sabato 16 novembre 2019

EDDA CONTE: "IL SONNO DEL SENNO", RACCONTO


Il SONNO DEL SENNO
Racconto di Natale
Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade

 Sopra un morbido sofà di seta blu, nel profondo azzurro dei cieli, il Senno ama riposare quando, talvolta, lascia che gli uomini  vivano attimi di spensieratezza.
Figlio del dio Buono il Senno è però sempre attento e pronto  a non mancare al suo compito di guida e moderatore dell'umanità.
Ma un giorno la sorellastra, Follia, riesce a fargli bere un pozione magica che lo fa addormentare profondamente.
Nel sonno il Senno si trasforma....lentamente perde  le eteree sembianze e comincia a prendere corpo...
Dorme e continua a dormire il Senno , mentre  ogni  cosa e ogni persona nel mondo impazza ....; amori...morte...gioie e dolori....contrasti  e odi in seno alla famiglia.....; storie malsane si accompagnano ai giorni. E' il sonno della ragione, la parte più pericolosa dell'uomo  che prende a regnare sul mondo.
 Senno, ormai creatura corporea, prosegue il  sonno malefico  sul morbido sofà.....
Lo vede il dio Buono e si arrabbia con lui; scaglia una potente saetta che rimbomba tra i monti e zigzaga paurosamente nel cielo.
Grande è il terrore tra gli uomini, che tuttavia non si abbandonano al pensiero della morte...
Sussulta Senno nel  suo sonno magico e si sveglia di soprassalto.
Non ha più ali leggere...scomparsa la forma  splendente e incorporea che gli ha sempre permesso di entrare nella mente umana... Senno si guarda perplesso: ha gambe e braccia....un corpo gravoso con impulsi e  bisogni.
 Con sorpresa e dolore  prende coscienza del suo nuovo essere.
A niente giova disperarsi! L'innata  sua qualità lo aiuta a riappropriarsi del   divino sé, ahimè materializzato!
Ormai immagine e corpo Senno  comincia a muovere i primi passi nel mondo.
Un mondo di tentazioni, confuso, caotico, apparentemente felice, ma chiaramente dissennato.  Come potrà con il suo voluminoso corpo raggiungere  la mente dell'uomo?  di tutti gli uomini?
Con bel sorriso e maniere accattivanti Senno  fa il suo primo approccio: si presenta agli anziani.  Ma gli anziani lo allontanano con indifferenza.
- Non abbiamo nessun bisogno di te-  dicono, e continuano  a chiacchierare tra loro davanti al  bicchiere vuoto.

