sabato 1 agosto 2020

MARCO DEI FERRARI: "L'UMANESIMO DELLA PRAXIS"


L'UMANESIMO DELLA PRAXIS (dal soggetto all'oggetto e ritorno)

- 1 PREMESSE


Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

Abbiamo in precedenza valutato gli impatti e le ricadute in termini etico-sociali di identificazione progressiva dell'umanizzare soggetto/oggetto; ora tentiamo di rifletterne l'esito successivo nella prassi operativa (o costruttiva) dell'identità rivelata.
"Umanizzare" assume in questo ambito, anche una significanza (etico-sociale) di ampio reticolato storico-politico.
L'ampliamento della creatività oggettivale destinata al soggetto operante (artifex) è fuori discussione e favorisce l'effettiva trasformazione finale di ogni rapporto tra "esseri" pensanti e coscienti, custodi di co-energie ondulanti/particellari e pluridirezionali/dimensionali.
Gli "esseri" di cui si precisano funzioni e finalità espansive in profondità si configurano "oggetti" non "creati" dal soggetto ma coesistenti nell'energia dominante dalle origini degli "universi" possibili che potrebbero dilatarsi e annodarsi in dimensioni polimorfiche e inafferrabili sull'eternità del crearsi/creato/creazione.
Gli oggetti sono "artifex" coesistenti con "umani" di creativi e produttivi che, nella Storia, hanno occupato ogni spazialità tempistica del pianeta e non solo.
Ma il punto su cui si deve meditare è che la "realtà", come si recepisce e concepisce semplicemente, non "esiste" in termini di essenza-custodia di esseri: solo l'esserci si manifesta come ipotesi realistica di interferenza di particelle che violano il "principio di località" comunicando distanziate (entanglement) in quanto "presenza" di contenuti probabilistici in cui il mondo micro non è determinato a priori.
La nuova società degli "esseri" comuni si avvale dell'etica precedente per umanizzarne espansivamente gli effetti pratici ed operativamente fruibili dalla massa eterogenea dei consumatori intrinsecamente indirizzati per l'esserci.
L'esserci, coagulo particellare, non assume il digitale a futuro della "ragione" interconnessa tra "esserci" ed "essere": è un errore fondamentale ricondurre alla Tecne ogni espressività di "presenza" unitaria.
La "tecnica" è solo strumentale ed è semplice conduttore di flussività derivata che occuperà totalmente, ma "virtualmente" ogni significato umanizzante di applicazione pratica finalizzabile a compiti superiori (ovviamente da ri-classificarsi).
La "praxis" non definisce la natura dell'Unità emancipata, ma ne aiuta la comprensibilità strutturale con la "ricerca" in assoluto della composizione materica primordiale (elettroni-bosoni-fermioni-eccitoni-ecc.) che non finisce di stupire la scienza (e che lascia insoluto peraltro il problema della spiegazione della loro "massa").
La "praxis" è l'esercizio primario dalla scoperta e dalla posizione "autentica" dell'esserci nell'essere (ovvero dell'artifex negli "oggetti" umanizzati in progressione).
"Umanizzare" (coincidere nell'unità) trova dunque riscontro nell'identità al di fuori della logica storica, nella neo-dialettica della "praxis" dove soggetti e oggetti non hanno più alcuna autonomia formale o sostanziale e si trasformano in un "unico" sistema di "esserci" autonomo dalla tecnica pur servendosi di questa.

- 2 NEO-DIALETTICA DELLA "PRAXIS"

