giovedì 18 settembre 2014

LORENA TURRI: "NON HO FATTO L'AMORE"


Non ho fatto l’amore è la poesia vincitrice del Primo Premio del Concorso I.P.LA.C. "Voci" di Abano Terme 2014.
L’Autrice scrive da tanti anni, ma è agli inizi per quanto riguarda i premi letterari e si può ritenere davvero soddisfatta per i risultati ottenuti. A breve uscirà la sua silloge edita da Kairòs con prefazione di Antonio Spagnuolo, silloge che ha ottenuto il Premio Speciale sempre ad Abano.
Segue silenziosamente il Blog Alla volta di Lèucade con vivo interesse ed è anche intervenuta con  qualche breve commento. 
Invia anche un'altra lirica rifiutata al Premio Mimesis e anche al Premio Massa "Città fiabesca di mare e marmo" dove, invece, è stata premiata per un sonetto.


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Lorena Turri ci raggiunge con una poesia zeppa di sentimenti che volgono la loro densità in una versificazione fluida e cristallina, dolce e ispirata, vitale e verticale: “un foglio bianco la mia pelle”, “foglio bianco di dita esploratrici”, “non ho fatto l’amore”. La confessione di un’anima declinata in un realismo lirico di efficace potenzialità creativa; di mani calde e brividi goccianti  in una spiritualità di stampo neoplatonico. Una intensità simbiotica fra Poesia e Cielo. Fra Poesia e te. L’Autrice nella sua maiuscola capacità di affratellare cospirazioni intime a cifre verbali, in questa alternanza di endecasillabi a settenari, riesce con eleganza, sapiente uso di figure stilistiche, e euritmica sonorità, a dare corpo di leggerezza e levità al suo stato di grazia emotivo.   

Nazario Pardini



NON HO FATTO L’AMORE

Quest’oggi è un foglio bianco la mia pelle,
di fiati caldi e di sospiri - bianco -
di silenzi socchiusi nelle labbra,
di smanie d’occhi e lingue col-legate.
 
Foglio bianco di dita esploratrici
di mani calde e brividi goccianti.
Nel dedalo dei sensi,
in estro di pensieri,
nel suono assente d’organi lontani
non ho versato orgasmi nell’inchiostro.

Non ho fatto l’amore.

Non ho poesia quest’oggi per il Cielo.
Non ho poesia per te.

Lorena Turri






PARLAMI


Parlami delle notti tue mondane,
di quel grande bicchiere mezzo pieno
di chardonnay bevuto a sorsi piano,
dell’orgoglio in un sigaro toscano,
di quella tavolozza di colori
sulla panca ricolma di giornali;
dei tuoi sorrisi sempre assai gioviali,
del gatto bianco e nero e dei tuoi quadri.

Poi parlami di te, di come stai,
di come stanno i pesci nella vasca,
di come mai la storia è così vasta
ma in fuga sempre, come il tuo saluto
alla stazione. Adesso qui è spiovuto
ed io sto in mezzo a un mondo tondo scaltro
e oscillo tra un binario morto e l’altro
(perso il bicchiere).Non ho più paura,
te lo giuro. Ma tu parlami ancora,
intanto che ritorno alla clausura.

Non abiuro, però non so che fare.

 Lorena Turri



4 commenti:

  1. Lorena! Finalmente la trovo sul prestigioso blog del Professor Nazario. A mio umile avviso rappresenta una delle più autorevoli voci poetiche del nostro secolo! Si è sempre mantenuta in disparte, pudica, convinta di non essere all'altezza dei grandi , ma la sua meravigliosa lirica "Non ho fatto l'amore" ha rappresentato ad Abano un'autentica rivelazione e, soprattutto , una dimostrazione di come esista ancora la meritocrazia. La poesia, infatti, ha stravinto, convincendo tutti i giurati e garantendo all'Autrice la pubblicazione con la casa Editrice Kairos. Lorena non è ancora consapevole di quanto il Professor Spagnuolo 'scelga' le Opere da prefare. La sua introduzione l'ha scritta con autentico entusiasmo in tempi brevissimi, dopo aver parlato al telefono con l'Autrice per cogliere l'essenza più profonda del suo essere... Io mi reputo una donna fortunata, in quanto ho stretto con Lorena un rapporto di amicizia pura e di complicità. Ho avuto accesso a molti suoi scritti, in metrica e in versi liberi e ho letto alcune sue 'pillole' in prosa, che mi hanno lasciata stordita. spero che il tempo dia a questa immensa Autrice il successo che merita e che non cerca. Io sono davvero orgogliosa di conoscerla, di leggerla spesso, di notte, in anteprima, con il fiato sospeso e i brividi che corrono sulla schiena e di sapere che presto stringerò tra le mani la sua prima Silloge!
    Ad astra, Amica mia mia... e oltre! Maria Rizzi

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  2. Ringrazio il professor Nazario Pardini colma di gioia per avermi accolta in queste ricche e succose pagine che da tempo seguo in sordina con vivo interesse. E' un dono solare che riscalda il cuore.

    Lorena Turri

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  3. Il piacere di avere per amica una Donna come Maria Rizzi è incommensurabile. Quello che scrive di me è vero: per anni sono stata in disparte, acquattata dietro i miei versi alla ricerca continua del miglioramento, mai soddisfatta. Ho lavorato e lavoro sul ritmo, i suoni, i significati e le forme. La parola da sola non basta; la Poesia è armonia e coerenza non solo semantica ma anche di forma e contenuto e a questo mira la mia continua ricerca. La poesia premiata è il frutto di diversi rimaneggiamenti nel tempo, in ultimo quello metrico e poterla leggere sul palco di Abano è stata una gioia inestimabile.
    Il generoso entusiasmo di Maria nei miei riguardi mi gratifica e mi frastorna. Spero vivamente che la mia Silloge sia almeno pari alle sue aspettative.
    Grazie, amica cara, con infinito affetto.
    Lorena

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  4. Non so cosa voglia dire un poeta con le sue poesie, e non m’importa quale sia il suo sentire. Importa quello che sento io leggendo, quello che scopro in me quando le parole e i silenzi si dispiegano nel loro ritmo... e mi rapiscono. Ogni parola vive in modo diverso in ciascuno di noi. Così la poesia. Per questo non commenterò le poesie di Lorena, ma tenterò di riprodurre, con altre parole, quello che mi hanno dato:

    La condizione contemplativa (spesso erroneamente associata alla donna che attende qualcosa o qualcuno), si fa attesa, apertura, accettazione, ma anche disperazione perché il lui che torna o che arriva per la prima volta, non è sufficiente, occorre di più... Forse non è un lui, ma un Lui, ciò che si attende, per questo non basta mai. Già, perché con Lui si fa anche l’amore, o per Lui si è quello che si è… e quando non si fa l’amore, nel suo senso profondo, si slega il nodo della poesia, non c’è legame che porti a vivere l’orgasmo, o meglio, l’Orgasmo, quell’Orgasmo che non è certo fisico (o lo è, ma non importa), che non è neanche di fede (o lo è, ma non importa)… ma che porta la vita a non avere più tempo, a dissolversi con quel Cosmo che è lì fuori... e che è anche dentro, in clausura.

    Claudio Fiorentini

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