E cammina e cammina Senno....e parla e parla in mezzo agli uomini  dissennati.
Si sfinisce a parole giuste buone e suadenti  nel tentativo di farsi amico....ma tutti, uomini e donne, nella loro spensieratezza , affermano  di non conoscere nessun Senno...
-Se ne vada , da dove è venuto....
Passano le stagioni, la Natura  alterna i suoi cicli...
Il Piacere, il Vizio , la Violenza e ogni altro figlio di Follia, continuano a  folleggiare indisturbati nel mondo. 
Senno non si arrende nella sua ricerca.
Senno vuole credere che troverà almeno uno tra gli uomini che gli aprirà la porta e lo ascolterà.
E cammina....e va....va avanti con quel corpo ingombrante che non conosce ....
Già da tempo quel corpo gli è di fastidioso ingombro, è un corpo di cui tutto ignora....e quel corpo prende a indebolirsi.
Senno ha gli occhi sempre più accesi, lucenti, azzurri come due zaffiri, una lunga barba  bianca che gli scende sul petto. 
Un giorno, nel suo andare per il mondo si imbatte in un gruppo di giovani, ragazzi e ragazze,  allegramente seminudi.....vociando tutti insieme si avviano alla spiaggia.  Senno è quasi sfinito dall'afa , la stanchezza e il digiuno. Quasi senza accorgersene  segue la comitiva.
Ecco il mare, la spiaggia, le onde fresche e fragorose....la compagnia allegra  intorno ad un pranzo  quasi miracolosamente  uscito da borse e zaini.....
 Un'atmosfera  coinvolgente.!
Tutto guarda, Senno, e prova una sensazione sconosciuta che nasce in mezzo a quel corpo grande non suo. E' un languore che sa di dolore.
 Tra quei giovani seduti a gambe incrociate sulla sabbia uno dice  qualcosa...tutti gli altri ridono con clamorose risate e lo segnano a dito...
-Babbo Natale...., hai perso la strada...sei in anticipo. Mancano ancora mesi al Natale..-  e tutti giù a sghignazzare.
 Senno timidamente si avvicina....qualcuno gli ficca  in bocca qualcosa. Poi subito un altro....e un altro... Risate a crepapelle !
Gli fanno bere anche il vino e altro...
Una ragazza gli tasta  la pancia piena, allora ride anche lui...e mangia e beve fino a scoppiare.
Più tardi il sole  tramonta, la spiaggia si spopola, i giovani scompaiono.
Il corpo di Senno è accasciato sulla battigia , disfatto e bagnato , chiaramente sofferente , forse ubriaco.
Viene in aiuto la cugina  Fantasia , che  ha pietà di lui , e senza essere vista gli soffia all'orecchio parole leggere, leggere come le ali che Senno aveva prima di materializzarsi......
............
Cosa mai avrà sussurrato Fantasia all'orecchio di Senno?
Non ci è dato saperlo, ma siamo fiduciosi nel Bene ,e lasciamo che Senno si riprenda e continui la sua ricerca, quasi una missione di pace  che il dio Buono gli  affida per salvare l'umanità.
............. 
Epilogo
In una piccola scuola di paese gli alunni circondano la cattedra dove la Maestra  ha preparato  tante tessere colorate per allestire il puzzle di Natale. Saranno tappezzate le pareti , anche i vetri stessi delle finestre, a rallegrare i passanti quando la scuola sarà chiusa per le vacanze natalizie.
 Sembrano tanti pulcini a pigolare intorno alla chioccia.....è una scena  di grande tenerezza che non si vedeva da tempo.....
Sorride la Maestra, contenta di un riacquistato piacere nel lavoro..
Per questo suo lavoro  ha risvegliato antichi ricordi dal suo passato..:
La "letterina "  che ogni maestra faceva scrivere ai bambini  per Babbo Natale, con la richiesta dei doni e la promessa di essere sempre buono....
l'addobbo dell'abete, là, in un angolo dell'aula, vicino alla lavagna, perché tutti gli scolari potessero vederlo....e l'ultimo giorno di scuola....
i genitori contenti venuti a salutare la Maestra, qualcuno  con un piccolo dono tra le mani...le vocette squillanti che gridavano - addio, signora Maestra, Buon Natale!-
 - .....la notte di Natale ci vedremo tutti  alla Messa... tutti insieme eh!
               Il vocio allegro  intorno alla cattedra continua, il lavoro di collage va avanti......
.........
La Notte di Natale, dietro  l'Altare, l'eterea immagine di Senno risplende.... risplendono le ali che il dio Buono gli ha nuovamente donato, per raggiungere tutti quegli uomini che ancora non hanno ritrovato il Senno.

Edda Conte (2019)      

4 commenti:

  1. Con parole lievi ed alate, ma particolarmente incisive, qui si raggiunge la potenza del mito. E' una fiaba nuova, questa di Edda Conte, dove si adombra una conoscenza antica. La Ragione ha sempre due strade davanti a sé e si trova sempre ad un bivio. Può imboccare la via della Saggezza o quella della Follia, quella della Verità o quella dell'Oblio. A lei e solo a lei la scelta. Mi complimento con la scrittrice.
    Franco Campegiani

