sabato 13 settembre 2014

MICHAEL CRISANTEMI: "AI CRITICI", PREMIO MIMESIS, ITRI



PREMIO "MIMESIS", ITRI (Nella rosa dei dieci finalisti)


Motivazione

Un grido alla Munch, una reazione al potere inesorabile, tranchant, e velenoso di certa critica che parte dal presupposto che la poesia vada, nolenti o volenti, criticata. Invece di considerare che un componimento è frutto di una voce libera, e che in esso c’è tutta  l’anima di chi l’ha composto. Io penso che il critico sia un poeta additus poetae, un artifex additus artefici. E che invece di perdersi nei rocamboleschi giochi dei formalismi, dovrebbe far proprio un contenuto, viverlo e ri-viverlo; non credo alla neutralità della diegesi: Lasciatemi morire/ della poesia che più mi piace.”, afferma la poetessa nel suo grido liberatorio, dacché la poesia è vita, tormento, inquietudine, storia su storie, un piccolo tesoro fatto di poche glorie e molti affanni; e “Se fame è l’officio di poeta,/ voglio digiunare/ da un umile piatto scheggiato”. Quindi non si aggiunga a questi “il vostro cicaleggio”, riferito ai critici. Sì, un urlo liberatorio in difesa del canto, quello nostro, quello unico, che parla di noi, della nostra vicenda, fatta di volontà, di lavoro e soprattutto di humanitas: “Lasciatemi morire/ della poesia che più mi piace.”.

Nazario Pardini


Ai critici 

Mille spade taglienti
e veleni potentissimi.
Lasciatemi morire
della poesia che più mi piace.
Se fame è l’officio di poeta,
voglio digiunare
da un umile piatto scheggiato.
Dove già hanno pranzato
i tanti padri
che m’hanno generato.
Pietra dopo pietra
è poca cosa il tesoro.
Poche le glorie
e molti gli affanni.
Non s’aggiunga a questi
il vostro cicaleccio.
Si è mai buttato un uomo
dal ponte senza volerlo?
Lasciatemi morire
della poesia che più mi piace.

Michael Crisantemi















Nessun commento:

Posta un commento