Giovanna De Luca:
un
realismo lirico di stampo capassiano, papale, papale, che descrive stati
d’animo immediati e estemporanei. Rifugge da sentimentalismi beceri e decadenti
che spesso tradiscono la vera poesia. La poetessa si rifà alla realtà, ad un
momento di intima riflessione per scavare dentro se stessa, concretizzando
emozioni che trovano consistenza nelle immagini che le si profilano dattorno.
“…Ogni piccolo sasso di un
sentiero
collabora a far bella la
strada,
e ogni fiore ogni foglia ogni
bellezza
rincuora il nostro io e ci
sentiamo
come una quercia dalle ampie
braccia,
forte il suo tronco e imperituro
il ramo.
Siamo polvere – ed ombra”.
Belle
poesie! Forti, spontanee, concrete, e coinvolgenti per forma e contenuto.
Ho spento
Ho spento tutte le luci.
Ho lasciato solo il lume
piccolissimo del mio piccolissimo presepe.
Ho alzato le tapparelle.
Ho lasciato che le molteplici
luci della valle fossero padrone.
Mi sono seduta nel buio per
guardarle.
Ferme,immobili. Come me.
Solo, da una parte, si
intravvede un albero di Natale.
Si accende, si spegne, si
riaccende...
Il silenzio, profondo, spesso
come una coltre
attende.
La notte è sempre più nera,
Le luci sempre più nitide.
Siedo ancora, e aspetto.
Qualsiasi cosa.
L'animo è vuoto. Vuoto.
Qualsiasi cosa.
Attendo qualsiasi cosa.
23/12/2020
L'ineffabile
Traluce l'ineffabile nel cielo maculato
di fosche nubi,
come avviene d'estate sui
tramonti marini,
sulle albe quiete di
dondolanti sciacquii.
Traluce sulle creste innevate
dei monti in catena, dove
toccano il cielo,
traluce nel boccio improvviso
della primavera.
E ci lascia così, ammirati e
sgomenti,
incapaci di averne
comprensione,
e possesso.
Neve
Non ha voce la neve,
come ne hanno il vento,
il mare, la pioggia.
Essi possono suggerirti
qualcosa
e hanno volti diversi.
La neve è quel bianco silenzio
che,sepolta ogni forma,
la ricopre e la muta:
e l'albero non è più lo
stesso,
né la strada o la siepe,
né quel tetto laggiù
quasi pronto a cadere.
Ed arriva di notte, quando
persi nel sonno non sappiamo
che porta con il bianco
silenzio
tutto quanto teniamo nel
fondo,
senza farne parola.
Percezione
Ho percepito
- notte di gennaio -
un'esistenza fuori della
porta.
Capivo che un linguaggio sconosciuto
scioglieva il gelo e prendeva
una forma.
Ed una volta ancora ho
ritenuto
che noi siamo la parte di una
vita
che ingloba l'universo, l'infinito.
Una minima parte, nell'etere ,
come un lancio di sabbia
dentro il mare.
Un granello per minimo che sia
ha un suo percorso sotto il
pelo d'acqua,
Ogni piccolo sasso di un
sentiero
collabora a far bella la
strada,
e ogni fiore ogni foglia ogni
bellezza
rincuora il nostro io e ci
sentiamo
come una quercia dalle ampie
braccia,
forte il suo tronco e imperituro il ramo.
Siamo polvere – ed ombra
Mi conforta, mi consola e mi sprona ogni volta vedere pubblicate qui le mie poesie con un commento così generoso!, Grazie!
RispondiEliminaL'introduzione di Nazario è più che esaustiva. Giovanna De Luca, cara agli ospiti dell'Isola per la sua capacità di svuotarsi in Poesia senza cedere alle tentazioni della multivalenza metaforica, delle figure retoriche, dell'ermetismo, arriva come fiume in piena a inondarci l'anima di versi cristallini e vulnerabili, come il tempo che ci è dato in sorte. La sua breve Silloge è melodia e malinconia; panteismo e senso del quotidiano; fiaccola di speranza e timore.... Versi di inconfutabile bellezza, che si distendono sui giorni, li avvolgono come coperta di riflessioni e di fughe, che sostengono e fanno tremare il cuore. Grande Poesia dinanzi alla quale è dovere inchinarsi e ringraziare. Un forte abbraccio alla Poetessa e al nostro Maestro...
RispondiEliminaBelle, belle poesie dal tocco un po ermetico e un po crepuscolare ma comunque aperte al lettore che per il loro dettato semplice, reale, quotidiano fanno presa immediata e lo rendono pensoso per il messaggio quasi filosofico e comunque dentro la sua esistenzialità. Complimenti di cuore. Pasqualino Cinnirella
RispondiEliminaCara Giovanna,
RispondiEliminaComplimenti per le tue poesie. Stupenda l' immagine della neve che come un silenzio candidi muta ogni forma, ricoprendola. E arriva di notte, quando siamo persi nel sonno.
Un caro saluto
Loredana D'Alfonso