martedì 10 marzo 2020

FRANCESCO DE CARIA LEGGE "IL VIANDANTE DEI SOGNI" DI LINO D'AMICO


Francesco De Caria legge la silloge 
“Il Viandante dei sogni”di Lino D’Amico
Edizioni Tripla E -  marzo 2020



La nuova silloge di poesie di Lino D’Amico presenta evidenti, ci pare, novità editoriali significative. Già la copertina – solitamente illustrata con suggestivi paesaggi -  è divenuta più esplicita: si dichiara apertamente e senza metafore  il nòcciolo, l’essenza della meditazione  dell’autore. 
L’esistenza è considerata dalla prospettiva dell’uomo che ne ha   attraversato buona parte e quindi ha contezza dei suoi aspetti  per averla vissuta e non si pone  en ancien philosophe che astrattamente la considera, quasi come esercizio letterario e di speculazione.
Insomma la materia dei suoi versi è esperienziale più che speculativa.  
E il problema di fondo è quello di sempre, presente nell’ A.T. come in Omero e nella letteratura classica, dal Qoelet  e dalle lamentazioni di Giobbe alla lirica greca e latina, in Seneca come in Sahakespeare, in Leopardi; e poi nel Novecento, che sostanzialmente ha accantonato la dimensione trascendente e, nella seconda parte, anche quella idealistica sensu lato,     abbarbicandosi ad un esasperato immanentismo e materialismo, che non possono che concludere  che la vita è assurda scontrandosi nell’assurdo della morte: e tornano alla mente le ultime parole del credo   di Jago, nella “traduzione” di Arrigo Boito: è vecchia fola il ciel….
Non è questa la risposta del D’Amico, ma  resta il tarlo del dubbio e soprattutto il rimpianto per solari visioni dell’infanzia e della giovinezza.                                    
E il tutto è oggettivato in suggestive immagini e in struggenti ricordi/sogni, che  evocano un’età fulgida, solare, abbeverata  di momenti pervasi da un abbagliante sole. 
Ma ora è l’età della disillusione: e compaiono fiori gualciti e nubi che attraversano e velano il cielo sereno, implacabilmente sereno diremmo, che non consola nella contemplazione, bensì inquieta nell’accostare ad ogni momento  l’eterno e l’infinito cui l’Uomo aspira alla finitudine che ogni giorno che tramonta  rammemora implacabilmente.
Si aggiunge un elemento in questa silloge, ci pare, un altro passo verso una maturità di sguardo che sa andar oltre l’amarezza di altre raccolte di versi: c’è intanto una dolcezza di fondo che supera lo sconforto del considerare il nulla al di là di un cammino irto di rovi. 
Davvero Lino D’Amico ha attinto  una inedita saggezza. 

Francesco De Caria   Torino – 11 Marzo 2020

2 commenti:

  1. Una lettura forbitissima quella del Professor Francesco De Caria de "Il viandante dei sogni" del mio amico Lino D'Amico. Ha sottolineato l'aspetto particolare della copertina, ha condotto un'esegesi approfondita del testo, soffermandosi sulla saudade, che caratterizza i versi dell'Autore e su quella dolcezza 'che supera lo sconforto'... Complimenti vivissimi al recensore e a Lino per la sua creatura.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  2. RICEVO E PUBBLICO

    Gentilissimo Prof. De Caria –Desidero esprimere il mio profondo ringraziamento per il tempo, l’attenzione e la pazienza concessa questa mia ultima silloge di poesie. Il Suo approfondito e gratificante commento e stato motivo di orgoglio e mi ha emozionato, e non poco.
    Con l’analisi critica ha rilevato nello scorrere dei versi i significati metaforici delle mie emozioni dei ricordi, malinconie e rimpianti celati nei reconditi anfratti del mio sentire.
    A te Nazario, nocchiero e mentore irrinunciabile, ancora e sempre
    la mia stima incondizionata per i tuoi suggerimenti che rendono efficace il viaggio nella fantastica avventura della mia poetica.
    Parallelamente, il mio ringraziamento per aver concesso spazio all’esegesi del Prof. De Caria, docente di letteratura italiana, che tiene conferenze a tema presso l’Università della Terza Età del mio comune di residenza.
    Infine a te Maria, un abbraccio di cuore per l’amicizia di cui mi fai dono incondizionato con lo spontaneo e generoso altruismo che ti è congeniale e, in particolare, per le considerazioni con cui hai condiviso l’analisi critica del mio docente.

    Lino D’Amico 11 Marzo 2020

    RispondiElimina