domenica 29 marzo 2020

LA POETESSA MARISA PROVENZANO CI HA LASCIATI


LA POETESSA MARISA PROVENZANO CI HA LASCIATI


Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, si è spenta improvvisamente nella sua dimora di Catanzaro  la poetessa Marisa Provenzano. Colta e intelligente, attiva e intraprendente, dotata di spiccata umanità e di grande sensibilità artistica, organizzatrice di manifestazioni letterarie, aveva al suo attivo varie pubblicazioni  in versi e in prosa, che le avevano meritato un posto rilevante nel panorama culturale contemporaneo.
Noi di Lèucade la vogliamo ricordare con un suo recentissimo scritto, tratto dalla sua pagina di FB.
Addio, Marisa. Riposa in pace!

“Riflessioni Amare 22-3-2020
Giornate di silenzio, di pensieri e tanto dolore.
Pensavo alla morte, quella ‘ordinaria’ e quella straordinaria’, come se ci fossero due possibilità, magari a scelta. Pensavo che al momento è sparita una parte fondamentale della società, che apparteneva a noi, tutti ‘anziani’ che sono usciti di scena in solitudine e sofferenza; li si annovera come ‘casi’ con problemi pregressi (addirittura 1, 2, 3 patologie), quasi a giustificare e sminuire la loro morte, quasi a considerare inevitabile la loro fine. Che cosa terribile! Sono persone con affetti e storie, famiglie e identità, supporto per una società e importanti pilastri per ogni persona che li sta piangendo, senza avere potuto neanche raccogliere un ultimo abbraccio e un doloroso addio.
Anche io appartengo, come tanti, a questa ‘fascia’ di persone, con un’età che viene contemplata quasi come una ‘possibilità’ in più. I vecchi sono coloro, in molti casi, che danno una mano alle famiglie, materialmente e spiritualmente, sono quelle persone alle quali si ricorre per un bisogno, che hanno da offrire quel meraviglioso patrimonio della memoria, quello sguardo tenero e malinconico che serve ad ognuno, giovani e non, a considerare la vita un’avventura difficile e meravigliosa, così come la hanno vissuto loro, tra sacrifici, affanni, guerre e piccole soddisfazioni. Sono i genitori, i nonni, gli zii, gli amici che vanno via perché un mostro terribile ce li strappa senza pietà, non perché la vita ‘naturalmente’, prima o poi finisce.
Quale parente o amico di costoro penserà con rassegnazione a quanto sta accadendo? Il loro ‘aggio’ non sarà giustificato o più tollerabile di qualsiasi altra fine, perché la salute con l’età diventa precaria per molti ma molti vivranno ugualmente.
Non metto in discussione la ‘fragilità’ di un corpo già provato da altre patologie, ma voglio solo sottolineare che non si può fare una ‘casistica’ per età e per patologie.
La perdita di medici, infermieri, soldati, operatori sociali, vecchi e quanti altri è la perdita di VITE umane, tutte IMPORTANTI e necessarie. L’ECCEZIONALITA’, in questo momento, è un VIRUS maledetto che miete esseri umani come mosche, senza distinzione e senza percentuali.
Il mio cuore è addolorato e impotente e le mie parole non serviranno a nulla, anche se ho cercato di raccogliere i miei disordinati pensieri. Non polemizzo con i portavoce ufficiali; abbiamo tutti bisogno di capire e sapere l’andamento epidemiologico, ci abbeveriamo di numeri e di studi, ma ora, forse, sarebbe il caso di riflettere sulle assenze, su quanti non avranno un sacrario, con nome e cognome, a ricordarli, come in guerra, molti non avranno un fiore, un luogo materiale di misericordioso incontro con quanti li hanno amati.
Spero di riuscire a vedere la fine di questa terribile tragedia e spero che i giovani, soprattutto, comprendano che questa ‘prigionia’ sarà servita per insegnarci ad avere ‘pietà’ per gli altri, ad abbandonare odi e chiacchiere senza senso, per costruire un mondo più vero, più autentico, così come lo hanno vissuto quanti ora ci hanno abbandonato.” 

