Il giorno della Memoria mi induce a rileggere una emozionante poesia di M. Gualtieri, poetessa romagnola e attrice teatrale. Una poesia che riassume il punto di vista femminile e coniuga in modo esemplare la poesia col teatro, a parola, la lingua «storta» e la sua potenza/impotenza.
Preghiera degli animali alla
madre terra
per ogni cucciolo d’uomo
«Fa’ che non si facci uomo per
intero, ma’,
che poi si inficca ne lo
stretto del pensiero
e si assepàra dalle zanne e
dai peli e
dalle nostre tane di silenzio.
Non dargli voce, ma’, fa’ che
non parla
fa’ che non costruisce le
città
fa’ che non dà i nomi a tutte
cose,
che sennò perde il regno,
fa’ che i suoi piedi parlano a
la terra
e le sue mani a l’aria
e nel sonno fatti maestra
ancora
con la tua voce vento
tua musicata voce, ma’.
Fa’ che non s’addimentica il
tuo ridere,
tuo fiorire, tuo scorrere, tuo
far notte, tuo corpo stellato
e corpo
nuvolato e minerale corpo duro
e vegetale sconosciuto corpo
e tuo ombroso stare addistesa
e
e tuo gonfiore ne le maree e
tuo
cascare con acqua con foglia
tuo salire in ala e in stella
e in fiamma abbruciare.
Sconosciuta ma’, noi ti
sappiamo,
tu ci respiri addentro il
respiro
tu ci dormi addentro il
dormire e ti fai
cibo per noi nutrire ti fai
silenzio
per noi morire. Bella, ma’.
Tu sei bella.»
Una preghiera perché l’uomo
possa medicare la sua ferinità.
La parola, la voce, la dimensione
recitativa teatrale: una ricerca di avanguardia – la preghiera all’inizio del
tempo- fatta di invocazioni, di appelli, di richiami, attese, esortazioni che
portano con sé fratellanze poetiche indimenticabili, come quella della Rosselli
in primis, della Insana dalla voce drammatica, ma anche quella di Zanzotto.
E’ una poesia costruita su
rapidi immagini, realistiche (tane del silenzio, la voce vento, il corpo
stellato e corpo nuvolato, gonfie maree e cascare con acqua, …) associate dal
filo dell’umana consistenza, su una sintassi squilibrata e pur efficace che
passa attraverso il dialetto romagnolo, cercando l’armonia. È una ricerca di
pacificazione nella severa “leggerezza” del dire che si struttura sul ritmo del
canto, il quale ripete l’esortazione prima “Fa’ che non si facci uomo per
intero, ma’..”, sui negativi martellati energici “non”: “la forza del non, è
quella che chiedo. /Non non non : che parola splendida/ questo non.”
Splendido il canto finale di ringraziamento che ricorda il zanzottiano “ Mondo, sii, e buono…”
Il suo commento: « Il paradosso della mia scrittura sta nel voler essere affermativa, nel voler caparbiamente trovare armonia in mezzo a questi cocci. Si è sempre a un centimetro dalla retorica e questo è il prezzo da pagare se si vuole tentare una scrittura esortativa. Non è un tentativo, in realtà, è piuttosto un destino : io non posso fare altro che questo »
M. Grazia Ferraris, gen. 2021
Maria Grazia mia, per questo giorno così importante, che mai come adesso dovremmo ricordare, hai fatto una scelta originale, che conferma le tue caratteristiche di studiosa e di donna che sa andare oltre i recinti dei luoghi comuni. Conosco Mariangela Gualtieri, ma non avevo mai letto questa lirica, che ricorda senz'altro Zanzotto, ma evoca in qualche modo anche la più celebre delle preghiere: il Cantico di San Francesco. Se non fosse per quel primo verso, che abilmente sottolinei e ripeti e che invita a non farsi uomo per intero... Quale incredibile messaggio! Al contrario dei miracoli poetici della natura l'essere umano ha saputo concepire l'odio, l'indifferenza, l'ignoranza. Lo sterminio di sei milioni e mezzo di innocenti è avvenuto sotto gli occhi del mondo intero, che fingeva di non sapere, che diceva di non credere. Non v'è nulla di retorico, anche se con umiltà la Gualtieri asserisce di temerlo, se non nel senso etimologico del termine, ovvero di qualcosa di persuasivo. Ti ringrazio, Amica mia, sei sempre più convincente e io sono incantata dai tuoi interventi. Un bacione... ti ho nel cuore!
RispondiEliminaCara Maria, grazie delle tue parole e di aver compreso lo spirito con cui ho pubblicato questo mio piccolo intervento sulla poesia di M. Gualtieri che io ammiro incondizionatamente
EliminaUna poesia forte che è preghiera richiesta ed esortazione. Una esemplare forma teatrale, stupenda!
RispondiEliminaMi resta scolpito nella mente il significativo commento della poetessa..è anche un mio credo.
Ti ringrazio, amica Ferraris, di questo importante ricordo.
Con un abbraccio, Edda Conte.
Grazie carissima Maria Grazia Ferraris per aver "ricordato" ciò che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Ci stringiamo tutti nella speranza che simili tragedie non accadano mai più. Solo la consapevolezza ci aiuta a responsabilizzarci sempre più, anche per le future generazioni.
RispondiEliminaSonia Giovannetti
Grazie carissima Maria Grazia Ferraris per aver "ricordato" ciò che non possiamo e non dobbiamo dimenticare. Ci stringiamo tutti nella speranza che simili tragedie non accadano mai più. Solo la consapevolezza ci aiuta a responsabilizzarci sempre più, anche per le future generazioni.
RispondiEliminaSonia Giovannetti
Vi sento vicine, Edda e Sonia, per sensibilità e la consapevolezza morale e poetica.Grazie
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