IL PATTERN DI PARDINI
Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
Pardini non smentisce mai il suo
memorarsi lirico tra stagioni e ambienti di fasce temporali-esistenziali come
il mare, la spiaggia, l'amore, la ragazza...
In questa lirica apparentemente colma
di tristezza e malinconie varie (il Sole che si squaglia... il singhiozzo di
settembre... le rene amare...) il Poeta rievoca un distacco finale da una
stagione morente.
Ma qui il significante delle parole si
distanzia dal significato delle stesse che non si inquadra in un finire
musicalmente tradotto dallo spartito dei giorni: tutt'altro.
Infatti per il Poeta l'accostarsi alla
fine è solo l'inizio di un percorso retrospettivo: salsedine e ragia si
alimentano di giovinezza; la stagione triste è vivacizzata dalla simulazione
della ragazza che partecipa a estati rinnovate da un incendio di passioni reali
che il Sole interpreta nelle "vele" di orizzonti estesi oltre il
pensiero di memorie e sguardi; la mestizia di un amore perduto ne sollecita un
altro sorretto da un Sole gonfiato e da aliti d'aria rinforzati e
carezzevolmente spruzzati in un suono di salmastro arricchito (...più pieno...)
e di fogliame prezioso (d'oro) e intramontabile.
Ecco dunque l'emergere progressivamente
articolato nel tracciato lirico, di un ottimismo mascherato magistralmente sino
a utilizzare il settembre opacizzato dalle memorie per rilanciarne l'intrinseca
giovinezza intersecata da presunti singhiozzi ripetuti.
Tali singhiozzi però non si manifestano
nella finitudine tragica di un iter esistenziale ma si sostanziano nell'inizio
di una catena di fasi vitali successive ebbre di passioni intense che mai
tramontano con l'esorcizzare ogni tentato distacco dalle metamorfosi
dell'Essere perpetuo e onnipotente.
Occorre ancora rilevare che le strade
di Pardini assumono una coinvolgente "continuità-discontinua" che
certifica il doppio suo itinerario artistico, in particolare per il motivo di
ogni singola parola che esprime una riflessione unitaria scissa circolarmente
ad occupare lo status psico-ambientale della virtualità reale prescelta.
In questo "circolo" il mare
assume qualificante preminenza nella sua indefinibile orizzontalità verticale
riconvergendo il presente rattristato (virtualmente) nel passato gioioso di
un'estate compresente sempre ricca di percorsi amorosi dinamici (lontani dallo
statico settembre) sussunti nell'immaginario artistico del Poeta.
Allora, improvviso, il tutto si ravviva
nei gesti e nei personaggi ambientali e umani: il cane gioca ,il pattino non è
più logoro, i gabbiani richiamano il mutamento, l'aria si intenerisce nelle
carezze, l'amaro delle tamerici si dissolve nell'attesa, la barca non è più
solitaria, la musica è vivace, la fanciulla si offre al Sole, le foglie sempre
più maliziose rifuggono l'oro...
La semplice malinconia dell'abbandono
così si trasmuta nell'altra dimensione di carisma esistenziale affidato alla
presenza dell'Essere che disvela, oltre la maschera, il vero pattern
dell'Artista.
Marco dei Ferrari
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