Roberto Mestrone collaboratore di Lèucade |
RIFERIMENTO ALLA POESIA DI NINNJ DI STEFANO BUSA' "I POETI" SUL BLOG DI SETTEMBRE
Su
I POETI
di
NINNJ DI STEFANO BUSÀ
Meditazioni e certezze
La lucida e appassionata lirica di Ninnj mi offre
l'occasione di comunicare alcune riflessioni.
È autentica e nobile la missione dei Poeti! Sono i
custodi vigili e accorti delle umane vicende. Accompagnati passo dopo passo da
una celeste fantasia ricolma di nostalgiche memorie e di quiete precaria, essi
si nutrono di passioni e dormono sopra giacigli di sogni.
Sull'altare della Bellezza celebrano i silenzi dei
deserti e i frastuoni delle città seminando briciole di cuore al confine dei
Misteri divini o tra le pie(a)ghe della Coscienza umana.
All'unisono – nei versi – la Vita e la Morte si
intersecano e si fondono “come il canto trascorrente dell'acqua sorgiva” che
scivola perenne e sicura tra le sponde dell'indifferenza e della rassegnazione.
La Natura e l'Essere pensante si accordano con le
certezze del Divino indossando le candide vesti di metafore e simbolismi: le
creature coscienti e le forme inanimate del Creato perpetuano, nel concento
delle strofe, i riti ancestrali che le accostano all'Eterno esaltandone
l'origine trascendentale.
Resta sempre accesa la voce dei poeti! Anche quando si
affievolisce il loro accento terreno, che “crepita e s'acquieta come cero
d'altare consumato...”.
Poi
“l'ultimo grido”, il “canto del cigno”, si libra, con le ali della
speranza, sui baratri del Nulla per portare sollievo ai cuori con le mani tese,
bramose di afferrare teneri affetti e compiacenti chimere.
E, tutt'intorno, l'ineffabile balsamo del poeta –
l'eco di parole in armonia – attenua le angosce del mondo, frustrato dai mali
dell'egoismo e dell'incomprensione.
Roberto Mestrone
Queste riflessioni di Mestrone , provocate dalla lirica di Ninnj Di Stefano Busà, ne seguono, con richiami e postille - e quasi in prosa poetica-, il felice abbrivio, con l'ulteriore, accresciuto corredo di personali e meditate convinzioni, esposte con la passione di chi ama l'arte e la poesia, e a queste affida un compito salvifico o, quanto meno, consolatorio.
RispondiEliminaPasquale Balestriere
Di notevole spessore esegetico questo commento di Roberto Mestrone, che coglie in pieno il senso e (pur trattandosi di una sola composizione) la poetica stessa dei magnifici versi di Ninnj Di Stefano Busà. Egli infatti, ben al di là di una semplice, superficiale lettura, ne indaga la natura e il senso con competenza e profonda partecipazione. Puntuali e pertinenti le annotazioni critiche, segno di padronanza e di familiarità con i “ferri del mestiere”, arnesi che troppo spesso improvvisati e sedicenti “critici letterari” brandiscono e usano in maniera, a dir poco, maldestra e goffa (una sorta di furbesca appropriazione indebita), offendendo così, nello stesso tempo, la poesia e la verità.
RispondiEliminaComplimenti a Roberto Mestrone
Umberto Vicaretti
Un'annotazione che si caratterizza da sé per preparazione e competenza segue un testo poetico di grande spessore che sa vedere lontano, oltre il sogno, la realtà timida (o sfrontata) dei poeti che indagano sulla verità che nutre la loro passione e li rende immortali attraverso . Le due forme combaciano: non si sarebbe avuto la nota aggiuntiva, senza quel capolavoro di testo della Di Stefano Busà. Entrambi bravi, entrambi validissimi interpreti della storia letteraria. Complimenti, fatene tanti di questi dibattiti...
RispondiEliminaGiacono Catucci (un appassionato di questo blog)
Mi sento di ringraziare vivamente il Prof. Nazario Pardini per questi suoi collaboratori così preparati, addestrati a fare della poesia un vessillo da portare alto, sempre più alto...ve n' è un gran bisogno in questo caotico putiferio, in questo miserevole e disagiato mondo "assente" e privo di veri valori. Grazie per esserci, ogni tanto vi leggo e mi rincuoro.
RispondiEliminaAngela Nicaretta
Un grazie di cuore a Pasquale, Umberto, Giacomo ed ad Angela, alla quale vorrei rivolgere due parole di conforto e sostegno: non si spegnerà mai il fuoco della Poesia - in questo mondo "assente e privo di veri valori" - finché nel braciere della Cultura, soffocata dalla cenere del consumismo dilagante, coverà una sola scintilla! Oggi anche lei, Angela, con la sua fiammella accesa, ha contribuito ad annientare il buio con un raggio di luce. I Poeti hanno bisogno di accorati appelli a difesa dei loro versi d'Amore. Grazie ancora!
