Avventura in Costa Azzurra
Kenia
Nella
Rift Valley affiorano sporadicamente testimonianze di un remoto passato
dell’umanità.
I
paleontologi aspettano, con infinita pazienza, che la valle decida di concedere
il regalo tanto sospirato e quando, raramente, ciò accade, con uguale pazienza
senza fine ripuliscono dalla polvere
il
femore od il cranio di qualche loro antenato di due milioni di anni fa.
La
culla della specie umana è anche un crogiuolo dove si impastano cromosomi
particolarmente adatti alla corsa di resistenza. Ci troviamo infatti nella valle che ha dato i
natali a tanti grandi atleti africani.
E’
una mattinata bellissima, calda e soleggiata.
Kip
e Samsom, due gemelli di nove anni, si sono già alzati da tempo e, fatta una
frugale colazione e presi i libri, si accingono alla loro quotidiana fatica per
raggiungere la scuola.
Samsom
e Kip, infatti, abitano a sette chilometri dalla scuola elementare di Eldoret che
raggiungono correndo ogni giorno, feste escluse.
Corrono
senza sosta, felici di divorare la distanza che li separa dal sapere, da una
possibile ricchezza a venire, da una vita più dignitosa.
Divorano,
a mezzodì, nuovamente i chilometri che li separano dalla loro casa, alla quale
sono diretti per divorare un meritato pasto.
Corrono non solo per raggiungere in tempo gli amici in aula, ma anche
perchè questa è una delle poche possibilità per edificare un futuro meno
oscuro.
Sanno
che i più resistenti tra loro saranno selezionati per le scuole superiori e, se
capaci e fortunati, dopo estenuanti allenamenti avranno forse una chance: far
parte delle squadre juniores keniote di atletica.
L’atletica
leggera: il sogno dei bimbi della Rift Valley.
L’atletica
leggera, lo sport degli dei, il più bello, la disciplina vecchia quanto i
fossili della loro valle, nata quando questi fossili, allora dotati di poderosa
muscolatura, dovevano correre più veloce
possibile,
saltare più lontano, lanciare più forte per sfuggire ai molti nemici predatori
o catturare qualche appetitoso animale.
L’atletica
leggera, che col trascorrere dei decenni riscrive il libro dei record,
misurando in secondi e centimetri il progredire della nostra specie. L’atletica leggera, dove un essere umano si
misura
non
solo contro se stesso ( per sondare la capacità di migliorarsi, di soffrire, le
tattiche di gara, le doti di concentrazione ) e contro i suoi simili, ma anche
contro il passato della propria razza.
I
gemelli corrono per agguantare un futuro non ancora raggiunto, un benessere che
si intravede solo lontanissimo, potenziale. Nella loro valle è ricco solo chi
possiede una fattoria, un terreno sia pur ritroso a farsi coltivare, capi di
bestiame, molte mucche dal bianco latte.
Il
sogno dei piccoli keniani è possedere molte mucche.
I
gemelli quindi corrono, e corrono forte!
Ed
in pochi anni …..raggiungono la vetta.
Li
ritroviamo infatti, ormai diciottenni, a pieno titolo nella squadra nazionale
juniores, con in una mano una borsa di studio per un’università statunitense e
nell’altra un biglietto aereo per il loro primo impegno all’estero: il meeting
di Montecarlo, uno dei più qualificati al mondo, dove chi ottiene buone
risultanze può sperare in lauti ingaggi per altre manifestazioni
internazionali.
Sono
soli con l’occasione che il destino
presenta una volta nella vita, soli dentro il loro sogno.
26
luglio, ore 20. Stadio Luis II, a
Fontvieille, sotto la rocca di Sua Altezza Serenissima il principe di
Monaco.
Il
popolo dell’atletica, appassionati di tutte le età ed estrazioni, si è
riversato con ogni mezzo nel piccolo principato.
Ora
prende d’assalto gli sportelli della biglietteria e poi, salita qualche rampa
di scale, si appresta a pregustare il grande evento, con in una mano hot dogs e
coca cola e nell’altra il programma della serata. Una serata, tra l’altro,
bellissima. Solo qualche nuvola in lontananza sulle Alpi ed una leggera,
piacevole brezza marina. E’ quasi
percepibile nell’aria l’approssimarsi delle sfide che faranno sembrare le
successive tre ore un batter di ciglia.
