giovedì 14 novembre 2019

MARCO DEI FERRARI: "SCOMPOSTI/ COMPOSTI"


SCOMPOSTI/COMPOSTI

Auto sconnettono ciotoli
cemento fango ristretto
caffè in vocìo per temi e sistemi
Piazza senza volto in uso
sibila al vento cristallo sommerso
spiovendo sorriso di gesti concessi
ormano studenti, cicli, motori...
buche d'acqua scoscese azzardano
sfilari nebuli liberi pensanti
spezzano schizzanti immagini
museo vivente barcollo di miracoli
svianti scherzi su rombi feroci veloci precoci
risuonano accanti passi qualunqui
guardinghi sospetti vecchi e malati
borbotti ospizi e spedali detenuti speciali
accesa improvvisa luce raggiante
menzogna in corpi altri
rapire stessi se
ristagno svolazzo notizie sbugiarde
aguzzi oziano guardi
giorno tracolla e chiude la chiave
per notte negata
palude avara

Marco dei Ferrari

1 commento:

  1. Ancora una forte originalità nei cunicoli di un verseggiare prosodicamente stravolto , anche nel genere dei nomi; una serie di maschili plurali, irrispettosi persino di fronte a qualche avverbio.
    Lettura senza respiro, inseguendo un significato che sfugge talora anche al significante, priva di indicazioni sintattiche e di segni di interpunzione; nessuna virgola e nessun punto.
    Il lettore si aspetta sempre di trovare uno spiraglio tra uno scenario e l'altro, che con fatica riesce a intuire nella presenza dei sostantivi:
    auto in città, a caracollare sul selciato pieno di buche...Pioggia! Pozzanghere spruzzano un'umanità varia e variante..... Poi una luce, improvvisa, raggiante... Il faro di una macchina? o forse un'idea luminosa che distrae? o potrebbe essere il lampo del video che si accende sul notiziario regionale...
    Comunque sia, una giornata in transito, che va verso il tramonto, ad attendere che la porta
    si chiuda sul mondo, davanti ad una notte forse insonne....
    "...giorno tracolla e chiude la chiave/ per notte negata/ palude avara."
    La chiarezza un po' drammatica degli ultimi versi non si può negare. La "coscienza" nascosta nei cunicoli del dettato si svela improvvisa ai nostri occhi. Il Poeta delle immagini stravolte, l'originale tout-court ci dice a suo modo che il vivere (per lui) non è quella cosa meravigliosa che molti credono.
    Concludendo: se questa è "poesia dell'essenza"- come l'Autore dice- ci aspettiamo altre prove.

    Edda Conte.

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