Angela
Caccia: Il tocco abarico del dubbio.
Fara Editore. Rimini. 2015. Pg. 96
Una
estesa vivacità morfologica che si aggrappa a lumi di luna per farsi poesia
Realtà,
immaginazione, odisseici spazi, odeporici sperdimenti, incontri e distacchi;
tutto ciò, insomma, che fa della vita un gioco doloroso, inquieto, gioioso,
anche, ma pur sempre avvolto da un dubbioso velo di mistero. Dalla realtà alla verità,
la direi questa mia esegesi sulla plaquette di Angela Caccia; un tragitto incommensurabilmente lungo, il cui traguardo è
di difficile conseguimento considerando l’esilità delle forze umane nell’ambire
a quella luce che squarcia la tenebra di un orizzonte senza limiti. Zeppo
d’incognite:
(…)
Sai di strada
ora polline
ora spora di soffione
scavi tra le pietre
frughi ancora
tra le radici
un altrove il cammino
dubbia la meta
e
sempre quel gusto netto:
da sottili geometrie di
sillabe
cade una tua carezza e ti
sembra
di toccarle le parole (Geometrie).
Una
verbalità di intrecci secchi e apodittici che si sfuma in una mèsse di parole
pronte a fare del dubbio una verità di suoni e di radici in un sogno che
neppure il giorno, con tutta la sua luce, riesce a rendere vero; a distoglierlo
da una notte che incombe dato che la morte è privilegio per chi vive:
(…)
Laghi castani
appannati da un fondale
che la sabbia sconvolge
atolli
dove il mio amarti
ha perso le chiavi (Per
i tuoi occhi),
Linguismo
definito, risolutivo, dove il verbo, da solo, fa da verso tanta è la sua
soluzione, la sua profondità, la sua essenza traslata, il suo potere iperbolico
nella magra riflessione dell’esserci.
Ed è così che si fanno avanti i dubbi, e le
incertezze del nostro vivere. Le insicurezze che tanto inquietano il percorso
esistenziale della Caccia. Per questo il suo “Poema” si fa fortemente umano,
carico di quei tanti perché che non trovano soluzione. E l’Autrice intende dare
tutta se stessa al verso con genuina apertura, e con slanci di emotivo
coinvolgimento; è ad esso che raccomanda il suo pathos, la sua plurima e
polimorfica interiorità, il suo sguardo sul dolore:
Vicino e altrove
sospeso senza forma
cadi su di me col suono
della neve
dovrò sostare nel tuo vuoto
per sgamarti
poi ti sfebbrerò sulle
ginocchia
saremo amici
e ti darò un nome (Sul
dolore).
È
ad esso che affida il compito di concretizzare la sua identità. E ne esce un
vero ritratto psicologico di zeniana memoria. Dove l’essere e l’esistere, nel
loro procedere di contrapposizioni, si fanno corpo vivo della vicenda; polemos
tra gli opposti e simbiotica fusione dei contrari: giorno e notte, alfa e
omega, tristezza e gioia, luce di albe e pensieri di morte:
(…)
Morire magari
con la luna dei monti
in un coro di stelle
nel silenzio di rose selvagge
a chi amo
tra un’eco e la voce
il mio amen
e le braccia allungate
dell’alba (Le braccia
allungate).
Sì,
è dalla loro fusione che nasce il mestiere di vivere, quello spleen che spinge il cuore ad azzardarsi
oltre la siepe che demarca il nostro vivere. Là dove è possibile cercare quella
parte di noi che ci è sconosciuta; e che tante volte ritroviamo in certe
confessioni affidate a versi che escono con pudore e piede felpato dai nostri
impatti vicissitudinali, col ricorso, anche, alla memoria che spesso ci porta a
vicende sepolte dal tempo, ma rimaste a decantare in un’anima zeppa di abbrivi:
Vita morte
indissolubile diade
e i nostri occhi impigliati
nei suoi fili
(…)
A noi, strati di tempo,
memorie ancora da colmare
il difficile piacere del
dubbio
che sia finta
la frontiera su quel crinale
se chi muore chiede conto
della propria morte
a chi resta
(Nello sguardo di chi resta).
Sono
scaglie di mare, solatii collinari, serali incantesimi, sguardi maliziosi, o
parole non dette, che tornano a galla impetuosi con la voglia di vivere, di
farsi presenti con un senso di melanconico disagio, di dolce turbamento per
cose non fatte, per abbandoni trattenuti, o per volti e immagini che ci hanno
lasciato quando meno ce lo aspettavamo:
(…)
Alle sei del mattino il cielo
che pende sull’ospedale
ha più rondini
è come una grande festa
una sedia vuota
piange la tua assenza
bastò un granello
a zavorrarti l’ala
dov’è la traiettoria del sole
il volo d’aquila
la vetta…
(Psyché).