In che consiste questa nuova "dialettica" che non si avvale di pulsioni "spirituali" per agire sul materico, ma si identifica in flussi di energie etico-sociali prolusive ed espansive sino a colmare ogni dimensionalità creativa dell'artifex?
La risposta sta nella "praxis".
La "praxis" è la nuova identità di soggetto e oggetto, ne indirizza l'attività espressiva, ne colma e unifica progressivamente la diversità, tentando di pianificarne finalità ed obiettivi.
Non è peraltro la "praxis" l'etica dell'operatività umana, ma il suo annullamento storico, prodotto dalle prime rivoluzioni sociali/economiche a quelle digitali sino alla "conformità" nella differenza dell' "esserci" per "essere".
"Conformità" anche di "flussi" dualistici (onda-particella) energetici che dirigono le forze fondamentali dell'universo (o degli universi) e legittimano simmetrie e super-simmetrie tra particelle positive e negative, al di là dell'apparenza.
I flussi "navigano" in tutto il presente, utilizzano forme e strumenti di valutazione, riducono la materialità a mera apparenza, a soffio alieno di "cose" che non possono esistere se non unitariamente, sollecitano l'artifex nella ricerca di sempre maggiore compatibilità e comprensibilità operative (esseri/cose/oggetti/soggetti).
L'ascesa dell'esserci confluisce quindi nella dialettica della praxis: "tekne" (oggetto-soggetto), "umanizzazione" dell'indistinto, flusso purificato quale primario contenitore/compartecipe della figurazione etico-estetica con derivata influenza nell'ambito socio-economico.
La matericità di flusso (energia) è pertanto il conduttore del processo pragmatico-etico-estetico e si articola nelle più varie espressioni ontologico-pratiche laddove l'essere consente il partecipe (esserci).
La "nuova" dialettica della praxis prescinde ovviamente dall'hegelismo e dal marxismo (le dialettiche prevalenti nel corso filosofico degli ultimi due secoli) nelle più varie estrinsecazioni formali/applicative.
Dagli spazi ambientali ai siti/techne, dalla propensione estetica alla selezione etica dei prodotti; dalle potenti concentrazioni produttive di massa alla "qualità" elitistica; dai circuiti digitali totalizzanti alle concrezioni individuali della comunicazione: tutto si auto-referenzia nella complessità dell' "unicità" esistente in progressione.
La soluzione neo-dialettica "umanizza" la praxis, sottraendola all'esercizio "mono" del soggetto (essere umano) per ricondurla nella sintesi unitaria del processo distributivo-produttivo (soggetto-oggetto).
L'azione operativa dunque deve proporsi la liberazione radicale dell'uniformità selettiva che si affida al cambiamento di usi, motivi, costumi, pensieri, comunicazioni dell'essere per il divenire e inverso.
Dunque: "artifex" ed operatori trasformati in impulsi di complesse "unità" dove l'oggettualità assume la virtualità di presenza quale inversione di ogni ruolo; "ambienti mobili" con particolare/corrispondente capacità di risposta alle esigenze di mercati paralleli e correttivi a più livelli (materie prime/scenografiche/componenti di strutture/esperti di ricerca/arte c.d. artigianale applicata eccetera); fruitori compresenti nell' elaborazione sistemico/digitale, rappresentati in testimoni della "trasformazione"; indicatori etico estetici dove la riunificazione-identificazione in atto saldi i valori storici alle opportunità contingenti per approdare a finalità metastoriche-trascendentali di percezione energetico-quantistica; materialità frazionata nel flusso permanente di effettualità (atomi - raggi cosmici primari e secondari), costituite da accelerazioni molto potenti e invisibili insite nel microcosmo di particelle universali (quark-bosoni-fermioni-neutroni-fotoni-mesoni ecc.); prevalenza di "materia ed energia oscura" (non emette luce, onde, raggi K, gamma o altra radiazioni elettromagnetiche..) partecipe rispettivamente del 22% e del 74% della massa e della gravitazione universale (ma secondo il fisico Milgrom la "materia oscura" non esiste e la gravità sarebbe da "rivedere").
Da rilevare poi che la materia "ordinaria" partecipa al 4% della massa dell'Universo (massa visibile).
In questa "irrealtà" difficilmente rivelabile di presenza, l' "essere" degli "esseri" costituisce il solo riferimento possibile per delineare le umanizzazioni virtuali di particelle, di cose e persone e di oggettualismi (sentimenti, creatività, manualità) derivati e indipendenti sino alla destabilizzazione schematica degli equilibri totali in "parzialità" digitali circoscritte e temporalmente limitate nel quotidiano fenomenico (valutare il teorico riferimento del concetto di "universo a blocchi").
Questo è il decisivo sviluppo della "neo-dialettica" nella praxis che occorre ripensare nei suoi effetti già in atto, ma molto prossimi ad una rivoluzione epocale, ovvero "alienata" dalle comuni consequenzialità prevedibili o ipotizzabili.

