venerdì 1 novembre 2019

QUALCOSA DI NUOVO E' ACCADUTO A ROCCA




MARIA LUISA DANIELE TOFFANIN CON I RAGAZZI PREMIATI


INTERVENTO DEL SINDACO


SALA


QUALCOSA DI NUOVO È ACCADUTO A ROCCA

PIERA LEVI-MONTALCINI E IL SINDACO
ANDREA BERNARDIN

Domenica 6 ottobre 2019 alle ore 11, mentre la Val Pettorina risuonava del rombo delle auto di grossa cilindrata partecipanti al Dolomiti Street, in controcanto al teatro El Teaz di Rocca Pietore, reso accogliente da Michela Da Pian, si faceva cultura, anzi solidarietà culturale: si premiavano i progetti dei giovani, residenti nel Comune, vincitori di quattro borse di studio in riferimento al progetto “Insieme per Rocca”. A Sara Darman, universitaria, la borsa di studio di 1.000 euro per il “Recupero del villaggio abbandonato di Vallier ristrutturandolo a museo”, con la motivazione: “Lavoro svolto in modo completo ed esauriente sia dal punto di vista contenutistico-tecnico, sia dal punto di vista del supporto grafico e documentale. Progetto estremamente realistico e applicabile”. Le tre borse di studio di 500 euro sono state assegnate a Beatrice Maria Colleselli, Istituto Follador, per il “Progetto zona acqua solforosa a Saviner di Laste”, con la motivazione: “Progetto molto specifico ma anche ben motivato e sufficientemente dettagliato”; a Patrizia Ballis, Istituto Follador, per il filmato “La mia Valle dopo il Vaia”, con la motivazione: “Ottima ed originale l’idea di utilizzare il filmato come supporto di presentazione. Il filmato è curato e le proposte sono realistiche”; a Daniel Daurù, Istituto Follador, per il power point “Il mio progetto focalizzato sulla Val Pettorina”, con la motivazione: “Molto curata la presentazione e apprezzabile la scelta delle foto. È una brochure originale e sentita in cui si descrivono le caratteristiche della Valle. Le didascalie delle foto sono ricche e personalizzate”.
Anche agli altri partecipanti, Cecilia De Dorigo, Sofia Polito e Verena De Grandi, un dono-ricordo per l’impegno dimostrato nelle loro proposte e per il grande amore verso la propria terra, in cui vorrebbero continuare a vivere partecipando alla sua rinascita. Le motivazioni sono state redatte dalla giuria composta da Maria Luisa Daniele Toffanin, autrice della silloge poetica “La casa in mezzo al prato” e ideatrice dell’iniziativa, Massimo Toffanin presidente dell’Associazione Centro Studi onorevole Sebastiano Schiavon, Marco Toffanin fondatore di Opes Risorse, Piera Levi-Montalcini presidente dell’Associazione Levi-Montalcini, Mario Richter prefatore del libro,   Stefano Valentini editore e Andrea De Bernardin, astenutosi dalla votazione poiché, in quanto sindaco, conosceva personalmente i concorrenti. I membri della giuria, insieme all’erboristeria Serapiom della famiglia Collesei, hanno sostenuto materialmente l’autrice, che ha devoluto il ricavato della vendita del libro, memoria umana-paesaggistica di Rocca e delle sue tradizioni ladine, per le borse di studio.   
La cerimonia si è svolta in un’atmosfera di grande stupore, anzi quasi di miracolo perché tutti, o quasi, credevano che questa delle borse di studio fosse solo una fola echeggiata nel vento a Boscoverde. In realtà è avvenuto davvero un miracolo grazie all’azione di tanti rocchesi, e di altri abitanti di luoghi vicini o lontani, che hanno operato insieme per la buona riuscita del progetto: Mario Baldissera, Erika Pianezze, Amalia e Pellegrino Nesello, Loretta e Alessandro De Grandi, Romana De Valier, Ignazio Ballis, don Simone Ballis, don Franco, Sabrina Fersuoch, Gabriele Zanvit, Sabrina e Martina Soppera, Franco Piacentini da Feltre, Alessandro Pozzo da Bellinzago; con loro l’Associazione Bellunesi nel Mondo, Luxottica, il Centro Ladino di Colle Santa Lucia, la parrocchia padovana di San Francesco, il comune di Ponte San Nicolò e il Cenacolo di Poesia di Praglia. In molti erano presenti e dimostravano il loro entusiasmo per l’opera realizzata e per il grande miracolo: un libro di poesia-memoria è divenuto amalgama fra persone vicine e lontane, strette nel ricordo di un passato felice e nella fiducia in giorni nuovi di rinascita, con una speranza inattesa nelle proposte creative dei giovani.
Un’ora intensa, con i giurati al tavolo della premiazione e Massimo Toffanin a salutare gli ospiti intervenuti: Teresa Schena con il marito, Dario Vallata, Ballis di Col di Rocca, Tiziana De Vallier dell’Albe, Franca e Danilo, Adriana e Nereo e altri. Di lato il piccolo Alessandro, rappresentante della quarta generazione del Prà del Toro, ascoltava il padre Marco Toffanin mentre presentava i relatori e conduceva l’incontro con piglio, sicurezza e una certa dose di ironia, senza negarsi momenti di emozione per i legami affettivi con questi luoghi sempre amati. Il sindaco Andrea De Bernardin era all’inizio reticente a parlare ancora dell’uragano Vaia e della conseguente devastazione, ma un po’ alla volta, incitato anche da Piera Levi-Montalcini, ha ricordato le difficoltà vissute dal territorio, anche in zona Boscoverde, dimostrandosi in tutta la sua umanità entusiasta della scoperta di queste energie giovani come risorse per valorizzare la valle, spendendo parole di apprezzamento per l’iniziativa e per la poesia. L’editore Stefano Valentini ha brevemente presentato il libro nella sua struttura e nei vari aspetti lirici, storici e affettivi, rimarcando come i testi rappresentino vari momenti emotivi dal 1995 al 2018 e come soltanto una poesia sia stata aggiunta successivamente, come memoria del Vaia. La silloge, che doveva essere inizialmente un dono agli operatori e alla comunità così provata, è diventato poi, come si sa, motivo di impegno e diffusione in varie presentazioni, proprio per sostenere le borse di studio, creando una rete di intrecci umani con Ponte delle Alpi, Ponte San Nicolò, Piazzola sul Brenta, Padova, Praglia, Abano Terme. Anche la lettura di alcune poesie ha suscitato l’entusiasmo dei presenti. L’autrice, a sua volta, ha evidenziato il “passaggio del testimone” avvenuto tra Pra’ del Toro, la stessa comunità montana, il mondo degli albergatori e altri operatori turistici, come suggerito anche nella sua opera dove si avverte il forte e rassicurante legame di amicizia tra i “foresti” e la gente di Rocca. Dalle poesie nasce così, con i presenti, una conversazione quasi familiare, sull’onda di un vissuto comune intessuto di ricordi. Anche Piera Levi-Montalcini, presidente dell’associazione il cui logo afferma “il futuro ai giovani”, ha sottolineato l’importanza di valorizzare i ragazzi, di aiutarli a realizzare i propri progetti in questo momento di difficoltà, trasformando l’esperienza dolorosa in un incentivo a rinnovarsi. All’unanimità, i relatori propongono una serata estiva dedicata ai progetti dei giovani, con vivo consenso del sindaco. Nella sala di El Teaz, ormai riscaldata nel cuore, lo stupore si è trasformato in senso di gratitudine per questa impresa nuova, di cui finalmente sono stati protagonisti i giovani. Una foto ricordo in pieno sole, allo scampanio di mezzogiorno, ha suggellato l’evento.
Gli ultimi saluti affettuosi con il sindaco, Loretta De Grandi, Alessandro e i suoi doni ladini, Tiziana De Vallier, i genitori dei ragazzi, Mario e Pellegrino con la promessa di uno strudel, gli amici del Prà del Toro, Luigi e Lorena Gomirato, appassionati di poesia, dicono che qualcosa di nuovo è accaduto a Rocca Pietore. Vogliamo concludere con un grazie particolare a don Franco Decima, per averci accolto nel bollettino parrocchiale della Val Pettorina.