Samsom
e Kip sono già in pista per il riscaldamento.
Sono
incantati dallo spettacolo.
Guardano
meravigliati quei tifosi, tifosi non di un atleta in particolare ma del
progredire dell’umanità intera, tifosi che invocano i loro beniamini durante il
giro d’onore in auto d’epoca,
riservato
ai campionissimi, nella speranza che questi eletti sappiano ripagarli più tardi
con un lampo destinato a passare alla storia, con un attimo di emozione
destinata a cristallizzarsi per sempre nella memoria.
Avevano
ancora la meraviglia negli occhi quando, due ore dopo circa, furono chiamati
sulla linea di partenza dei 3000 siepi, da anni territorio di caccia per gli
uomini degli altopiani africani.
E
gli uomini degli altopiani si fecero onore.
Sfrecciando fra un pubblico che batteva ritmicamente le mani seguendo il
suono di un tam-tam scandito da un lontano tamburo, quattro kenioti ed un
etiope presero la testa.
Samsom
e Kip erano lì, anche loro.
Erano
nel gruppetto di testa, anche se le gambe sembravano, col passar dei giri,
sempre più legnose, anche se, col progredire inesorabile delle lancette, le
idee diventavano più confuse.
Correvano
con uno stile superbo, una facilità di interpretare la corsa impressionante:
era un piacere vederli. Ma,
nonostante rincorressero un sogno, o forse perchè risvegliati nel bel mezzo di
un sogno, la fatica, enorme, estenuante, vinse.
Gli
impulsi partivano dalle loro menti, il coraggio partiva dal loro cuore.
Ma
le gambe non rispondevano più.
Kip
arrivò quarto, Samsom sesto, sfinito.
Entrambi
centrarono il primato personale, suggellando una gara magnifica, mentre il
vincitore, loro connazionale, fallì di un’inezia ( 3 decimi di secondo ) il
record del Mondo tra il delirio della folla.
Kip
e Samsom avrebbero fotografato quell’istante di soddisfazione mista a delusione
e lo avrebbero portato con loro per l’eternità.
Ore
23. Samsom e Kip ora corrono lentamente
( defaticamento ) verso il loro albergo in compagnia di un gruzzolo di
colleghi, mentre sullo sfondo, nello stadio e sullo stadio, i fuochi
d’artificio
chiudono
l’evento sportivo.
L’occasionale
passante che osserva questo quadro, di uomini neri come il carbone, con
sgargianti magliette arancioni e verdi, che nella nera notte piena di luci
lussuose si allontanano da altissimi fuochi che celebrano un troppo breve
incontro tra atleti diversi, tra diverse discipline e tra spettatori diversissimi,
rimane affascinato: uno spettacolo!
I
gemelli, scansando i pedoni e le auto della viva, tumultuosa notte monegasca,
trotterellavano pensando all’unisono (una loro caratteristica ) che sì, erano
veloci, erano resistenti ma….
ma
c’è un filo sottilissimo che divide inesorabilmente il bravo atleta, il più che
onesto faticatore di talento dal…..fenomeno.
Ed
essi non erano destinati ad essere fenomeni.
Non
avrebbero scritto neppure una riga sul lungo libro dei record, non avrebbero
vinto medaglie. No! Non c’era ricchezza nel loro futuro. Non avrebbero potuto
concedersi, per sé e gli otto fratelli, la fattoria tanto agognata.
Sul
sogno si chiudeva il sipario: era stata comunque una bella rappresentazione.
Giunti
a questo punto del racconto, ci spostiamo qualche decina di chilometri più ad
ovest ( e tre settimane più tardi ) a Cagnes sur Mer, nel frenetico cuore della
Costa Azzurra.
Eccoci
all’ippodromo, prospiciente il mare, ad un tiro di schioppo dai sinuosi e
piramidali grattacieli della Baia degli Angeli.
E’
sera. Le grandi lampade proiettano lunghe ombre sulla pista rossa.
Anche
i volti degli spettatori sembrano lunghi e tristi.
Molti
degli spettatori coltivano un sogno, il solito che permea questa storia: la
speranza di diventare ricchi. Tramite le scommesse, come i giocatori di
roulette, totocalcio, lotto.
C’è
un piccolo intoppo: che i giochi del Casinò, il Totip, il Superenalotto ed i
loro cugini, ed anche le scommesse all’ippodromo, non sono equi ( anche se
possono coinvolgere i cavalli ) perché si vince meno di quanto si dovrebbe in
base alle mere probabilità dell’evento favorevole.