È
il gioco di Kronos, con tutto il suo potere sottrattivo, a fare di noi dei
poveri ambulanti spersi su cieli senza limiti. Quel tempo che significa
precarietà, debolezza dei nostri mezzi; quel divenire implacabile che ci dà la
coscienza della nostra fragilità. E viene spontaneo misurarci col tanto, col
tutto, con in cuore la sconfitta, data la miopia del nostro essere di fronte al
disumano tracimare dell’infinito. Tutto questo contiene la plaquette della
Nostra; tutto ciò che la incanta e la demolisce, tutto ciò che la esalta e l’avvilisce;
in quanto la sua pienezza ontologica è tormentata da quel milieu entre rien e
tout di pascaliana memoria. Una complessità che tanto dice di ognuno di noi,
del nostro continuo misurarci col potere del giorno e quello di Thanatos. Una
rete verbale attenta che verte ad oggettivare e a rendere plurali gli input emotivi
di Angela in questo suo travaglio personale; in questa sua ricerca d’intensità
epigrammatica:
Tocca scendere
i gradini ogni notte
ogni notte
scrollarsi dal sé
cade piano nella scena
l’altra me così segreta
alla coscienza.
(…)
Si risponde tutti all’alba
con gli avanzi di un sogno
(L’altra me).
Insoluzioni,
desideri, pensieri informi, rumori sordi, spiccioli di notte, il fiato corto;
l’iterante e odeporico percorso di thanatos ed eros: tante risposte e nessuna
di fronte alla bellezza di un sole rubino in un cielo retto dagli alberi. È
questa la dualità che fa della Nostra un volatile dalle superbe ali di aquila. Di
un’apertura tale da poter spiegare voli verso cime difficilmente raggiungibili.
Perché quello che alla fine primeggia in questo “Il tocco abarico del dubbio” è il sapore della vita con tutte le
sue dicotomie; dell’amore che fuoriesce con prepotenza da stazioni di via
crucis; è proprio l’affetto per questa irripetibile storia che è l’esistere a offrire
alla Nostra motivo di riflessione e turbamento; un ontologico travaglio che
trova terriccio fertile in parole-luce con i suoi slanci che vanno oltre il
senso della sintassi:
Avremo di che vivere io e te
quando nulla più morderà il
secondo
e il tempo sarà un lago
incolore
alla mercé di albe e tramonti
(…)
ma fino ad allora
avremo di che vivere io e te
riflesso di specchio che non
cogli
odori suoni
e quale oceano si agita in
questo fodero (Io e te),
e
che fanno del naturismo un gioco di sinestetici ritorni ad alimentare con ardua
metaforicità la visività degli abbrivi emotivi: pigolii di piogge, umori mesti
di foglie, gocce capovolte, fiumi di pagine, schizzi di sillabe, o scoiattoli
di parole. Una estesa vivacità morfologica che si aggrappa a lumi di luna per
farsi poesia.
Nazario Pardini
CURRICULUM E DATI
Caccia Angela (http://ilciottolo.blogspot.it/ )nata il 25.11.1958, risiedo a Cutro (KR)- 88842 in via Nenni; Studi: maturità classica e laurea in scienze giuridiche. Coordino dal 2006 l’Ass. Culturale Le Madie http://lemadie.blogspot.it/
Dopo un fermo di sette anni, ho
ripreso la partecipazione a concorsi letterari.
Tra i premi conseguiti tempo fa,
da cui sono esclusi menzioni e segnalazioni,
ne ricordo alcuni:
INEDITO
-1° posto–Concorso Lett.
Internaz.“la Piazzetta” 2001 -Provincia Salerno/univ.Federico II
- Premio Ugo Betti – Centro studi
internaz. U.Betti Roma 2003
- Premio Speciale della giuria –
Premio Internaz. “Cinque Terre” 1999 (Genova)
-1° posto – Premio letterario
internazionale “Siracusa” 1999 (Siracusa)
- Premio Speciale della Giuria –
Concorso Internaz. Totò De Curtis – Roma
- 2° posto Feile Filiochta
International Poetry Competition 2003 - l’Assembleè Regions d’Europe Dublino
(Irlanda)
- 1° Posto assoluto Fiur lini 2003
– Den Haag (Olanda)
- Premio speciale della giuria –
Premio “Roma in via degli Artisti” Montecitorio
- 2° posto - Premio Guglielmo Scalise
(Marcellinara)
- 1° posto - Premio Felice
Mastroianni (Platania)
- 2° posto - Premio Tuscolorum
(Olevano sul Tuscano)
-1° posto – Premio “Incontro con
la poesia” Isola Capo R.
