domenica 1 ottobre 2017

N. PARDINI LEGGE: "MONNA ELISA 3000..." DI GIUSEPPE CULTRERA

Giuseppe Cultrera: Monna Lisa 3000. Storia d’amore canaria o canaglia. Fondazione Mario Luzi / Editore. 2017


Un  romanzo di grande generosità contenutistica, di  vicissitudini di amore e di vita, di storie emozionanti e intricanti dove i personaggi “soggetti autistici, semi-infermi e invalidi” occupano un ruolo rilevante nel susseguirsi delle azioni, dacché saranno proprio loro ad aiutare il commissario Pignone a risolvere casi di difficile soluzione.  La narrazione corre spedita, vera, fluente, contribuendo, coi suoi  tocchi di visiva fattura, a dare corpo e rilevanza ai personaggi del romanzo. Monna Lisa 3000 (Storia d’amore canaria o canaglia), il titolo dell’opera, che, pubblicata per i caratteri di Fondazione Mario Luzi / Editore, 2017, scorre su un tracciato narrativo di nove capitoli: La vita, La collina del Gallo, Amanda ed il Rosso, Lo strano incedere della nebbia (Il mare bianco), L’apparente scemo del villaggio, Una morte sospetta, La maledizione di Fiorenza, Rompicapi e gelosie, Il caso e la necessità, da cui emergono caratteristiche ben precise: attaccamento alle radici, onestà, prevalere dei valori etici e affettivi, soluzione a lieto fine di una storia, tante storie che rispecchiano le scabre situazioni di una società inadempiente, ma, anche, di un mondo in cui sembra prevalere l’attenzione per i più svantaggiati in una visione sociale di grande positività.   Il titolo deriva dal soprannome che la protagonista riceve dal suo innamorato, ispirandosi all’ambiguità e alla minaccia sempre in agguato dell’Etna. È Catania la città che emerge con tutti i suoi condimenti, con tutti i suoi problemi, e con tutte le sue attrazioni di terra natia; è ad essa che è ispirato il romanzo, a Catania, città in cui vivono l’autore e i personaggi del romanzo. La trama si sviluppa su sequenze descrittive, narrative, introspettivo-dialogiche; e sono proprio le tante descrizioni, che, scaturite da un animo  carico di luoghi, di fatti, di ambienti in esso covati  da anni, si fanno corpo e vita, sangue e respiro per il rendimento artistico: “il mercato  del sabato che si svolge in molti paesini di provincia, in genere brulica di persone d’ogni varietà e tipo (…) Solo il sabato, giorno prezioso per alcuni e fazioso per altri, gli sconosciuti maschi si incontrano e tali rimangono, fino a un altro sabato qualsiasi…”. Tradizioni, atmosfere, ambienti, caratteri, virtù, vizi, abitudini vengono dipinti con mano lesta, con pennellate colorite,  in maniera indiretta, in funzione di psicologie e intimi travagli vicissitudinali. Ed è l’amore, il sentimento dei sentimenti, a scatenare fin dall’inizio le peripezie varie e articolate della narrazione: “Amare significa spendersi e sperdersi o entrambe le cose le quali, comunque, comportano un sacrificio che si trasforma prima in piacere e poi in qualcosa di molto più forte che si chiama passione d’amore. Lisa era sposata…”. Un gioco di psicologico impatto che durante i grovigli delle storie avrà un effetto trascinante per il lettore; farà un po’ da leit motiv, da sottofondo musicale nello spartito, dove le memorie di momenti trascorsi, di poetiche contaminazioni, di gioiose rimembranze, danno luogo, spesso, a tristi malinconie: <<… per consolarsi, ricordando i momenti trascorsi con lei, rileggeva quella splendida poesia tratta dalla silloge scritta dal “Leopardi di Colsornia” (…) Infatti dopo averla letta in silenzio, pianse:
Fallace il giorno tradisce
Realtà impossibili all’alba;
la sera, a mani vuote
il cuore muore,
nell’ombre senza luna a notte.>>.
(Poesia di Pasqualimo Cinnirella tratta dal suo libro Dicotomie nell’essere)

Un romanzo di polisemica valenza, dove i ritmi di un cuore aduso alla commozione danno pulsione, forza, e vivacità emotiva agli intrichi della narrazione. D’altronde sia la poesia che la narrativa o meglio qualsiasi forma d’arte, pur essendo coperta da un misterioso   velo di  inesplicabile natura, ha bisogno di tre elementi fondamentali a supporto della sua resa: sentimento, immagine, e parola (SIP). Ed è proprio la parola, il verbum, che deve avere  la funzione determinante nel processo creativo: deve farsi umile ancella, semplice servitrice delle richieste di un’anima tutta volta a dire di sé e del mondo che l’ha cercata. Credo che queste basilari facoltà siano presenti nell’opera e che diano voce al mondo di Giuseppe Cultrera dove il linguaggio puro, spontaneo, semplice, e conclusivo si fa un valore aggiunto di plurale contaminazione.


Nazario Pardini

2 commenti:

  1. Dopo averLo conosciuto tramite questo suo Blog e successivamente per telefono, mi sono convinto eccome che il Patron di questo blog ha un incommensurabile dono caratteriale che è quello di avere "un cuore oceanico" dimostrandolo quotidianamente quando in -questo- accoglie tutto e tutti senza remore con una paternità consapevole,cosciente e magnanima catalizzata da quella altrettanto oceanica cultura letteraria; un poeta che prima di esserlo sul foglio è nella vita.
    Grazie Prof. Pardini del dono che oggi mi ha fatto, anche se non sono direttamente il soggetto interessato, per questo suo pensiero critico, più che positivo, sul romenzo del mio caro amico e concittadino. L'autore era molto restio e/o più che titubante inviare la propria opera. Se l'ho ha fatto (dopo mie reiterate esortazioni)è stato per la copiosa stima amichevole e di poeta che nutre nei miei confronti. Caro prof.Pardini, dirle che sono commosso e lusingato sarà sempre poco. Pasqualino Cinnirella

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  2. Ringrazio sentitamente il Prof. Nazario Pardini per aver letto il mio libro e per aver pubblicato sul blog una critica al libro più che positiva. Debbo confessare che sono rimasto piacevolmente sorpreso per quanto detto e soprattutto per il modo in cui lo ha detto, cosa che mi spinge a continuare a scrivere altre storie ed altri racconti. Grazie mille per lo stimolo psicologico e per il valore aggiunto. Pino Cultrera

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