Giuseppina
Sperandeo è nata a Odessa da madre russa e padre italiano nel 1905. Ha vissuto
a Roma. Trasferitasi in Italia nel 1912 ha compiuto i suoi studi a Firenze e ha
conseguito la laurea a Roma. A 12 anni pubblicò un singolare libretto di versi:
Prime foglie. Seguirono dopo il ’36 le
raccolte A piedi nudi e Alba di Capodanno. Adriano Grande ha
scritto di questa poetessa: “Bisogna stare attenti alla delicatezza dei ritmi
che reggono le sue liriche; ai passaggi coraggiosi da un nucleo musicale ad un
altro diversissimo nel corpo di una stessa lirica… Un mondo vi tumultua sotto
che batte alle porte dell’anima di chi legge…”
MELANCONIA (da La fiera letteraria, Roma)
La
lirica spalanca la visione di un prato d’alta montagna non ancora toccato dall’uomo,
e dentro questa immagine pura e inviolata passa la malinconia di una solitudine
infinita, di una ricchezza sconosciuta che non ha potuto donarsi, di una nostalgia di cieli perduti,
di spazi immensi, di terre intatte, di vergini acque. E’ la poesia delle cose
desiderate ed impossibili, della bellezza che nessun occhio ha goduta e nessuna
mano toccata, ma che il cuore e la fantasia non cesseranno mai di sognare.
Io
sono come un campo d’alta montagna, un prato
non falciato
ricolmo
d’erbe e di fiori senza nome, al cui orlo
trema
un cielo
terribilmente
vicino e lontano, al cui bordo
gorgoglia
un’acqua nata e perduta.
Il vento
a volte
vi danza non visto e vi scende
coi
nembi.
Solitudine
regna
poi sovrana ed ascolta
sparse
voci che scendono ai piani.
Giuseppina
Sperandeo
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