martedì 2 settembre 2014

PAOLO BASSANI: "IL POETA ORESTE BURRONI"


Paolo Bassani collaboratore di Lèucade

IL POETA ORESTE BURRONI
nel ricordo di Paolo Bassani

Oreste Burroni



“L’amicizia non ha una sola stagione per fiorire, ma vive oltre le stagioni e il tempo”.  Riscopro ora questa verità ricordando un poeta che ha onorato la Lunigiana e la terra spezzina: Oreste Burroni. Io ho avuto la fortuna di conoscere profondamente Oreste e di godere della sua amicizia.
La sua passione per la poesia e per la terra di Lunigiana ha contrassegnato il suo percorso artistico che trovava nei valori dello spirito il suo fondamento. Tra questi, la generosa disponibilità all’impegno nel diffondere la cultura, attraverso la pubblicazione delle sue opere (tra cui il “Cantico della Lunigiana”), ma anche attraverso altre numerose iniziative. Basta ricordare il progetto “Io mi formo” dell’Assessorato della Pubblica Istruzione del Comune della Spezia, gli incontri letterari come quello tenuto a Casa Massà,  i Premi letterari nazionali di cui è stato autorevole collaboratore (tra cui il Premio letterario Internazionale “Frate Ilaro del Corvo”). Nondimeno, i suoi “Incontri d’arte”, trasmessi per anni dall’emittente televisiva “Tele Apuania” di Pontremoli, furono molto seguiti ed apprezzati.
        Oreste Burroni ci ha insegnato con la sua testimonianza di artista e di vita che umanità e paesaggio fanno parte di una identica storia. Mi ha fatto riscoprire i colori e i profumi della Lunigiana. Per questo, a Lui, voglio dedicare alcuni miei versi:

           LUNIGIANA
(in ricordo di Oreste Burroni)

Lunigiana:
   viottoli sbiaditi
      siepi di bosso
        d'alloro e biancospino
macchie lucenti di ginestre.
Lunigiana:
   campi
      prati
        boschi
voli di farfalle
   casolari solitari
      e sperdute pievi.
Lunigiana:
   mormorio d'acque
      canto di grilli
         e di cicale
sussurro di pini sui crinali...
   lontano suono di campane.
Lunigiana:
   antica terra
      di paesi murati
         e di castelli
di stele arcane
   e di memorie.

                           Paolo Bassani

Alle mie brevi note vorrei aggiungere quello che scrisse l’autorevole critico d’arte Valerio P. Cremolini:

LA VOCE MIRACOLOSA DELLA POESIA


            La poesia suscita lo straordinario prodigio di catturare    l'attenzione del lettore, appagato dalla parola miracolosa del poeta che lo chiama silenziosamente a colloquiare con lui. Parole precise ed accoglienti nella loro asciutta sintesi rappresentano il vissuto, violato di frequente dalle provocazioni della contemporaneità. La poesia cerca e invoca il silenzio, devastato dagli innumerevoli rumori del mondo, esplora la memoria purificandola dalle nebbie del tempo, sancisce certezze ed insicurezze del nostro essere.
            La scrittura di Oreste Burroni si fonda sulla chiarezza comunicativa avvalendosi di un disciplinato impianto formale che accoglie la sua complessa spinta meditativa per tessere un perimetro esistenziale denso di avocazioni venate di dolcezza, di serenità ed attraversato da malinconici sentimenti. Ecco che la poesia da testimonianza personale assurge a prezioso tramite per contagiare il lettore a rivolgere non sfuggevoli sguardi nel proprio essere e vivere con l'incanto della parola un tempo nuovo, pervaso dai sapori più autentici della vita.
            Il linguaggio di Burroni è sincero, profondamente umano, allusivo di immagini dipinte con parole, mai forzate nell'esprimere lampi di speranza o di sofferta disperazione, suggeritrici, al contrario, di un pacato dialogo mirato a far conoscere la consapevolezza di andare oltre un vivere indifferente e superficiale. Tale obiettivo, ad esempio, permea Il trittico, importante composizione nella quale il poeta scruta con limpida sensibilità il tempo dell'antichità, l'epoca di Cristo e gli anni della modernità, concludendo con la sconvolgente affermazione: "Mai verrà meno il desiderio di una aurora dove ali si leveranno a sollevarci dal male"..... (Omissis) .....
            Nel suo esercizio letterario Oreste Burroni insegue un profondo desiderio di verità e tramite la poesia, citando Clemente Rebora, "scopre e stabilisce richiami tra il Cielo e la terra e in noi e tra di noi". D'altronde, la finzione non è compatibile con la tensione che genera il pensiero poetico, che riesce spontaneamente  a far sorgere domande, ad accompagnare la nostra più timida riflessione e non di rado a sollevare interrogativi sulla direzione della propria vita, bisognosa di un'altra progettazione.  Allora ha ragione il poeta Franco Loi ad affermare che "ogni uomo scopre in una poesia ciò che lo riguarda. Oltre l'intenzione, il poeta finisce comunque col dire altro, col parlare dell'ignoto in lui e fuori di lui".
                     
                                       Valerio P. Cremolini



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