- Premio Saffo – Concorso Penisola
Sorrentina (Sorrento)
- 2° Posto – Premio Spazio Donna
2000 – Striano
- 3° posto – Premio Penisola
Sorrentina (Sorrento)
- 1° posto – Concorso letterario
“Anna Morrone” 2002 – Spezzano Piccolo
- 2° Posto – Premio Campania – San
Cipriano d’Aversa
- 2° posto Premio città di Veglie
2003
- 1° posto
(langue set dialectes – Italien) Concours litt.intern.CEPAL 2004-Thionville
(Francia)
- La poesia su Papa
Giovanni Paolo II è stata scelta
e pubblicata da Famiglia
Cristiana aprile 2005
EDITO
(“Il canto del silenzio” edito nel luglio 2004 dall’Istit. di Cultura
italiana-Napoli)
- 3° posto - Concorso intern.Poeti
nella Società – Basilea (Svizzera)
- Medaglia Presidente giuria –
Concorso internaz. Marengo d’oro Sestri Levante
INEDITO 2011
- 1° POSTO – Premio internazionale
Colapesce 2011- Centro studi Canterini Peloritani Messina/Univ. Di Messina
INEDITO 2012
-
2°
Posto – Premio nazionale IL GOLFO 2012 XVII ED.- Città di La Spezia
-
Premio
speciale dell’Editore Prometheus Concorso internaz. Centro Giovani e Poesia
Triuggio – proposta editoriale
-
3°
Posto al Premio nazionale “Una piccola poesia in the classroom- citta di
Taranto” VI edizione
-
Finalista
Premio letterario Ibiskos 2012 – proposta editoriale
-
Finalista
Premio Naz. “Scriviamo insieme” – Roma - Teatro Aurelio
-
1°
Posto- Medaglia Presid. Repubblica – Concorso Insanamente – Rimini
-
1°
Premio assoluto- Premio intern. Il Convivio –Accademia Il Convivio-Giardini
Naxos
-
-
Finalista
Premio De Andrè – Comune Roma/SRL Monna Lisa
EDITO 2013
(“Nel fruscio feroce degli ulivi”
edito nel marzo 2013 dalla Fara di Alessandro Ramberti, prefato da Davide
Rondoni)
-
Primo
posto assoluto al Conc. Lett. Città di Parole – Assoc. Culturale Città di Murex
– Firenze
-
Primo
posto assoluto al Premio Letterario Europeo – Città di Massa
-
Finalista
al Concorso Il Convivio – Accademia Internaz. il Convivio Messina
-
2°
posto al Concorso Giovanni Pascoli – Unitre di Barga
-
3°
posto Premio Internaz.Don Luigi Di Liegro - Fondazione Di Liegro Roma
INEDITO 2013 – tutte liriche inserite poi nell’ultima
pubblicazione
-
Premio
Corrado Alvaro – Conc. Colori e parole 2012, Accademia G. Leopardi Reggio
Calabria
-
Finalista
al Concorso Scarabeus – Livorno
-
Primo
posto al Premio Internazionale di Poesia “Memorial Gennaro Sparagna” 8^
Edizione - Roma
EDITO E INEDITO 2014
-
3°
posto per l’edito Premio Internaz.Don Luigi Di Liegro - Fondazione Di Liegro
Roma - Campidoglio
-
2°
posto silloge inedita Premio Intern.G.De Scalzo – Città di Sestri Levante
-
3°
posto poesia ined. Noi l’aurora – Premio Hombres itinerante Comune di
Lettopalena
-
3°
posto Premio di Poesia religiosa edita Città di Camposampiero
INEDITO 2015
- 4° posto silloge inedita nella
sestina premiata, Premio Internaz.Albero Andronico 2015 – Roma, Campidoglio-
- 2° posto con la poesia Come una
volta, menzionate le altre due poesie proposte nel Concorso Nuova scrittura
attiva, V edizione, Tricarico
Liriche inserite in molte
antologie: Cinque Terre 1998 (La Spezia); Il Golfo 1998 (La Spezia);Poesie
d'Italia - Club Letterario Italiano (Latina 1998);“Scritture poetiche di fine
millennio”(Striano 1999); “Voci dell’anima” (Rapolano Terme 1999); “Cinque
Terre” (1999 La Spezia); Antologia Premio lett. Inter. “Siracusa”; Antologia
Premio Feile Filiochta; Antologia Premio Casa Editrice Perrone, Antologia Poeti
e poesia di Elio Pecora e altre antologie di cui non ricordo il titolo
RICONOSCIMENTI:
2007
PREMIO IL PUTTINO – AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CUTRO
“Per aver contribuito alla
crescita culturale e al prestigio della città di Cutro”.
2008
PREMIO VALLE DEL RAGANELLO, DONNA DELL’ANNO 2008 – ASSOCIAZIONE CULT. IL
MUSAGETE di Francavilla Marittima (CS)
Ad Angela Caccia Presidente Ass.
Le Madie “…per il saper cogliere nel percorso comunitario di un’associazione
importante le peculiarità di ognuno e valorizzarle per quello che esse
meritano”
2009
PREMIO HERA LACINIA – AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI CROTONE
“Per l’impegno, la
professionalità, la grande umanità nel lavoro e nella vita quotidiana”.
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