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  2. RICEVO E PUBBLICO

    Norberto Bobbio in un suo aforisma afferma che il “Senno” non è un lume, ma solamente un lumicino e che non abbiamo altro per procedere in mezzo alle tenebre.
    L’uomo “Pseudo Sapiens” sta rendendo queste tenebre sempre più fitte avendo prodotto nll’ecosistema, nel corso degli ultimi 200 anni, danni in quantità enormemente maggiore di quanto procurato dalla notte dei tempi.
    E’ pur vero che ogni fase evolutiva comporta inevitabilmente situazioni miste a rischio, ma se questi sono tali da condurre verso il baratro del nulla, allora è auspicabile invertire la rotta verso nuovi approdi più congeniali, nel rispetto del dono della vita e nella speranza di un domani accettabile, evitando, per quanto possibile, di raggiungere il cosiddetto“Punto di non ritorno.”
    Ho letto con particolare attenzione il racconto a cui l’Autrice ha dato l’emblematico titolo “Il Sonno del “Senno” e nel quale denunzia allegoricamente, tra le righe, l’inerzia nel risolvere, o quantomeno limitare, le problematiche esistenziali che minacciano l’uomo nel suo habitat.
    Con la maestria di scrittrice, a lei congeniale, la Nostra ha sviluppato questa tematica con dovizia e linearità espositiva.
    Meditazione è stata la reazione alla sua lettura, e l’emozione, soprattutto, ha toccato la corda del mio sentire.
    Sono certo che così sarà anche per tutti coloro che leggeranno il racconto, in quanto si rispecchieranno negli stessi concetti espressi della scrittrice.
    Il “Senno” che si annulla conduce l’uomo all’allontanamento di tutti quei principi e valori che dovrebbero accompagnarlo, quasi per mano, lungo il sentiero, seppur erto, del suo esistere.
    L’uomo critica spesso il sistema che lui stesso sta deturpando, ma pare, in effetti, faccia poco o niente, per modificarlo o quantomeno ridurre gli effetti negativi di una situazione contingente che in ogni settore dell’umana sopravvivenza sta dirigendosi verso un catastrofico, non lontano, epilogo.
    In tutto ciò, ben augurante la conclusione che la Nostra affida al suo racconto dove la Speranza, nel connubio con il Bene e la Fantasia, rigetti tentazioni, vizio, saccenza, violenza, ipocrisia, follia e consenta che il “Senno” si risvegli dall’incoerenza e riprenda il cammino della sua naturale missione.
    Mi complimento con Edda che fa volare il suo immaginifico pensiero ed affascina il lettore con il profumo di metafore di grande valore significativo dai contenuti umani profondi che riescono a trasmettere palpiti di emozioni.
    Gentilissima Edda, con la mia stima incondizionata, ti ringrazio per far parte dei miei sogni.

    Lino D’Amico Beinasco - 18/11/2019


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  3. Ha forte sapore di fiaba questa storia che Edda Conte confeziona incedendo tra reale e surreale, tra verità e fantasia; e che ben dice le difficoltà in cui si imbatte il Senno (oggetto di maleficio da parte di Follia, che gli fa perdere le ali e lo sprofonda in un lungo sonno, personificandolo poi e gravandolo di un corpo pesante) nell’esercizio della sua missione che è di indurre gli uomini a vivere una vita più degna e rispondente alle caratteristiche dell’essere umano, prime tra tutte l’intelligenza e la saggezza. La vicenda si risolve in un messaggio di speranza: se gli adulti sono indifferenti ai tentativi del Senno (o “di Senno”, intendendo il nome comune come proprio) un po’ “fuori forma” per ricondurli sulla via dell’assennatezza, ci penseranno - eccola la morale!- i bambini, quelli che si stringono intorno alla Maestra come pulcini intorno alla chioccia (senza dunque lasciarsi sviare -come gli adulti- da scelte inconsulte) a prefigurare un futuro certamente migliore del presente. Però ... se la Follia non ci avesse messo lo zampino ...
    Ma infine la vicenda finisce bene, perché Senno (cioè il senno) recupera le ali e il suo ruolo di regolatore delle passioni: sicché agli occhi del lettore si squaderna una visione finale sostanzialmente ottimistica, o almeno fidente, della vita.
    Pasquale Balestriere

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  4. Apprezzo molto questi commenti positivi nei confronti del mio racconto e in definitiva del genere di scrittura che da sempre mi attrae e da tempo coltivo. Sono anche grata a chi mi suggerisce di proseguire su questa linea, perché ciò è segno di interesse oltre che di apprezzamento.
    Ringrazio pertanto Franco Campegiani, l'amico Lino D'Amico e soprattutto Pasquale Balestriere per i suoi utili suggerimenti.
    In particolare ringrazio, qui, Marco dei Ferrari per la sua ampia ed interessante lettura analitica , pubblicata a parte su questo stesso blog.
    Riconoscente, come sempre, verso Nazario che gentilmente e prontamente mi accoglie sull'Isola della Poesia.
    Edda Conte.





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