Una
poesia semplice e complessa per la sua plurivocità emotiva, dove sogni, fantasia,
nostalgie, memorie si intersecano in un melange di urgente resa espressiva. Dove
tempi e luoghi lasciano tracce di sacre primavere trascorse. E dove si
percepisce la coscienza della precarietà dei giorni che passano frettolosamente.
“E’ qui che il Poeta si lascia alle spalle una emozione per sciogliere le
briglie della fantasia; o si lascia alle
spalle una emozione…/nel breve barbaglio di quell’istante bruciante/ dove,
unici compagni, sono i pensieri scossi; ed è qui che è facile dimenticare ogni
realtà latente, per incontrare, però, solitudini diverse, dove si partorisce,
forse, una nuova identità”. Poesia fresca, d’immediata ispirazione, che, col
suo linguismo spontaneo ed arrivante, sa
coinvolgere il lettore.
Nazario Pardini
Mi lascio alle spalle…
Mi lascio alle spalle una
emozione…
e sciolgo le briglie della mia
fantasia
quando la mente si disperde
nei sogni
tra bagagli di querule
nostalgie
che accendono memorie e
sensazioni
lungo sentieri erti, in fuga
verso il nulla.
Mi lascio alle spalle una
emozione…
simile al sussurro sciapo
dell’anima
che torna alla ribalta,
portato dal cuore,
con l’ultimo bagaglio del
trascorrere dei giorni,
sconfinato, come vorrei fosse
la mia anima,
mai dispersa tra le ultime bave di quei sogni.
Mi lascio alle spalle una
emozione…
mentre emergono risposte
latenti,
tiepide, come carezze di sole
sulla pelle,
flebili, come brezze che
scompigliano i capelli,
scosse, come una fuga verso l’infinito,
smarrite, come spazi confusi
nell’attimo.
Mi lascio alle spalle una
emozione…
nel breve barbaglio di
quell’istante bruciante
dove, unici compagni, sono i
pensieri scossi,
dove è facile dimenticare ogni
realtà latente,
dove si incontrano, però,
solitudini diverse,
dove si partorisce, forse, una
nuova identità.
Lino D’Amico
Carissimo Amico, Il nostro Nazario ha avuto infinite ragioni per introdurre la tua lirica, che risponde con voce dolce e poderosa a coloro che ritengono
RispondiEliminainutile o scontato scivolare nei labirinti della memoria. Costoro asseriscono: "ci si é già stati, li si conosce" e, con capacità speculativa inesistente, annullano il senso dell'esistenza. Eh, già, perché noi esistiamo proprio in virtù di ciò che ci 'siamo lasciati alle spalle'... E' il passato il grande pozzo dal quale attingiamo energie per affrontare gli urti dell'oggi e del futuro. E tu lo confessi, con i versi autoptici e di rara intensità emotiva che chiudono la bellissima lirica:
"dove è facile dimenticare ogni realtà latente,
dove si incontrano, però, solitudini diverse,
dove si partorisce, forse, una nuova identità".
Lasciando alle spalle le emozioni, i volti, gli incontri, le storie, si nasce nuovi, nei campi dove con fatica e amore si é seminato, e si inventa un giorno che sappia rivestire il ruolo di autentica identità.
Grazie per il pathos e per la valenza filosofica e pedagogica dei tuoi versi, Amico caro... Abbraccio te e il 'mio' Nazario!
Maria Rizzi
Una lirica che raggiunge in calme atmosfere, senza filtri complessi, ma attraverso codici aperti, l'animo del lettore, quasi lo conduce per mano nei 'luoghi' della poesia, dove il pensiero percorre vie inedite e trova risposte che vengono dal mondo sommerso di chi scrive. Il poeta ci presenta un clima malinconico, sovrastato da percezioni sublimi, che solo allontanandosi dalla realtà si possono avvertire. E' un battito che pulsa all'unisono con quello della vita, la quale talvolta ci propone il suo volto sibillino, accattivante, che cela alla ragione riservandolo invece all'irrazionalità dell'ispirazione del poeta. Una composizione ricca di lirismi, di spontanei mezzi linguistici che rendono sciolta e agevole la lettura. Immergersi in questi paesaggi interiori significa prendere le distanze dal ritmo forsennato del vivere, chiudere a chiave il mondo per qualche minuto e viaggiare in altre dimensioni. Complimenti
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