DUE PAROLE AL LETTORE
Sono
parecchi anni che conosco “Alla volta di Lèucade”, il noto ed
apprezzato blog letterario creato e diretto dal Prof. Nazario
Pardini.
Anch’io,
come tanti amici della scrittura, ho un debito di riconoscenza verso
questo strumento, perché mi ha dato l’opportunità di conoscere gli scritti di
tanti autorevoli autori e, allo stesso tempo, mi ha invogliato a realizzare e
divulgare anche varie mie modeste composizioni che, altrimenti, sarebbero
rimaste relegate nella mente o in qualche cassetto.
Ebbene,
recentemente, risfogliando quelle pagine pubblicate (dal 2013 ad oggi), m’è
venuta l’idea di fare una scelta e raccoglierle in un libretto, per lasciarne traccia anche in
Biblioteca.
Naturalmente,
appena avrò il volume sarò lieto di inviargliene copia.
Paolo Bassani
Paolo Bassani, collaboratore di Lèucade |
Rino Mordacci — decano degli
scultori spezzini — che ha adornato con la sua arte tante chiese spezzine e di
Lunigiana, lega il suo nome anche alla Chiesa di S. Michele Arcangelo in Bottagna.
Sue sono infatti le porte lignee; un’opera significativa che resterà nel tempo
a testimoniare la devozione di una Comunità e l’espressione più genuina e
profonda di un artista.
In una mia intervista Mordacci
manifestò la sua gioia per questo lavoro, che gli diede l’opportunità di una mistica ‘‘rivisitazione”
a temi a lui particolaremnte cari. Io raccolsi i suoi pensieri e attraverso
essi sono riuscito a entrare pienamente nel suo percorso artistico.
Nessuno meglio dell’autore può
indirizzare ad una giusta lettura della sua opera; anche se l’arte di Mordacci
ha un linguaggio semplice, immediato, incisivo, come ogni vera opera d’arte
che subito si fa riconoscere da tutti: dall’esperto e dalla persona comune.
“La Porta degli Angeli” si compone di quattro grandi
formelle principali, contornate da simboli cari alla tradizione cristiana. In
alto 1’ “Annunciazione”:
l’Arcangelo Gabriele si china dinanzi a Maria porgendole un giglio. E nel volto
della Vergine — serena, gli occhi chiusi — si specchia l’abbandono d’un’anima
che si offre completamente ai disegni di Dio. In basso l’Arcangelo Michele che
impugna la spada, unitamente a un giglio. Qui la simbologia di Mordacci si
riconduce alle pagine più misteriose della Bibbia: a San Michele Arcangelo,
principe delle milizie celesti e vincitore degli angeli ribellatisi a Dio. La
spada, quasi in metamorfosi con il giglio, per Mordacci non è più arma,
strumento di offesa, ma acquista un significato trascendentale: la scelta e la
vittoria del bene sul male; della luce sulle tenebre. “Nessuna oscurità resiste
alla potenza della luce”. E accanto, l’ideale compimento della Salvezza: la Madonna col Bambino,
inizio di una speranza che nel simbolo dell’acqua annunzia una vita nuova
all’uomo che nasce e che rinasce.
E quasi a compimento della Porta
degli Angeli si uniscono idealmente le due grandi formelle lignee che adornano
la porta della sacrestia. In esse Mordacci ha illustrato ed esaltato
l’Eucarestia: il divino Sacrificio che, nelle sembianze del pane e del vino,
rinnova ogni giorno il mistero della Salvezza. E accanto, l’artista ha posto il
grano e la vite quasi a ricordare che il pane e il vino ne sono il vero frutto.
Non è allora difficile cogliere nella similitudine il compimento della Vita.
Così gli Angeli, che si chinano in adorazione innanzi all’Eucarestia — e qui
Mordacci ha impresso nel volto delle figure tutta l’intensità dell’estasi —
aprono le porte del cuore alla Luce.
Paolo Bassani
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