venerdì 21 agosto 2020

MARCO DEI FERRARI: "LAMPI D'AGOSTO PISANO"



Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

Agosto  si fa vivo e incandescente sotto la penna di un grande poeta quale Marco Dei Ferrari. Tutto si amplifica e si dilata. Tutto ci viene incontro coi lampi di sole e soleggi d’ombre assetate. La personificazione dei dati naturali si mischia ai gioielli della nostra città arricchita di arte e magnificenza: “lampi d'agosto, Eden degli ozi vaganti, cicale (che) s'abbagliano allegre/ Torri di viuzze afose/ Chiese smarrite tra palazzi/ reclusi mausolei basiti /…/ bollori senza ritorno.”. Questo è Marco, il poeta, lo scrittore, il disegnatore di immagini che tornano nuove dopo un bagno nell’anima. Lo scritto segue incalzante i guizzi lessicali abbagliato da ricchezze archeologiche che vibrano sotto la calura estiva. E i sintagmi vanno spediti, singhiozzando, anch’essi assetati e asciutti,  su refoli danzanti che sfidano i lampi d'agosto. Qui si vive, guidati dall’ugola canora di Marco, la città con tutto il suo travaglio di bollori senza ritorno. Sì, la città, la nostra, la bella, la preziosa, quella che vibra dentro di noi dacché da essa abbiamo tratto amore e sapere: PISA. 


Nazario Pardini


LAMPI d'agosto pisano

Soleggi d'ombre
assetate...
arsure di tuoni ribelli
brontoli vacui...
colano calure
su refoli danzanti
sfidando lampi d'agosto
nell'Eden degli ozi vaganti...
cicale s'abbagliano allegre
per Torri di viuzze afose
Chiese smarrite tra palazzi reclusi
mausolei basiti che barbagli d'Arno
in piccole memorie distillano
senza storia...
rincorrersi oracoli storditi
meteore tardive
mesti affiori d'addii
bollori senza ritorno.

Marco dei Ferrari


6 commenti:

  1. che danno grande sonorità a tutto l'insieme.
    I versi finali,poi, riportano l'eco della particolare cifra stilistica dell'originale Poeta.
    Edda Conte.

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  2. Condivido con piacere la nota di apprezzamento con cui l'eccellente nostro "Condottiero" introduce la composizione di Marco dei Ferrari.
    Tra i commenti di Nazario - ormai piuttosto rari - questo brilla non solo per il valore esegetico intrinseco, ma per alcune preziosità di espressione che identificano ed esaltano la poesia di Marco. Cito quelle che più mi colpiscono:
    "lampi di sole e soleggi d'ombre" (che è poi l'incisivo incipit della poesia); "guizzi lessicali"; "l'ugola canora di Marco"; "amore e sapere: Pisa"...
    Tutto lo scritto che introduce la poesia è come un bel controcanto ai versi del Poeta che, per una volta, non usa particolari neologismi di difficile comprensione.
    "Lampi di agosto pisano" scorre quasi con solennità, iniziando con plastiche descrizioni di Pisa "assetata", per concludere inchinandosi alle meraviglie architettoniche che i "barbagli d'Arno" illuminano e riflettono. "Guizzi lessicali", appunto, che danno a tutta la composizione una grande sonorità.
    I versi finali poi ci riportano l'eco della particolare cifra stilistica dell'originale Poeta.
    Edda Conte

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  3. Il Prof. Nazario Pardini con la sua inimitabile maestria critico-letteraria, ha voluto introdurre il mio "Agosto pisano" delineandone inesplorati pluri-orizzonti.
    Altresì, coinvolgendo sequenze di suggestive ispirazioni, si è confrontato con memorie sempre presenti e convergenti in una città incredibile qual'è Pisa.
    Lo ringrazio con sensibile e profonda riconoscenza.

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  4. La poetessa Edda Conte, nel suo articolato commento, evidenzia con incisiva introspezione lirica la "scaletta" compositiva delle emozioni più significative affrontate nel pensare una Pisa ostaggio di un Agosto bollente.
    Originalmente si sofferma sui "guizzi lessicali" di una visione dualistica della composizione tra realtà/presenza e fantasmatica irrealtà di "assenze" consumate dall'Essere/Storia.
    La ringrazio vivamente.

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  5. Dopo l'introduzione del Maestro risulta difficile commentare la superba Opera di Marco, con il quale mi scuso per l'assenza di note alle sue dotte e perfette esposizioni. Confesso senza pudori inutili di non essere all'altezza di alcune sue pagine critiche. La poesia è altra storia. Il suo volo incantevole ci trascina come alianti in dimensioni simili a una danza, come sottolinea Nazario. I 'guizzi lessicali' ai quali l'Autore ci ha abituati, sono autentiche profusioni artistiche. Consentono di seguire l'onda avvolgente della musica e di attraversare la vita a passo di valzer:
    "meteore tardive
    mesti affiori d'addii
    bollori senza ritorno"
    Originale, moderno, capace di far riflettere con la sua velocità espressiva su quanto il tempo scorra come un respiro, imprimendo solo la consapevolezza di ciò che siamo diventati... forse burattini della storia?
    Non so rispondere, so applaudire a un Poeta così particolare che lascia impronte indelebili sulla battigia dell'anima. Grazie. Un abbraccio circolare, che comprende il Condottiero, la mia Edda e il caro, bravissimo Marco!

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  6. Sicuramente bella. Fa calare il lettore nell'ambiente descritto e nella stagione narrata. Bravo Marco
    Alessandro Manetti

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