Pasquale Balestriere


4 commenti:

  1. Tra queste righe di Marisa, una sorta di presagio, nell'amara riflessione che ci porta a considerare la vita, in questo momento tragico in cui i morti diventano numeri, dati in costante aumento, e le persone contagiate vengono inghiottite nel tunnel misterioso della malattia e non avranno neppure il conforto di una carezza, la presenza consolatrice di un familiare, un amico. La morte non è mai stata tanto crudele, la malattia non ha mai fatto tanta paura, tanto orrore. La notizia della prematura scomparsa dell'amica Marisa mi ha sconvolta, così come tutti quanti la conoscevano. Non sto a tesserne le lodi, chi la conosceva lo sa bene quale splendida persona fosse...ci rimarrà nel cuore il suo sorriso spontaneo e solare, e la sua Poesia. Addio Marisa. R.I.P
    Franca Donà

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  2. RICEVO E PUBBLICO:
    Cara amica, addio! Te ne sei andata con il cuore gonfio di dolore per questa nostra paura che ci fa amari i giorni e non finisce perché ancora non si vede la luce in fondo al tunnel. E tu eri troppo intelligente per credere alla fandonie che ogni giorno ci propinano in TV. Ma il grande male ti ha risparmiata, non hai avuto giorni sofferti in un letto di ospedale e questo deve consolare chi ti ha voluto bene e ti fu accanto. Morte bella si dice, se bella si può dire la grande Predatrice. Ti sia conforto, dal tuo scanno in pace, l'eredità dei versi che hai lasciato, il ricordo dei quali rimarrà.

    Carla Baroni

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  3. Mi unisco a Franca e a Pasquale nell'esprimere il dolore per la scomparsa di Marisa, Donna dall'umanità e dalla sensibilità spiccate, che ha tenuto alto il vessillo della Cultura. E sono costernata dal momento storico nel quale la nostra Amica è volata in cielo. Un momento che, come sottolinea Pasquale presenta un conto altissimo a tutti e mette in rilievo con cinismo la teoria dello 'scarto'. Mai quanto adesso vediamo penalizzati gli amori contagiati dal virus e coloro che che sono affetti da altre gravi patologie, considerate di serie B. I reparti dei nostri ospedali vengono blindati per accogliere nuovi malati e i tumori, le chemio, le biopsie e le varie analisi finiscono per contare quasi niente. La morte non riceve carezze e degna sepoltura da parte dei cari. Al di là della Poesia si parla di un dramma senza precedenti che annulla la democrazia della malattia e della morte. Ci terrei a dire ai cari della nostra Marisa che non l'hanno persa appellandomi ancora una volta alle parole di Sant'Agostino: "La gioia di averla avuta è più grande del dolore di averla perduta".
    La sentiranno accanto perchè non è andata via, è solo passata in un'altra dimensione...
    Oggi mi rendo conto conto che esiste solo lo strazio.
    Io le do il mio caldo, affettuoso arrivederci e abbraccio Nazario, Pasquale e Franca.
    Maria Rizzi

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  4. RICEVO E PUBBLICO:

    Mi unisco a Franca e a Pasquale nell'esprimere il dolore per la scomparsa di Marisa, Donna dall'umanità e dalla sensibilità spiccate, che ha tenuto alto il vessillo della Cultura. E sono costernata dal momento storico nel quale la nostra Amica è volata in cielo. Un momento che, come sottolinea Pasquale, presenta un conto altissimo a tutti e mette in rilievo con cinismo la teoria dello 'scarto'. Mai quanto adesso vediamo penalizzati gli amori contagiati dal virus e coloro che sono affetti da altre gravi patologie, considerate di serie B. I reparti dei nostri ospedali vengono blindati per accogliere nuovi malati e i tumori, le chemio, le biopsie e le varie analisi finiscono per contare quasi niente. La morte non riceve carezze e degna sepoltura da parte degli affetti.. Al di là della Poesia si parla di un dramma senza precedenti che annulla la democrazia della malattia e della morte. Ci terrei a dire ai cari della nostra Marisa che non l'hanno persa appellandomi ancora una volta alle parole di Sant'Agostino: "La gioia di averla avuta è più grande del dolore di averla perduta".
    La sentiranno accanto perchè non è andata via, è solo passata in un'altra dimensione...
    Oggi mi rendo conto conto che esiste solo lo strazio.
    Io le do il mio caldo, affettuoso arrivederci e abbraccio Nazario, Pasquale e Franca.
    Maria Rizzi

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