Volano a stormo gli uccelli
nel mattino di novembre,
soffio bruno di ali contro
un cielo di nuvole grigie.
Mi compaiono improvvisi,
raccolti negli archi e volute
ricolme di grazia.
Hanno ampie le ali: se ne
vanno a migrare?
Di essi io non so, se non la
bellezza del puro arcuarsi
del volo.
Recano un tiepido messaggio
di pace, una serena malinconia.
Ancora la natura è padrona,
su in cielo.
Quaggiù ci fu un tempo
in cui a stormi, uscite da
scuola, in riga e per mano
andavano fiocchi e grembiuli,
seguendo la strada già data.
Ed era la stessa armonia,
un accordo di passi e di visi,
come un unico, prefissato
destino.
A quell'andare ripenso,
mentre torna nel cielo
lo stormo.
© GdL
un cielo di nuvole grigie.
Mi compaiono improvvisi,
raccolti negli archi e volute
ricolme di grazia.
Hanno ampie le ali: se ne
vanno a migrare?
Di essi io non so, se non la
bellezza del puro arcuarsi
del volo.
Recano un tiepido messaggio
di pace, una serena malinconia.
Ancora la natura è padrona,
su in cielo.
Quaggiù ci fu un tempo
in cui a stormi, uscite da
scuola, in riga e per mano
andavano fiocchi e grembiuli,
seguendo la strada già data.
Ed era la stessa armonia,
un accordo di passi e di visi,
come un unico, prefissato
destino.
A quell'andare ripenso,
mentre torna nel cielo
lo stormo.
© GdL
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