Perseverare
a lungo in questi giochi è un modo quasi certo di rovina economica. Matematico!
Il popolo dell’ippica insegue cocciutamente la
speranza, legata alle scommesse, di un futuro meno buio. E’ gente molto diversa da quella che segue
l’atletica, ( anche se fra gli appassionati che
assistono ad una prova di galoppo ad Epsom si contano
lord, duchi, baronesse varie ed anche altezze reali, sicuramente persone non
povere ) meno spensierata e allegra, quasi pesasse su di loro
una cappa di disperazione, rassegnazione, sconforto.
Descritta la cornice, passiamo a vedere il disegno
della corsa.
Facciamoci illustrare il quadro dallo speeker
ufficiale dell’ippodromo.
“ Mesdames e messieurs, vi giunga il mio più caloroso
“buonasera” dall’ippodromo della Costa Azzurra. Il Grand Prix di Vitesse , che stiamo per
proporvi in telecronaca diretta, verrà
sicuramente ricordato come uno scontro tra
campionissimi.
Tra i 14 partecipanti certamente almeno quattro
possono, a ben diritto, aspirare al titolo di miglior trottatore dell’ultimo
lustro. Si tratta della giumenta
ROQUEBRUNE ( record al chilometro
1’10” 7 ) e di TIDARO’UNPELO ( 1’11”3 ) , i due
migliori interpreti francesi di questo sport fra le ultime generazioni,
trionfatori più volte nel Prix d’Amerique, a cui bisogna aggiungere la femmina statunitense
SUPER MARKET ( 1’10”3 ) , recente dominatrice delle Breeder’s Crown a New York e
soprattutto, quale favorito numero uno viste le strepitose condizioni di forma,
l’italiano VALBONNE ( 1’09”1, primato mondiale ) che ha annichilito gli
avversari al Gran Premio Lotteria di Agnano ed al recente Elitlopp di
Stoccolma.
C’e poi una schiera di ottimi elementi che potrebbero
recitare il ruolo di outsiders, per finire infine con quattro giovanissimi,
tutti con la S all’inizio del nome e cioè nati due anni fa, senza alcuna
possibilità di piazzamento. Si tratta di SBIADITO ( dal chiaro manto) ,
SBILENCO (dall’andatura non impeccabile), SCIANCATO ( affetto da discopatia ) e
SBANDATO ( facile alle rotture ).
La partenza, sulla pista da 1307 metri, viene lanciata
lungo la curva e l’autostarter abbandona i cavalli subito dopo l’ingresso in
rettilineo.
………………………
………………………
Ma eccoci al momento tanto atteso! Tutti i cavalli sono ordinati nello schieramento
iniziale, otto in prima e sei in seconda fila, e procedono seguendo facilmente
l’autostarter, che aumenta progressivamente la velocità ed ora si fa da parte.
Lanciata dunque la gara vera e propria! Allunga in
testa ROQUEBRUNE, il cui driver ha sfruttato con perizia il numero 1 dei nastri
di partenza, mentre al largo si fa strada l’altra femmina SUPER MARKET.
Attenzione! Al
centro del gruppo di testa rompe SBANDATO, allungando la lunga striscia di gare
in cui non ha ottenuto alcun risultato.
……………………….
………………………..
Siamo alla seconda curva ed i quattro favoriti sono
già al comando, apparentemente senza sforzo nel seguire l’andatura dettata da
ROQUEBRUNE, pronti a piazzare l’allungo decisivo, ma ora siamo ancora in una
fase interlocutoria.
………………………..
………………………..
Eccoci ora sul rettilineo opposto alla tribuna:
nell’ordine ROQUEBRUNE, con all’esterno SUPER MARKET, poi VALBONNE,
TIDARO’UNPELO, NAPOLEONE TERZO, GIRAMONDO, SBIADITO, CAP3000, PATTUMIERA,
SBILENCO e gli altri.
Squalificati per rottura prolungata SBANDATO e
DISPERSO.
……………………….
……………………….
Siamo all’ultima curva. Il pubblico è tutto in
piedi! Elettrizzante lo
spettacolo!
ROQUEBRUNE, TIDARO’UNPELO, VALBONNE e SUPER MARKET,
che sembra un po’ stanca. Staccati gli altri. Ormai è cimento tra titani.