- 3 IL NUOVO "SITUAZIONISMO" SOCIALE

Il "presentismo" è il vero conseguo dell'irrealtà concepibile e si pone in conflitto permanente con l'ontologica tendenza dell'Umanesimo totale.
Il "presentismo" consiste nell' erroneo assorbimento dell'irrealtà come "concreto", nonché sequenza di presenze (soggetti, oggetti, segnali, ecc.), ma l'irrealtà può solo promuoversi e convivere con la dimensione ontologico-pratica, dialetticamente coinvolta nel conflitto delle apparenze tanto elusorie, quanto sofferte come "assenze" di principi posizionabili.
Ma le "assenze" sono essenziali, "situano" i vuoti e le mancanze per finalizzarne il colmare.
La logica delle "assenze" favorisce poi l'occupazione di cose e persone dialetticamente riumanizzate nella "trasformazione" del digitale in custode virtuale di valori deprivati di obiettivi e contenuti autentici.
La metamorfosi digitale è il grande "furto" della individualità oggettuale nel soggetto, con il proposito di azzerare la dialettica della verità e le facoltà umanizzate di richiamo culturale-artistico sopravvissute.
Il nuovo "situazionismo", di pericolosa preminenza, va oltre.
Si propone la "individualità massificata" ( estremo paradosso dell' errore concettuale...), tentando di isolare e recludere l'oggettualità manifesta del comunicare che ovviamente perde consistenza nella diffusione anomala dell' "approccio individuale di massa" alle problematiche/sfide dell'oggi per il domani.
Nella società "situazionata" comunque la materialità, come noi la concepiamo, non esiste.
Ogni suo composto si manifesta (tra l'altro) in vibrazioni inafferrabili e profondi di stringhe microscopiche indistinte dalle particelle elementari variegate (cordicelle vibranti) che alimentano e implementano tutte le forze esistenti cosmiche e terrestri (particelle bosoniche e fermioniche).
La presunta "matericità" 4% è la riduzione "valoriata" dalla "materia/energia oscura" che potrebbe navigare in altro "universo" non avendo possibilità di manifestarsi nel "circoscritto evolutivo" degli esseri operanti e classificabili (es. esaminare il moto delle stelle in una galassia).
Nulla si disperde, ma si posiziona in un'altra dimensionalità di energie attive ovvero in possibile altro "universo" che la materialità dominante potrebbe proteggere da ogni disamina o ricerca sia terrestre che extraterrestre.
Qui si prescinde dalle presenzialità degli esseri/oggetti che, privi di cognizioni elevate, sono ridotti a "serventi" di un sistema voluto e dominato dalla "sfera" universale dell'Essere.
La "sfera" (superforza) è la chiave di ogni presunto Universo multidimensionale (nel nostro si ipotizzano 26 dimensioni...) ovviamente vietato alle nostre capacità cognitive sempre assai limitate.
Abbiamo ampliato l'analisi, ma dobbiamo ricondurci alle tematiche basilari della praxis e trarne implicazioni di cognitività operativa sotto molteplici profili.
I profili della "trasformazione" globale nel divenire dei composti.
Ecco che la "società" filtrata dai flussi più eterogenei sarà rimodellata sull'assenza e non sulla presenza, con declinazione dei "valori" primari a "guide" di situazionismi d'elite etico-estetica trasmessi nelle più varie soggettività/creative d'arte (artifex rerum)
Ecco che l'oggettualità umanizzabile verrà incorporata nella soggettività della dialettica degli "esseri" anche digitalizzati, ma non derubricati a strumento di sistema ecc.
Ecco che le risultanze dell'iperattività nella società tecne-ontologica assumeranno le caratteristiche delle finalità rivedute accelerate o accorpate dall'umanizzazione incredibile e imprevedibile dell' "Essere Assoluto".

Marco dei Ferrari

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