domenica 2 agosto 2020

M. LUISA DANIELE TOFFANIN: "NOTE CRITICHE E POESIA"


E ancora e sempre hai creato un capolavoro, giocando sulla tesi - antitesi - alla macchia -la macchia-...
Ed è la tua lirica un ricamo d'impegno civile e di malinconica nostalgia della macchia intesa soltanto come ricorso a madre -natura, ai suoi miracoli poetici, alla sua indicibile, sussurrata quiete.
Bellissimo il distinguo tra i due stati d'essere. Viviamo effettivamente nascosti, in luoghi dell'anima che fungano da riparo e da isolamento e gli elementi della natura che tessi con rara abilità, sembrano portare avanti 'la loro vita operosa', che a tratti, ci appare priva di senso, ma rappresenta, forse, il senso solenne dell'andare avanti. La vita continua, vibra, palpita e noi, troppo spesso spettatori, torneremo a farne parte da protagonisti. Sei una Poetessa sublime, amica mia. Grazie di aver impreziosito il sabato con tanto Dono! E grazie di esistere.

Maria Rizzi

Il mare invisibile di Maria Rizzi, edizioni della Sera, 2019

Maria Rizzi stupisce sempre perché in qualsiasi genere letterario si misuri, non rinuncia a nulla di se stessa, anzi vi partecipa copiosamente con tutto il proprio io. Così con questo suo Il mare invisibile, romanzo poliziesco, giallo imperniato interamente sull’indagine svolta, ma anche romanzo sociale, storico. Il titolo stesso ci offre due chiavi di lettura. La prima come  mare dell’indifferenza, del perbenismo di una società che non ascolta le voci degli ultimi, anzi malata di inquietanti nostalgie, colma il vuoto interiore con perversi disegni. La seconda come  mare del silenzio soffocato  di chi , attraverso il pelago,  cerca approdi di vita in luoghi in cui il silenzio diviene sopportazione di soprusi  disumani non denunciati per paura. Comune denominatore alle due interpretazioni sono la  sofferenza e la morte, sfondo dell’intera vicenda, lenita però dai palpiti lirici dell’autrice. La Rizzi infatti non abdica alla sua vocazione e conforta il procedere del romanzo creandovi un’atmosfera unica, irrepetibile con queste inattese vibrazioni di poetica umanità. Ciò crea stupore perché sembra contrastare con il metodo scientifico asettico con cui  costruisce l’indagine   con forte determinazione nella presentazione dei personaggi, dall’ispettore al commissario a tutti i vari protagonisti, tutti esaminati con attenzione, rispetto nella descrizione fisica, psicologica perfino nel loro costume abituale di vita nel contesto abitativo e paesaggistico. E qui ecco la Nostra: si lascia andare, come accennato, alla sua sensibilità che si fa  parola poetica capace di rendere morbida con tocchi di colore la situazione sorprendente nella sua ambiguità ove l’uomo si rivela cannibale. Questo procedere così minuzioso, particolareggiato sembra rallentare il ritmo dell’azione, della narrazione, in realtà dilata quel senso di suspence tipico di un romanzo poliziesco, operazione realizzata anche dal suo periodare breve, incalzante allentato in pause di inatteso respiro. Vi contribuisce anche il linguaggio che muta, varia nei monologhi nei dialoghi psicologici: è il suo vissuto interiore, la sua reazione fisica, psicologica al bene, al male che diviene espressione cruda, realistica, quando l’azione va oltre l’umana misura, scientifica, tecnica nell’indagine poliziesca, affettuosa, delicata nell’ attenzione alla sofferenza. La Rizzi cambia tono, registro con estrema naturalezza, indice  della sua partecipazione  con cuore e  mente   alla vicenda da lei creata-ricreata evocata dalla terribile verità dei nostri tempi.  Non è lecito qui anticipare nulla per non togliere quel quid di curiosità input ad una buona  lettura. Il romanzo acquista così una sua inconfondibile identità grazie proprio all’autrice coerente con se stessa anche nell’uso di questo genere di scrittura, espressione di libertà che più manifesta  la sua grande umanità permeata di amore per gli ultimi, devozione per la natura ovunque presente. 
Rivisitando alla fine il titolo nelle sue chiavi di lettura, il romanzo appare un atto di accusa contro la società che non vuole vedere la realtà e quindi lottare per migliorarla. Ma la Rizzi, proiettata attraverso i suoi ispettori, commissari e pure una donna ispettrice, verso i valori fondanti dell’umana convivenza, rivaluta la coesione, la sinergia collaborativa dei suoi fidi che, pur con brevi momenti di dissonanza, creano tra loro un ritmo lavorativo unico con aperture risvolti psicologici esaltati nei monologhi, nei dialoghi: intenso e poetico quello che chiude il romanzo. E questi personaggi fanno veramente barriera per rivelare la complessità diabolica dell’animo umano asservito su più fronti alla malvagità, ma anche per sottolineare la dignitosa sofferta situazione di chi vive il vero silenzio, per denunciare la verità celata nel  modus vivendi di chi non vuole ancor riconoscere nell’altro una Persona  da  rispettare. Sempre.

Rosapineta, 31.7.20                                                    
Maria Luisa Daniele Toffanin

SI VIVE ALLA MACCHIA SI VIVE LA MACCHIA

Si vive ora alla macchia
braccati dall’usurpatore
indifesi al nulla-civico rispetto
disarmati da voi che comunicate
si vive smarriti alla macchia
senza rifugio interiore
nell’afasia dell’anima.

Altro è vivere la macchia
respiro d’aria rigenerante
laboratorio operoso di madre natura
ove le more grevi di frutti poggiano
sulle asparagine selvatiche.
Le  tamerici  ombreggiano
l’oro delle belle di notte e
l’ontano troneggia rassicurante
al piegarsi insicuro della canna.
altro referente certo
tra voli e canti sublimi
infimi insetti assordanti
in un mutare d’ombre e luci.

Si vive ora la macchia
fra paradigmi ovunque d’umano sentire.

Oltre tra ultimi petali morbidi
d’un lilla evanescente
 improvviso s’apre su un balcone di dune
un filo lontano d’azzurro marino
s’insinua segreto il salmastro
nell’umore acceso di macchia.

E sul sentiero del sole
chioccioline infinite
imperlano stecchi reti barriere
imperlano il negativo con lievi ricami
quasi sospesi nell’aria
minuta storia di vita operosa
a noi non noto il senso.

O mia natura qui gloriosa
nella tua etica estetica fusione
prodigio d’appartenenza
a noi messaggio da svelare.

Rosapineta, 29 luglio 2020
[n1] 
Maria Luisa Daniele Toffanin



 [n1]

1 commento:

  1. Carissima Maria Luisa, Sei così generosa che hai fatto mettere come introduzione alla recensione del libro il 'cappelletto' alla tua magnifica lirica. Riguardo a quelle che definisci umilmente 'note' sono l'ennesima, esegesi del mio "Mare Invisibile", una lettura vibrante. attenta, ricca di nuove sfaccettature. Sei nella Storia, la prendi tutta e la interpreti con l'amore che ti connota e ti rende Donna e Artista speciale!
    Questo pacco -dono rappresenta davvero una bellissima vacanza....
    Ti voglio un bene dell'anima e ti sono grata di tutto, così come sono grata al nostro Condottiero della sua generosità nell'ospitarmi su quest'Isola di luce. Vi stringo entrambi forte forte!

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