Una vera dichiarazione
poetica questa di Francesco. Una metapoesia dove l’autore si abbandona ad una ispirazione
densa di vita, di anima, e di luce, che parla attraverso le contaminazioni
paniche, gli assalti di onde e di gabbiani per dare consistenza ad una voce volta
a concretizzare la valenza del poièin; è qui il poeta, in questi sussulti di
amore e di fede, in questi slanci verso orizzonti illimitati, “senza mai incontrare
confini”. E’ la poesia che parla, che si fa persona, corpo, anima; è essa che
si rivolge al cielo, al vento, ai fiori, per dire che esiste nella luce, in un
istante per inseguire il tempo; quel tempo che ci rende umani, vincolati ai
suoi parametri, caduchi, precari e da cui il poeta cerca di svincolarsi affidandosi agli azzardi del poema; alle vertigini che vanno oltre l’immenso. E si rivolge al mare, alle onde, all’alba,
al tramonto, all’aurora, alla montagna, al deserto, al silenzio… Si rivolge a
tutte quelle immagini che gli sono vicine, che sente amiche, e le chiama, le invoca, chiede
loro aiuto per dare corpo e consistenza al suo richiamo. E infine si rivolge ai poeti quasi con intenzione parenetica,
esortativa per dire loro che la sua anima è disseminata negli angoli più nascosti
delle periferie, o nei campi dove si sparge il concime, e da cui esala aria onesta e pregna di buone tradizioni, sane e incontaminate. E’ da lì che il poeta trarrà la forza per cantare:
piuttosto che negli oggetti,
nel ciarpame mediatico
o sui marmi lucidi, dove giace arido
il culto del vanitoso alloro
La forma chiara, illuminata da un animo ispirato, si dipana in uno spartito di sinfonica andatura.
Nazario Pardini
E la poesia disse...
E la poesia disse al
cielo, al vento e ai fiori
esisto nella luce, nei colori e in
un istante per inseguire il tempo;
disse al mare, alle onde e
ai gabbiani
esisto negli atomi che volano
dall’alba al tramonto fino all’aurora
senza mai incontrare confini;
disse alla montagna, al
deserto e alla polvere
esisto nel rumore e nel silenzio
che riempie il vuoto dell’umanità;
disse alle città, alle
campagne e alle strade
esisto nella follia che nutre la fame
dell’esistenza nell’eco della verità;
disse ai sogni e alle
stelle
esisto nel passato e nel futuro,
ed è la miopia del presente
che non sa riconoscermi.
Parlò al cuore della gente
e disse
esisto affinché il tempo abbia memoria.
La poesia parlò infine ai
poeti e disse
esisto più nelle periferie,
e nei campi ove si sparge il letame,
piuttosto che negli oggetti,
nel ciarpame mediatico
o sui marmi lucidi, dove giace arido
il culto del vanitoso alloro
Trovo molto stimolante questa poesia sulla poesia di Francesco Casuscelli. Lui la trova dovunque in natura, la sente aleggiare nell'aria e nel vento, sul mare e in montagna, nel deserto e in città, nel passato e nel futuro. Dovunque sia possibile volare "senza mai incontrare confini". Dovunque ci sia rispetto e libertà, umiltà e candore, finanche "nelle periferie, / e nei campi ove si sparge il letame". Dovunque, tranne che nei luoghi osceni dove la si vorrebbe imprigionare in recinti di "marmi lucidi" e in "ciarpame mediatico", in "oggetti" di qualunque tipo. Lei non si lascia catturare, non c'è linguaggio che la contenga, giacché è incontenibile e può solo balenare nelle formule espressive. Concordo con Pardini laddove evidenzia l'intento parenetico di questi versi, il loro monito, rivolto ai poeti, a non cercare le ribalte del "vanitoso alloro"; la loro esortazione, rivolta a tutti, a non cercare la poesia nella storia e nei prodotti culturali. Lei non vive nei libri, sono i libri a vivere di lei.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Bellissima riflessione poetica, complimenti amico Francesco! La poesia effettivamente è ovunque, dipende dagli occhi che l'ascoltano, e non da quelli che la scrutano!Rischierebbe di risultare invisibile. Emanuele Aloisi
RispondiEliminaL’amico Francesco Casuscelli ci sorprende ancora una volta con i suoi slanci lirici genuini, con la sua disarmante voce poetica che afferma verità inconfutabili, che dovrebbero essere, ma non lo sono, sotto gli occhi di tutti e soprattutto dei poeti. E in questa splendida e ispirata lirica, è la “Poesia” stessa, personificatasi, ad indicarci i luoghi in cui essa vive: “…e la poesia disse…, e la poesia parlò al cuore della gente…, la poesia parlò infine ai poeti”. E con veemente dolcezza ma decisione afferma che essa vive in tutte le manifestazioni della natura, nei dolori e nel vuoto esistenziale di un’umanità confusa e smarrita (“nelle periferie, dove si sparge il letame”), nel tempo (anche nel presente quando spesso non viene riconosciuta) e oltre il tempo! Quanta forza in questi versi che fanno da contraltare alla ricerca di effimera visibilità e di facili allori di dubbio valore. Ben dice il caro Nazario quando parla di “dichiarazione poetica” e di esortazione a sentire e seguire la Vera Poesia e non le false mete illusorie già menzionate. Sento fortemente “mia” questa lirica del caro amico Francesco che ringrazio di cuore per avercela donata.
RispondiEliminaEster Cecere
Caro Francesco, hai personificato la poesie dandole voce umana perchè parli al bipede-eretto per porlo in ascolto meditativo, per sussurrargli che essa, quale arte, bellezza, armonia è in ogni dove e pertanto senza "confini" quindi anche oltre lo spazio e il tempo. All'uomo e in special modo ai poeti il compito di cercarla perchè di essa si inebriano quale dono elargitoci da un Ente Supremo.
RispondiEliminaE, se è vero come è vero che è un dono, non può avere merito esclusivo chi la pone in atto in versi
più o meno belli. Il dettato poetico così chiaro e subito intuibile denota un animo schietto e libero da impastoiature strutturali che rendono l'opera accogliente e partecipe il lettore. Complimentissimi Francesco. Pasqualino Cinnirella
ringrazio il prof. Nazario Pardini per la generosità del suo commento e della sua analisi capaci di scandagliare tra le righe della mia poesia. Ringrazio anche Franco, Emanuele, Ester e Pasquale che hanno commentato con partecipazione.
RispondiEliminaRimango in ascolto della vostra arte e vi bacio tutti poiché non serve a niente trattenere le emozioni, meglio metterle in circolazione e farne energia di vita.
Un abbraccio saturo di poesia
Grazie a tutti, apprezzo il lavoro dei blogger, specie quando devi fare i compiti per il corso di poesia e non sai dove andare a parare. La soluzione spesso è dietro l'angolo, dove meno te l'aspetti, un blogger che ha già scritto quello che cercavi e allora sai che leggerai la poesia al prossimo incontro per confrontare con gli altri le poesie sulla bellezza. Un caro saluto Roberto Francalanci
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