……………………
……………………
Uscita sul rettilineo finale!
VALBONNE aumenta l’andatura. Impressionante!
Supera in tromba SUPER MARKET e ROQUEBRUNE e si porta
in testa.
VALBONNE, VALBONNE è ormai sicuro vincit… Attenzione!!
Esce SBILENCO ad una velocità supersonica, si avvicina
a VALBONNE.
Pazzesco!! Non crediamo ai nostri occhi! Mancano poche
decine di metri.
SBILENCO passa.
Inaudito!
SBILENCO, SBILENCO, SBILENCO !!
Ha vinto!
Incredibile sorpresa a Cagnes.
SBILENCO, un cavallo neppure conosciuto, alla sua
prima corsa significativa e iscritto con un record di 1’15”9 al chilometro, ha
vinto il Criterium de Vitesse.
Gli spettatori sono attoniti. Un silenzio irreale è
sceso sull’ippodromo.
…………………………
…………………………
Abbiamo il risultato ufficiale. SBILENCO su VALBONNE,
terza ROQUEBRUNE.
Il tempo del vincitore è strabiliante: ha trottato il
miglio ( 1609 metri ) alla media di 1’09” netti al chilometro, nuovo primato
mondiale.
Signore e signori, vi salutiamo dall’ippodromo della
Costa Azzurra, dove abbiamo vissuto con voi un’emozione che sarà impossibile
rimuovere dalla memoria. ”
Poco dopo il quadrupede vincitore viene fatto oggetto
di ammirate attenzioni da parte di stallieri, accompagnatori, managers,
fotografi e giornalisti.
Con in groppa una mantella viene scortato alla
premiazione, subissato da applausi scroscianti.
Dentro a SBILENCO Kip dice: “ Che faticaccia! Sono
stravolto. Meno male che sin da quando eravamo piccoli possediamo esattamente
la stessa lunghezza di falcata ed identico ritmo di corsa, il che ci ha
consentito di evitare una sicura squalifica per rottura e di procedere ad una
velocità molto superiore a quella che siamo in grado di sviluppare
singolarmente.”
“ Sì, grazie a quella pelle finta che ci univa”
rispose Samsom “ che però mi ha causato molti fastidi.
Avevo un gran caldo e non vedevo dove mettevo gli
zoccoli, dovevo fidarmi ciecamente di te.”
“ Anch’io avevo le mie brave difficoltà a scorgere il
mondo esterno dalle due piccole fessure degli occhi e cercare il migliore
assetto per impostare le curve. Quei maledetti paraocchi……”
“ Non ti lamentare, tu! Eri comunque davanti, potevi vedere la pista.
E poi, tutte quelle frustate che mi sono preso io sulla schiena nella dirittura
di arrivo dove le metti? Piuttosto, abbiamo fatto
bene a comportarci così? Io non ne sono ancora convinto.”
“ Tu ed il tuo spiccato senso etico! Sicuro che abbiamo fatto bene! Tra premi di
gara e scommessa su SBILENCO abbiamo sbancato l’ippodromo. Eravamo dati 100 a
1.
Avremo incamerato, ad occhio e croce, almeno un
milione di franchi. (al tempo degli eventi descritti dalla fiaba non era ancora
arrivato l’euro).
Immagina che bella fattoria potremo acquistare, e
quante mucche!. Gli altri
proprietari hanno dovuto rinunciare a qualche premio, ma sono già miliardari.
Quindi siamo come Robin Hood:
rubiamo ai ricchi per donare ai poveri, cioè noi. Non
facciamoci tanti scrupoli!”.
“ Ma noi abbiamo scommesso su SBILENCO ” replicò Samsom “ che quasi nessuno aveva
preso in considerazione, quindi abbiamo sicuramente fatto perdere tutti quei
poveracci che hanno puntato
su VALBONNE.
Abbiamo rubato ai poveri per dare ad altri due poveri.
Non siamo affatto come Robin Hood!”.
“ In guerra ed in amore tutto è permesso” sentenziò
Kip.
“ Ma noi non siamo in guerra! ( Samsom trascurò a
priori l’amore: nessuno dei due si era ancora invaghito) ”.
“ Sì, invece ”
concluse Kip “ in Sanscrito la parola guerra si dice “ desiderare più
vacche”.
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