            Da “Il Gazzettino”, martedì 22 ottobre 2019
IL ROMANZO DI TOFFANIN FA RINASCERE ROCCA PIETORE

Da Padova all’Alto Agordino, fra cultura e solidarietà. La letteratura, insomma, al servizio di un nobile scopo. E quindi, ecco, dalla “Casa in mezzo al prato”, della poetessa e narratrice padovana Maria Luisa Daniele Toffanin, scaturire un’azione concreta, palpabile, cioè la realizzazione di una somma per finanziare borse di studio per studenti dopo il tremendo nubifragio di un anno fa.
L’autrice, che ha casa in Val Pettorina, e lì da quarant’anni trascorre le vacanze con la famiglia, aveva scritto quel libro fra presente, passato e, soprattutto, con amore per quell’angolo dell’Alto Agordino che si chiama Rocca Pietore. L’evento calamitoso l’aveva indotta a un significativo atto di solidarietà: destinare l’incasso dalla vendita del libro per progetti dei giovani di Rocca Pietore. Ecco dunque il risultato. Per gli studenti universitari, borsa di studio di mille euro a Sara Darman per il progetto Recupero del villaggio abbandonato di Vallier ristrutturandolo a museo”. Per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, borsa di studio di 500 euro a Beatrice Maria Colleselli, per il “Progetto zona acqua solforosa Saviner di Laste”; borsa di studio di 500 euro a Patrizia Ballis per il progetto (video) “La mia Valle dopo il Vaia”; borsa di studio di 500 euro a Daniel Daurù per il progetto (in power point) “Il mio progetto focalizzato sulla val Pettorina”. Agli altri partecipanti, Cecilia De Dorigo (università), Sofia Polito e Verena De Grandi (scuola secondaria di secondo grado) è stato dato un dono-ricordo per il loro impegno, dal momento che ogni progetto rivelava una proposta interessante, ma pure un grande amore per la propria terra in cui vorrebbero continuare a vivere partecipando alla sua rinascita.
Così, “La casa in mezzo al prato”, fra poesia e memoria, è diventato “amalgama fra persone vicine e lontane strette nel ricordo di un passato felice e nella fiducia di giorni nuovi di rinascita”, come sottolineato dalla stessa autrice nel corso del conferimento delle borse di studio a Rocca Pietore, presenti fra gli altri, il sindaco Andrea De Bernardin, Piera Levi-Montalcini, presidente dell’associazione omonima di Torino, l’editore Stefano Valentini, Marco Toffanin fondatore di Opes Risorse e Massimo Toffanin presidente del Centro Studi Onorevole Sebastiano Schiavon.

Giovanni Lugaresi

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