RispondiEliminaRobero Mestrone
Ci dice Roberto Mestrone in questa sua fervida riflessione, seguendo le note dell’intensa lirica di Ninnj di Stefano Busà: “Resta sempre accesa la voce dei poeti! Anche quando si affievolisce il loro accento terreno, che “crepita e s'acquieta come cero d'altare consumato...”.
RispondiEliminaPerché resta accesa, viene da chiedersi? Cosa la tiene accesa?
C’è qualcosa di sacro, quasi di miracoloso, in tutto ciò, e lo esprime bene Mestrone che più volte ha parlato della sensibilità dei Poeti come un “dono celeste ”. Sull’altare della Poesia la “lingua muta” si fa immortale come “il canto trascorrente dell’acqua sorgiva” proprio come la preghiera accesa in un cero dal fedele nel tempio che giunge a destinazione quando il cero si è consumato. Lingua muta che ruscella e strepita nella quiete dell’eternità.
Nobile e autentica, Mestrone definisce la missione dei poeti che “indagano” la Vita e la Morte e si fanno “balsamo” per l’angosciata umanità. Missione che racchiude in sé una vivida e nel contempo onirica religiosità.
Lorena Turri
Particolarmente efficaci queste profonde e sapienti riflessioni di Roberto Mestrone, generate dalla lirica I POETI di Ninnj Di stefano Busà, per una maggiore comprensione dei limpidi e incisivi versi dell'autrice. Riflessioni che appaiono un prolungamento ed insieme una poetica esegesi della poesia. Riflessioni che ci comunicano l'impatto improvviso di altre riflessioni sull'essenza della vita e sul segreto della morte, sull'essenza del sangue che nutre la poesia, sul segreto del dolore del mondo. Mestrone,-lui, di certo- celebra "i silenzi dei deserti e i frastuoni delle città, seminando briciole di cuore al confine dei Misteri", sapientemente, sull'onda dei versi della Busà, taglienti come "lame" affilate.
RispondiEliminaUmberto Cerio
Sento il dovere di ringraziarvi tutti quelli che sono intervenuti e anche quelli che hanno letto in silenzio. Nobile arte quella della poesia, spesso soffocata dal rumore assordante del vivere quotidiano, troppo spesso dimentico delle vere necessità più alte... ma a un ché di veramente valoriale l'uomo è destinato e perciò scrive -poesia -. E la Poesia arriva ovunque la si chiami, la si ami e, noi, cari amici, siamo un coro di voci, una miriade di stelle che reclama il suo cielo dove poter spaziare, volare con le ali della fantasia, ardere e illuminare la vita, finché ci è dato di viverla, poi come un cielo d'altare ci consumiamo, ma almeno ci siamo nutriti di versi!!!
RispondiEliminaNinnj Di Stefano Busà
Scusate il refuso (correct version) intendevo dire "cero d'altare" e non cielo
RispondiEliminaNinnj
Non si può rimanere indifferenti alla Voce dell'Anima che canta...ai versi che sperano...alla Poesia che si fa luce e fuoco a contrastare l'umanità "liquida" che tutto svuota nel suo dilagare.
RispondiEliminaComplimenti a Ninnj e Mestrone
Mariarosa Viglietti
Una sorta di mistero ha sempre caratterizzato la poesia: è un mistero che origina dalla vita ma per ns. sventura si fa anche morte, estinzione e lutto. Ma chi ha operato bene (s'intende nel verso del linguaggio alto, della parola eccelsa, immortale, resterà anche dopo. La poesia è il coacervo, lo scrigno segreto dove la bellezza viene evocata e posta in essere come un canto alla vita. Il testo della Busà è di una bellezza sorprendente e splendente, perciò resterà nella Storia della Letteratura, (proprio come oggi leggiamo quelli della Merini). Auguri e complimenti, altrettanti anche al Dr. Mestrone, per la sua ottima interpretazione, entrambi bravi nell'interpretare la poesia che vale.
RispondiEliminaGiorgia Cavenago
Grazie, prof. Busà per averci regalato un testo di poesia tanto bello.
RispondiEliminaCi ricordiamo di Lei e ci manca la sua presenza ai corsi. Noi giovani poeti abbiamo bisogno di avere un supporto che ci guidi
Alessandra, Guido, Lidia, Maria Cristina, Luciana, Paolo La salutano con affetto e gratitudine.