giovedì 19 ottobre 2017

PAOLO BASSANI: "LA PORTA DEGLI ANGELI"


DUE PAROLE AL LETTORE

            Sono parecchi anni che conosco  “Alla volta di Lèucade”, il noto ed apprezzato  blog letterario creato e diretto dal Prof. Nazario Pardini.
            Anch’io, come tanti amici della scrittura, ho un debito di riconoscenza  verso questo strumento, perché mi ha dato l’opportunità di conoscere gli scritti di tanti autorevoli autori e, allo stesso tempo, mi ha invogliato a realizzare e divulgare anche varie mie modeste composizioni che, altrimenti, sarebbero rimaste relegate nella mente o in qualche cassetto.
            Ebbene, recentemente, risfogliando quelle pagine pubblicate (dal 2013 ad oggi), m’è venuta l’idea di fare una scelta e raccoglierle in un  libretto, per lasciarne traccia anche in Biblioteca.
Naturalmente, appena avrò il volume sarò lieto di inviargliene copia.


Paolo Bassani




LA PORTA DEGLI ANGELI




Paolo Bassani,
collaboratore di Lèucade

Rino Mordacci — decano degli scultori spezzini — che ha adornato con la sua arte tante chiese spezzine e di Lunigiana, lega il suo nome anche alla Chiesa di S. Michele Arcangelo in Bottagna. Sue sono infatti le porte lignee; un’opera significativa che resterà nel tempo a testimoniare la devozione di una Comunità e l’espressione più genuina e profonda di un artista.
In una mia intervista Mordacci manifestò la sua gioia per questo lavoro, che gli  diede l’opportunità di una mistica ‘‘rivisi­tazione” a temi a lui particolaremnte cari. Io raccolsi i suoi pensieri e attraverso essi sono riuscito a entrare pienamente nel suo percorso artistico.
Nessuno meglio dell’autore può indirizzare ad una giusta lettura della sua opera; anche se l’arte di Mordacci ha un linguaggio semplice, imme­diato, incisivo, come ogni vera opera d’arte che subito si fa riconoscere da tutti: dall’esperto e dalla persona comune.
La Porta degli Angeli” si compone di quattro grandi formelle principa­li, contornate da simboli cari alla tradizione cristiana. In alto 1’“Annun­ciazione”: l’Arcangelo Gabriele si china dinanzi a Maria porgendole un giglio. E nel volto della Vergine — serena, gli occhi chiusi — si specchia l’abbandono d’un’anima che si offre completamente ai disegni di Dio. In basso l’Arcangelo Michele che impugna la spada, unitamente a un giglio. Qui la simbologia di Mordacci si riconduce alle pagine più miste­riose della Bibbia: a San Michele Arcangelo, principe delle milizie celesti e vincitore degli angeli ribellatisi a Dio. La spada, quasi in metamorfosi con il giglio, per Mordacci non è più arma, strumento di offesa, ma acquista un significato trascendentale: la scelta e la vittoria del bene sul male; della luce sulle tenebre. “Nessuna oscurità resiste alla potenza della luce”. E accanto, l’ideale compimento della Salvezza: la Madonna col Bambino, inizio di una speranza che nel simbolo dell’acqua annunzia una vita nuova all’uomo che nasce e che rinasce.
E quasi a compimento della Porta degli Angeli si uniscono idealmente le due grandi formelle lignee che adornano la porta della sacrestia. In es­se Mordacci ha illustrato ed esaltato l’Eucarestia: il divino Sacrificio che, nelle sembianze del pane e del vino, rinnova ogni giorno il mistero della Salvezza. E accanto, l’artista ha posto il grano e la vite quasi a ricordare che il pane e il vino ne sono il vero frutto. Non è allora difficile cogliere nella similitudine il compimento della Vita. Così gli Angeli, che si china­no in adorazione innanzi all’Eucarestia — e qui Mordacci ha impresso nel volto delle figure tutta l’intensità dell’estasi — aprono le porte del cuore alla Luce.

Paolo Bassani










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