Filippi, per il quale ha
scritto circa 140 testi di canzoni, ed altri artisti tra cui Matteo Nicodemo. Nel
2009 appare il suo primo e-book, edito da Faligi, in esperanto e in italiano,
“La sola absolvita / L’unico assolto”. Presso la stessa casa editrice sono
usciti anche il romanzo fantasy “Sempre ad est” e il saggio “La metafora del
giardino in letteratura”, scritto insieme a Lorenzo Spurio, entrambi nel 2011. Presto
uscirà un suo libro di racconti, “Un fiorentino a Sappada”, presso Lettere
Animate.
È
redattore della rivista letteraria “L’area di Broca” dal 2006. E’ anche autore
di video, musicista e performer nel gruppo dei Poetikanten.
15 ventoso
il giorno si consuma
come goccia di pioggia
che scende il vetro
sa di mare
Tempus fugit
Si aspetta.
La vita come
una sala d’attesa
Come un
romanzo con un vero finale
Che chi vive è
l’unico a non conoscere
Si aspetta.
La vita come
un libro
Con capitoli e
intrecci
E inquietanti
presenze
E squarci di
sole.
Si aspetta.
Quel mondo
incantato
Quella fine
del lungo viaggio
Quel dolce
ritorno a casa
Qualcosa da
nascondere
Nel quieto
affrettarsi
Forse un
timore senza nome.
Si aspetta.
La vita non ha
verità assolute
Solo
constatazioni
Si aspetta.
Firenze, Multiplex, 15 ventoso dell’anno
CCXX (5 marzo 2012)
Babilon a posteriori (Metropolis)
Ebbe molti nomi arcani la Porta di Dio
La città di stelle d’equinozi e d’algoritmi
Sfida il cielo terso con la
pietra e con l’argilla
Metropoli maestosa dai palazzi
smisurati
Metropoli suadente dagli
edonistici giardini
Metropoli metafora del Male sulla
Terra
Avrà molte figlie nei millenni
quella pietra
Semina sudore e sangue la Città
Divina
Templi torri luci sfolgoranti
nella notte
Salirà il miele antico dalle sue
fontane
Ruggirà il leone nel palazzo del
potere.
***
Ecco i nuovi satrapi, manager e
industriali
S’affacciano da grattacieli lievi
come l’aria
Aria che saprà di nafta e docili
fragranze
Metropoli stupenda dai palazzi
esagerati
Metropoli potente dai sobborghi
di cemento
Metropoli metafora del paradiso
in Terra
***
E’ dal sottosuolo che verrà poi
la rovina
Nei vicoli del cuore abbandonati
nell’incuria
Nelle stanze del cervello non
arriva il sole
Il coraggio di guardare in volto
i fratelli
Che vengono ingoiati da una cifra
sul giornale.
Musica: Paolo Filippi - Testo: Massimo Acciai
Firenze, 3 settembre 2007
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